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Abilità linguistica

In italiano si comprendono in questo termine due nozioni diverse, che in inglese secondo la dicotomia proposta da Widdowson sono ability e skill: la prima indica le abilità intese come complessi di processi e strategie, la seconda indica la capacità di tradurre l'ability in esecuzione: ad esempio, saper scrivere quel dato testo in quella data lingua. In certo senso, la dicotomia ability vs skill richiama quella tra competenza [>] ed esecuzione di Chomsky.

Questa dicotomia è fondamentale perché lo scopo dell'educazione linguistica in termini di mete educative [>] e glottodidattiche [>] riguarda le abilities, mentre a livello di obiettivi [>] didattici strumentali è collocato tra le skills.

Le abilità sono di due tipi:

- primarie: ascoltare [>], parlare in un monologo [>], leggere [>], scrivere [>]; due di queste rimandano alla ability di comprensione, due a quella di produzione;

- integrate: l'abilità interattiva, cioè il saper dialogare [>]; le tre abilità di manipolazione testuale, cioè riassumere [>], prendere appunti [>], parafrasare [>]; l'abilità di scrivere sotto dettatura; l'abilità traduttiva, che si realizza nella traduzione [>] simultanea, consecutiva, impromptu e scritta.

Le abilità di manipolazione testuale possono essere realizzate in una sola lingua (in tal caso si opera allo sviluppo della ability ) oppure mettendo in gioco due lingue, privilegiando quindi la skill.


Ability vs Skill > Abilità linguistica.


Accettabilità > Appropriatezza.


Accoppiamento lingua-immagine

Tecnica didattica che si realizza presentando delle immagini (disegni alla lavagna, fotocopie, cartelloni, pagine pubblicitarie di giornali, ecc.) contrassegnate da una lettera. Gli allievi esplorano le immagini, poi ascoltano (o leggono) brevi testi che si riferiscono alle immagini; i testi sono numerati. L'esecuzione consiste nell'accoppiare numero e lettera: ad esempio, A2, C1, B3... I testi possono essere descrittivi o dialogici (si pensi, ad esempio, ad una serie di quadranti d'orologio da accoppiare a dei dialoghi in cui si parla dell'ora).

E' una ottima tecnica per lavorare sulla comprensione senza dover ricorrere alla produzione; inoltre risulta motivante poiché è una sfida per l'allievo, è rapida e non richiede scrittura; l'accoppiamento è utile per la verifica della comprensione e può essere impostato su computer, fornendo materiale per l'autoapprendimento e il recupero.


Accoppiamento parola-definizione

E' una tecnica che serve a sviluppare la funzione metalinguistica [>]: si forniscono una lista di parole e, in ordine diverso, una lista delle loro definizioni; gli allievi devono procedere all'accoppiamento. Si può inserire da un lato un termine che non ha la corrispondente definizione e dall'altro una definizione che non ha il termine di riferimento: in tal modo si accentua l'aspetto di gioco e, allo stesso tempo, si accresce la difficoltà.



Acculturazione > Culturizzazione.


Acquisizione vs Apprendimento

E' l'ipotesi fondamentale tra le cinque proposte da S. D. Krashen nei primi anni Settanta (> Filtro Affettivo, Input comprensibile, Monitor, Ordine naturale).

Krashen distingue tra l'acquisizione profonda, stabile, che genera comprensione e produzione linguistica con processi automatici, e l'apprendimento razionale, volontario, ma di durata relativamente breve, che funge da monitor per l'esecuzione linguistica. Si è spesso discussa la possibilità che l'apprendimento razionale possa trasformarsi, alla fine, in acquisizione; la risposta di Krashen è di solito negativa, mentre altri studiosi credono che, in condizioni adatte, anche l'apprendimento possa portare all'acquisizione. (> anche l'ipotesi del modal focusing ).

L'insegnamento linguistico mira all'acquisizione. Perché essa avvenga devono verificarsi le condizioni descritte nelle altre ipotesi della Second Language Acquisition Theory [>].

Secondo alcuni autori l'aquisizione è tipica della lingua materna e seconda [>] mentre nelle lingue straniere [>] predomina l'apprendimento.


Addestramento

Termine talvolta usato in Italia come traduzione dell'inglese training e oggi sempre più contestato per la sua limitatezza di prospettiva e per la carica di meccanicità che lo connota (> Educazione vs Istruzione).


Adeguatezza > Appropriatezza


Afasia

L'afasia è un problema logoiatrico e logopedico, ma dagli Novanta coinvolge anche la glottodidattica in quanto casi di afasia lieve possono essere risolti in ambiente scolastico anziché in ambulatorio o ospedale (> neuropedagogico, approccio).

L'afasia può essere motoria (si possiede la lingua, si comprende, ma si fa fatica a produrre) o sensoriale (in cui la difficoltà è nella comprensione). Forme più gravi di afasia, dette "trans-centrali" perché affliggono entrambi le aree deputate al linguaggio (quelle di Broca e di Wernicke; > neurolinguistica), esulano dallo specifico del glottodidatta.

Tra le cause dell'afasia se ne indicano alcune neurologiche e altre ambientali, specie di carattere affettivo.


Anafora vs Catafora

In grammatica testuale (> testo) questi termini definiscono due meccanismi di coesione [>]: l'anafora è un rimando a una sezione precedente del testo, la catafora è un rimando a informazioni che devono ancora comparire.

Nelle attività di comprensione, un testo denso di rimandi anaforici risulterà molto più semplice di un testo con molte catafore.


Analisi > Unità didattica.


Analisi degli errori

E' un aspetto rilevante della linguistica contrastiva [> Linguistica] ed è alla base delle teorie sull'interlingua [>]: consiste nello studiare la natura degli errori, individuando quelli che non sono dovuti a ragioni soggettive dello studente, ma che possono essere ascritte a ragioni intralinguistiche, cioè interne alla lingua oggetto di studio (si pensi, ad esempio, agli errori nell'uso delle preposizioni postverbali: in italiano, "andare" può essere seguito da "in" e "a", che possono essere articolate o non), o possono essere interlinguistiche, dovute cioè all'interferenza [>] sulla lingua studiata da parte della lingua materna o di altre lingue che si conoscono o si stanno studiando.


Ancrage

E' una delle modalità descritte da R. Barthes per spiegare l'interazione tra l'elemento verbale e quello iconico in un messaggio audovisivo.

Secondo questo meccanismo, la lingua viene usata per isolare il significato voluto all'interno di tutta la gamma dei significati possibili: ad esempio, un quadro che rappresenta un vecchio diventa significativo quando si legge il titolo: "San Giacomo". I materiali visivi usati in glottodidattica sono inutili se manca un ancrage adeguato al livello di conoscenza dell'allievo (> Relais).


Andragogia

Secondo la terminologia diffusa soprattutto negli Stati Uniti, l'andragogia è la branca delle scienze dell'educazione che studia l'insegnamento ad allievi adulti.

Dall'andragogia la glottodidattica trae alcune indicazioni relative, soprattutto, ai seguenti principi:

- l'adulto ha una storia di apprendimento e tende a seguire i modelli che gli sono noti, anche se a suo tempo non l'hanno soddisfatto;

- l'adulto ha meccanismi di analisi e formalizzazione più consolidati di quelli di un adolescente e tende spesso a procedere dall'apprendimento razionale all'acquisizione [>] spontanea;

- l'adulto vive una vita di relazioni sociali (ruoli professionali e familiari, ad esempio) ed interpersonali (soprattutto se è in classe con colleghi di lavoro) che devono essere tenute in conto durante l'insegnamento se non si vuole far scattare il filtro affettivo [>];

- nello studio di una lingua straniera l'adulto ha scopi ben precisi e richiede risultati più tangibili e immediati dello studente delle scuole o dell'università.


Anticipazione

E' un meccanismo essenziale per il processo di comprensione [>]. Esso consiste nel predire ciò che può comparire in un testo operando sulla base della situazione, della parte di testo che si è già compresa, del paratesto [>], delle conoscenze del mondo (> Schema; > Script), ecc.. In tal modo si facilita la comprensione trasformandola, in realtà, solo nella conferma di una tra le previsioni effettuate.

L'anticipazione è stimolata con le attività di elicitazione [>] e si rafforza con tecniche come il cloze [>], il dettato [>], gli incastri [>].


Antropologia culturale

E' la scienza che studia la cultura [>] intesa come complesso di valori, modi di vivere, di organizzare la società, ecc., di un popolo. Poiché non si insegna solo una lingua ma anche la cultura da essa espressa, l'antropologia culturale è una delle scienze di riferimento primario della glottodidattica. (> Modello culturale).


Appellativa, Funzione

Nel modello di Jakobson è la funzione [>] che ri realizza quando la lingua viene usata per stabilire il contatto con il destinatario della comunicazione.


Applicata, Linguistica

Espressione calcata su "Applied Linguistics", che in inglese corrisponde a "Glottodidattica" [>], anche se da alcuni anni viene sostituita da Educational linguistics.

La linguistica applicata focalizza la sua ricerca in settori quali la traduzione, l'uso di elaboratori nell'analisi linguistica, ecc.


Apprendimento > Acquisizione.


Approccio

L'approccio costituisce la filosofia di fondo di un'impostazione glottodidattica.

L'approccio seleziona dati e impianti epistemologici dalla varie teorie e dalle vare scienze di riferimento, e li riorganizza secondo i parametri propri della glottodidattica, individuando le mete e gli obiettivi dell'insegnamento linguistico.

Un approccio genera uno o più metodi [>] che ne realizzano l'applicazione nelle varie situazioni. Nella storia della glottodidattica alcuni approcci sono stati definiti "metodi". (> Comunicativo, Formalistico, Metodo diretto, Metodo naturale, Reading method, Silent Way, Strutturalistico, Suggetopedia).


Appropriatezza

Si usa spesso l'aggettivo "appropriata" (o "adeguata") per definire la comunicazione corretta sul piano sociolinguistico e culturale.

Nell'ambito dell'approccio comunicativo [>] l'appropriatezza rappresenta un obiettivo glottodidattico primario, perché l'errore socio-culturale è tale da compromettere l'efficacia [>] della comunicazione, per quanto corretta [>] essa sia dal punto di vista linguistico.


Ascoltare

Abilità [>] primaria e, dunque, componente essenziale della competenza comunicativa [>].

Ignorata dagli approcci formalistici [>], l'abilità di comprensione [>] orale viene riproposta dal metodo direttio [>] a cavallo tra l'Otto e il Novecento, per essere poi sistematicamente collocata al centro dell'attenzione con gli approcci strutturalistico [>] e comunicativo [>].


Ascolto plurilingue

E' una tecnica abbastanza recente in quanto è legata alla televisione via satellite. L'ascolto plurilingue consiste nel seguire in diretta o attraverso una videoregistrazione un evento quale una partita di calcio, una riunione politica, ecc., spostando l'audio dalla trasmissione italiana alle trasmissioni inglesi, francesi, tedesche, ecc.: l'immagine è la stessa, cambia il commento verbale che l'accompagna. Ciò costringe l'allievo a legare la sua comprensione al contesto [>] e alla sua conoscenza del mondo: essa è utile dunque al rafforzamento di processi di base della comprensione [>].

Questa tecnica è molto gradita agli allievi sia perché di solito il contenuto è piacevole, oltre che autenticamente comunicativo, sia perché essa rappresenta una sfida personale più che un compito scolastico.


Ascolto selettivo

Attività di ascolto in cui si devono riconoscere alcuni segmenti della catena fonica. Il testo viene presentato senza alcuna attività propedeutica e il compito è solo quello di cogliere il maggior numero possibile di dati. Alla fine dell'ascolto, i dati vengono condivisi a gruppi o coppie in modo da costituire la base per un'attività di anticipazione [>] e procedere poi ad un secondo ascolto, e così via.

L'oggetto di questa tecnica è dunque la capacità di cogliere frammenti e di servirsene per creare ipotesi contestuali (dove ci si trova, cosa sta avvenendo, ecc.).


ASTP

La sigla sta per "Army Specialised Training Program", un progetto realizzato dall'esercito americano durante la seconda guerra mondiale per preparare il personale che doveva essere impiegato nelle nazioni via via occupate dagli Alleati. Poiché negli Stati Uniti aveva dominato per almeno due decenni il Reading Method [>], gli americani mancavano della dimensione orale nella lingua straniera ed attuarono l'ASTP con grande impegno di mezzi e persone.

Il programma si basava su un metodo intensivo, che in parte riprendeva concetti del metodo diretto [>], in parte poneva le basi per il definirsi del metodo strutturalistico [>], dal quale lo diversificava tuttavia l'interesse per gli "studi di area", cioè per la culturizzazione [>]. C'erano due docenti, uno di madrelingua ed uno della stessa lingua degli allievi, che si occupava anche dell'insegnamento grammaticale.


Atteggiamento > Variabile affettiva.


Attitudine

E' un concetto assai discusso in ambito psico-pedagogico.

Alcuni studiosi negano decisamente che esista un'attitudine innata verso l'acquisizione di una disciplina (nel nostro caso, la lingua straniera o classica), rimandando eventualmente a fattori ambientali (sociali, economici, familiari, ecc.) per spiegare le differenze tra allievo e allievo; per questa scuola, la diversa attitudine altro non è che il diverso tempo che varie persone impiegano a raggiungere lo stesso livello.

Altri studiosi, pur non accettando le posizioni di certa psicometria che pretende di predire i risultati sulla base dell'analisi attitudinale, ammettono che ci sono delle variabili dello stile d'apprendimento che possono aiutare a comprendere le ragioni per cui studenti diversi impiegano tempi diversi per giungere allo stesso obiettivo. Tra questi fattori ci sarebbero:

- la storia individuale: un bambino bilingue risulta favorito nell'apprendimento di qualunque terza lingua; anche il fatto di aver iniziato lo studio di una lingua durante il periodo critico [>] viene ritenuto un fattore attitudinario qualificante;

- la "tolleranza per l'ambiguità": è una tratto psicologico che distingue le persone che richiedono un quadro chiaro e preciso prima di acquisirlo e le persone che invece procedono per approssimazioni successive; in qualche modo questo fattore rimanda alla dominanza dell'emisfero sinistro o destro del cervello (> bimodalità). In questo senso, sarebbero avvantaggiate le persone tolleranti per l'ambiguità che, ad esempio, non si bloccano di fronte ad una parola ignota ma cercano di intuirne il significato;

- il possesso di strategie di "avoidance", cioè la disposizione psicologica a non affrontare di petto le difficoltà (per cui ad esempio ci si blocca, durante un discorso, quando non si sa come esprimere un concetto) ma ad aggirare l'ostacolo, trovando espressioni alternative.


Atto comunicativo

L'atto comunicativo, su cui è imperniato il metodo funzionale-nozionale [>], è l'elemento pragmatico minimo della comunicazione, rappresenta cioè uno scopo minimo (salutare, ringraziare, chiedere la strada, ecc.) di uso della lingua. E' attraverso gli atti comunicativi che si realizzano le funzioni [>].

"Atto comunicativo", espressione calcata su "atto linguistico" [>] e su "atto di discorso" [>], è sinonimo di "funzione comunicativa" nella terminologia di Wilkins e del Consiglio d'Europa (> Progetto Lingue Moderne/Vive) fatta propria da molta glottodidattica italiana. Per evitare questa confusione Freddi ha proposto "funzioni pragmatiche", mentre altri autori usano "intenzioni comunicative", sull'onda di Vykovskji.


Atto di discorso

E' l'unità minima dell'etnografia del discorso (> testo), che a sua volta rientra nell'ambito dell'etnografia della comunicazione [>].

Secondo un celebre acronimo di Hymes un atto di discorso va analizzato sulla base di otto variabili, le cui iniziali inglesi formano la parola SPEAKING:

- Setting e Scene , cioè il contesto fisico e quello socio-culturale;

- Partecipanti, sia diretti che indiretti (ad esempio, si ha un partecipante indiretto quando l'emittente autentico si serve di un portavoce);

- Esiti attesi come conseguenza dell'atto (si veda l'aspetto performativo dell'atto linguistico [>]);

-Atto illocutorio (> atto linguistico), cioè contenuto e forma della comunicazione;

- Key, cioè la chiave psicologica e sociale che caratterizza l'atto: ironia, irritazione ecc.;

- Instruments, cioè le caratteristiche proprie del canale scelto: viva voce, telefono, lettera, ecc.;

- Norme di interazione sociale, oltre che comunicativa: cioè complessi di regole che vanno seguite per poter negoziare e scambiare significati;

-Genere comunicativo il complesso di regole culturali prima ancora che linguistiche che caratterizzano ogni genere [>]: dialogo socializzante, dialogo di dibattito, dialogo telefonico, monologo in una conferenza o una barzelletta, ecc.

Anche se in glottodidattica raramente si fa riferimento esplicito alla nozione di "atto di discorso", tutti gli elementi che, secondo Hymes, la caratterizzano risultano di estrema rilevanza e sono ben noti, tenuti in considerazione da studiosi e insegnanti per la realizzazione dell'approccio comunicativo [>].


Atto linguistico

E' l'elemento minimo di analisi pragmatica [>] della lingua. E' caratterizzato dalla intenzionalità (altrimenti non sarebbe un "atto").

Austin individua tre diverse facce dell'atto linguistico: l'aspetto illocutorio (l'atto di produrre lingua), l'aspetto illocutorio (l'intenzione pragmatica che ci si propone) e l'aspetto perlocutorio (l'effetto prodotto).

Il concetto di atto linguistico è alla base di quello di atto comunicativo [>], utilizzato nella glottodidattica contemporanea: si privilegia in questo caso l'aspetto illocutorio, si pone cioè l'enfasi sulle intenzioni del parlante.


Audio-linguale, Approccio > Strutturalistico, approccio.


Audio-orale, Approccio > Strutturalistico, approccio; > Diretto, metodo.


Audiovisivo

Letteralmente il termine si riferisce ai messaggi che accoppiano una dimensione visiva ed una verbale, legate da meccanismi di ancrage [>] oppure di relais [>]. In realtà il termine "audiovisivi", soprattutto al plurale, sta ad indicare una sezione rilevante delle tecnologie glottodidattiche [>]: negli anni Sessanta-Settanta si accoppiavano diapositive e cassetta audio, ma dagli anni Ottanta il termine "audiovisivi" si riferisce al video.

Quando l'audiovisivo è gestito da un computer, che può quindi aggiungere una sezione di lavoro sul testo scritto, di esercitazione, ecc., si preferisce parlare di materiale multimediale [>].


Autentico, Materiale

Il termine descrive l'uso didattico di materiali che sono nati con scopo non didattico: articoli di giornale, biglietti ferroviari, film, pubblicità, ecc. Tale uso era previsto dal Metodo Diretto [>] e nel Reading Method [>], ma è divenuto particolarmente rilevante nell'ambito dell'Approccio Comunicativo [>]. Ciò è dovuto sia alla natura di questo approccio, sia al fatto che negli ultimi anni la frequenza dei viaggi all'estero, la diffusione planetaria dei mass media e il perfezionamento delle tecniche di registrazione hanno reso i materiali autentici facilmente disponibili.

Si è spesso obiettato che la mera autenticità pragmatica (nel senso visto sopra) non deve andare a scapito di un'autenticità "glottodidattica": il testo è dunque "autentico" solo se è stato preso dalla vita reale (oppure è stato creato ad hoc ma potrebbe essere stato trovato nella vita reale) e se è anche al livello adatto per lo studente cui viene proposto.


Autoapprendimento

Si tratta di una attività tipica dell'educazione degli adulti (> andragogia), che va tuttavia diffondendosi per le lingue straniere anche all'ambito universitario (si pensi a tutti i laboratori in self access [>]) e a quello scolastico.

In realtà nel settore della lingua materna e in quello delle lingue classiche l'autoapprendimento è possibile, soprattutto ad opera di adulti in grado di autovalutarsi, ma nelle lingue straniere neppure le tecnologie multimediali paiono poter far fronte a tutte le funzioni di un insegnante, il cui ruolo viene ridefinito come `tutoraggio'.


Autodettato > Ricopiatura.


Automatici, Processi > Processi automatici e controllati.


Autonomia nell'apprendimento > Glottomatetica, competenza.


Autopromozione

E' la meta [>] finale di ogni processo educativo, quindi anche dell'Educazione Linguistica. Una volta raggiunta un certo livello di culturizzazione [>] e di socializzazione [>], la persona può mirare alla propria autopromozione, cioè a realizzare il progetto di sé che governa la sua vita.

L'educazione linguistica deve dotare l'allievo di una competenza comunicativa nella lingua materna (e nelle eventuali seconde lingue parlate nella sua comunità) tale da non impedire la sua promozione personale e sociale, e di una competenza sufficiente nella lingua straniera da consentirgli di intrecciare rapporti e perseguire i suoi progetti all'estero.

Inoltre l'educazione linguistica contribuisce a migliorare le capacità cognitive e di apprendimento: in tal modo garantisce un prezioso contributo all'autopromozione della persona.

Alcune studiosi parlano di "auto-realizzazione"; abbiamo qui preferito "auto-promozione" per accentuare la dimensione dinamica del processo: una persona non si realizza mai, perché le si aprono davanti sempre nuovi orizzonti in cui pro-muoversi, andare avanti.


 Autorealizzazione > Autopromozione.


Avoidance

Questa parola inglese, che sta per "l'azione di evitare un ostacolo", descrive una strategia fondamentale per l'uso della lingua straniera: di fronte ad un ostacolo, ad esempio la difficoltà di esprimere un concetto o di trovare una parola, si ricorre a parafrasi o perifrasi.

La capacità di aggirare i propri punti di incertezza o di non conoscenza della lingua straniera viene considerata una delle caratteristiche che identificano la persona che ha attitudine [>] all'acquisizione linguistica.