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Ranking

Il termine inglese con cui è nota questa tecnica sta per "attribuzione di rango, collocazione in una successione gerarchica". Data una serie di frasi (giudizi critici, affermazioni di principio, ecc.) o di parole (aggettivi qualificativi, sostantivi che indicano sentimenti, ecc.) relative ad un testo che si sta analizzando, gli allievi devono indicare quale frase o parola è la più adatta per descrivere o commentare quel testo, quale la seconda, la terza, ecc.

Il ranking porta gli allievi a compiere due operazioni diverse: da un lato analizzare il testo in base a parametri dati, dall'altro confrontare le proprie scelte con quelle di altri e giustificarle. Non interessa tanto il prodotto (la scelta effettivamente operata) quanto piuttosto il processo di scelta.


Reading method

Malgrado il nome, non è un metodo [>] bensì un approccio [>], con una filosofia di fondo di matrice comunicativa [>], anche se le condizioni storiche del momento in cui fiorì (l'isolazionismo americano durante il ventennio tra le due guerre mondiali) riduceva la comunicazione internazionale allo scambio di scritti piuttosto che di persone. In un certo senso, il reading method rappresenta la variante scritta del metodo diretto[>], che privilegiava invece la comunicazione orale.

Tra i cardini del reading method c'era lo sviluppo delle strategie [>] di lettura piuttosto che lo sforzo di cogliere ogni singolo testo nella sua completezza&nbsp: scanning [>] e lo skimming [>] erano di fatto sviluppate anche se non erano ancora state definite in sede teorica. La grammatica era di tipo induttivo anziché deduttivo [>].

Dagli anni Ottanta in poi sono sempre più frequentemente organizzati corsi di sola lettura, soprattutto nell'ambito delle microlingue [>] scientifico-professionali.



Realia

Oggetti e altri materiali autentici [>] usati nell'insegnamento di una lingua straniera.


Recupero

Questo termine descrive un'attività che include diverse varianti, dal "rinforzo" al "ripasso", dal recupero "diffuso" a quello "intensivo"". Lo scopo di queste attività è comune: ovviare ad una difettosa o insufficiente acquisizione dei contenuti linguistici.

Nel caso del rinforzo si tratta di una terapia immediata, relativa a lacune ben precise individuate nel corso dell'unità didattica in cui sono state proposto o in quelle immediatamente successive: l'insegnante sa quale è il problema e, con esercizi e spiegazioni supplementari, rinforza la competenza dell'allievo.

Quando invece ci si trova di fronte a lacune imprecise, per cui non è questo o quell'argomento che risulta mal acquisito, ma è l'intero processo di acquisizione ad essere compromesso, si deve ricorrere ad un ripasso, se si ritiene che il difetto dipenda dall'aver mal seguito il percorso proposto dall'insegnante in classe, oppure ad un recupero se non si sa quando e perché si è inceppato il meccanismo di acquisizione. In questo caso il recupero può essere "diffuso", cioè affiancarsi alla normale attività didattica (fare per iscritto esercizi fatto oralmente in classe, leggere input supplementare, ecc.) oppure "intensivo" concentrato su alcuni aspetti grammaticali che comunque sono spesso zone critiche per lo studente con problemi.


Referenziale, Funzione

E' la funzione [>] espletata dalla lingua quando viene descritta per descrivere il mondo o riferire eventi.

Si realizza in atti comunicativi [>] quali chiedere e dare informazioni, scrivere una relazione, e così via. E' la funzione propria della microlingua [>] ed accentua la denotazione [>] a scapito della connotazione.


Registro > Sociolinguistica.


Regolativa, Funzione

Nel modello di Halliday questa funzione [>] rimanda all'uso della lingua per regolare il comportamento degli altri: è dunque una delle principali componenti pragmatiche [>] della lingua e figura tra le prime nello sviluppo del linguaggio, nonché tra le principali funzioni da sviluppare in un approccio comunicativo [>]. Spesso viene unita ad un'altra funzione hallidayana, quella strumentale [>], generando una funzione "regolativo-strumentale".

Qualunque sia il suo nome, essa si realizza con atti comunicativi [>] quali dare e ricevere istruzioni, ordini, consigli; i generi comunicativi [>] più tipici sono le istruzioni d'uso, le leggi, gli avvisi, e così via.


Relais

Secondo il modello di Barthes il relais è una delle due modalità di raccordo tra l'elemento verbale e quello iconico in un messaggio audovisivo [>].

In base a questo meccanismo, la lingua è essenziale perché l'immagine abbia significato, e questa a sua volta è essenziale per comprendere il testo. E' il meccanismo base dei messaggi filmati. I materiali visivi usati in glottodidattica sono inutili se il relais non è adeguato al livello di conoscenza dell'allievo (> Ancrage).


Relativismo culturale > Cultura.


Riassunto

Dato un testo orale o scritto di partenza, l'allievo deve produrre un testo orale o scritto riprendendo i nuclei essenziali e li disponendoli in sequenza temporale, causale, ecc. Il riassunto può essere di dimensione libera o prefissata.

Questa abilità [>] opera a livello cognitivo prima ancora che linguistico: richiede la comprensione dei nuclei informativi, la loro gerarchizzazione, la scelta delle informazioni e quella del tipo di sequenza da usare, la stesura di un testo di solito privo di discorso diretto.

La serie di operazioni che abbiamo sommariamente descritto spiega per quale ragione il riassunto sia da considerare una delle abilità più complesse e, allo stesso tempo, una delle tecniche più efficaci nel coinvolgere la globalità dei processi cognitivo-linguistici.


Ricopiatura

La ricopiatura è nota anche come "autodettato": non si copia meccanicamente, ma si legge un sintagma o una frase per poi di riscriverlo, verificando la correttezza della ricopiatura prima di muovere alla frase successiva.

Questa procedura concentra l'attenzione sull'ortografia, rispettando i ritmi individuali (caratteristica non presente nel dettato) e consentendo l'autocorrezione e l'autovalutazione. In realtà la ricopiatura comporta anche la comprensione completa del testo e serve ad evidenziare all'allievo eventuali lacune nella comprensione stessa.


Riempimento di spazi vuoti

L'allievo riceve un testo o una successione di frasi in cui mancano alcune parole, che devono essere inserite; le parole non sono scelte casualmente ma in base ad un preciso scopo didattico: nozioni di spazio, forme verbali, ecc. A seconda del tipo di parole eliminate si può lavorare sugli aspetti lessicali, morfosintattici, nozionali, funzionali, ecc. della lingua.


Riflessione sulla lingua

L'attività di riflessione vede come soggetto l'allievo e come oggetto l'intero complesso della competenza comunicativa [>], e si differenza dunque profondamente dall'insegnamento della grammatica, che ha come soggetto l'insegnante e come oggetto più frequente la morfosintassi e le regole testuali (si tratta della tipica prospettiva dell'approccio formalistico [>]). La contrapposizione tra riflessione sulla lingua e insegnamento della grammatica rimanda dunque alla dicotomia "deduttivo vs induttivo" [>]

La riflessione della lingua, che porta la grammatica "implicita" a divenire "esplicita", costituisce una delle attività cardine che la scuola può praticare per contribuire all'autopromozione [>] in quando rinforza processi cognitivi. E' infatti lo studente che, guidato dall'insegnante, deve creare delle rappresentazioni mentali del funzionamento della lingua rappresentazioni che in classe prendono la forma di schemi aperti [>] da riempire riflettendo, anziché degli schemi compiuti della tradizione formalistica [>]. Altre tecniche per la riflessione sono quelle di natura insiemistica [>], la seriazione [>], mentre per aiutare l'allievo a divenire consapevole dei propri processi si può ricorrere al think aloud protocol [>].

Proposto negli anni Settanta in Italia, il concetto di riflessione sulla lingua è ora al centro dell'interesse di glottodidatti di area anglosassone e francese del movimento di "Language Awareness" o "Éveil au langage", ed è alla base dell'approccio della consapevolezza pragmatica [>].


Rinforzo > Recupero.


Ripasso > Recupero.


Ripetizione regressiva

L'allievo ascolta e ripete una frase che è stata spezzata nei suoi sintagmi, i quali vengono proposti a partire dall'ultimo ricostruendo, stimolo dopo stimolo, l'intera frase (esempio: "con me?", "al cinema con me?", "vieni al cinema con me?").

La ripetizione regressiva serve a fissare le curve intonative. Se si chiedesse la ripetizione di una frase completa l'intonazione verrebbe difficilmente colta dall'allievo; se invece si segmentasse la frase e si proponessero i sintagmi dal primo in poi, ad ogni nuova aggiunta l'intonazione cambierebbe; ripetendo invece a ritroso, la curva intonativa rimane costante.


Ripetizione segmentata

Questa tecnica consiste nella ripetizione, individuale o corale, delle battute di un testo, segmentate secondo gruppi dotati di senso. Si tratta di una delle tecniche fondamentali per passare dall'ascoltare al parlare - anche se nulla vi è di creativo, per cui non si può parlare di 'produzione' orale.

L'approccio umanistico-affettivo ha messo in luce il fatto che spesso una richiesta precoce di produzione orale porta ad uno stato di ansia che non favorisce l'acquisizione [>]. La ripetizione segmentata, soprattutto svolta coralmente, permette di iniziare a parlare senza alcun rischio: per questa ragione e per il fatto che ciascuno è giudice di se stesso, la ripetizione motiva gli studenti e risulta ben accetta (> Delayed Oral Practice).


Roleplay, role-making, role-taking.

Si tratta di un continuum di attività che muove da una simulazione totalmente guidata (> drammatizzazione), diviene role-taking, in cui si ha un contributo limitato ad alcuni elementi, muove verso il role-making, in cui la creatività è presente in maniera più decisa, per giungere fino al roleplay, in cui si costruisce un dialogo sulla base di una situazione, lasciando alle coppie o ai gruppi la scelta delle strategie, della dimensione della performance, di alcuni elementi contestuali. Del roleplay fa parte anche un variante detta "scenario" [>].

Si tratta di un complesso simulative di tecniche miranti ad esercitare l'abilità di dialogare [>] e la componente socio-pragmatica [>] della competenza comunicativa (di cui comunque vengono attivate anche tutte le altre componenti).

Il roleplay può essere utilizzato anche nell'ambito dell'educazione letteraria e storica, realizzando ad esempio discussioni tra personaggi della storia della letteratura o 'interviste impossibili' tra un allievo e, ad esempio, Leopardi.


Routine

In linguistica pragmatica [>] si distingue tra "atti linguistici" [>] che hanno una reale forza pragmatica, che producono cioè un esito sociale, e "routines", cioè atti che in realtà sono stereotipi e non aggiungono nulla: saluti prevedibili (non quelli che servono a distinguere tra rapporto formale ed informale), domande del tipo "come stai", congedi, ecc. Un esempio tipico è l'uso inglese di thank you oppure di please totalmente scollegati dall'atto di "ringraziare" .

Secondo alcuni studiosi, le attività di roleplay [>] dovrebbero indicare agli allievi solo i veri atti comunicativi [>] che danno senso allo scambio comunicativo, lasciando all'inventiva degli attori l'esecuzione delle routines.