E


EAP

Sigla che indica lo studio dell'inglese per scopi accademici (English for Academic purposes) . Su questa espressione è stata calcata "Lingua per scopi accademici" [>]


Educazione vs Istruzione

E' una dicotomia basilare per le scienze dell'educazione. L'educazione, che costituisce lo specifico della pedagogia, si occupa della definizione delle mete educative [>], mentre l'istruzione, che costituisce lo specifico della metodologia didattica, si occupa della definizione degli obiettivi [>] attraverso i quali realizzare il processo educativo.

In glottodidattica il livello educativo si traduce nella definizione di approcci [>] e quello istruttivo in metodi [>].

Per effetto della ricerca anglofona (dove l'opposizione education / instruction era meno chiara che nella tradizione italiana) sta entrando anche in italiano un terzo termine, "addestramento", che spesso viene lasciato in inglese, training. Con questo termine applicato allo studio di una lingua straniera ci si riferisce a corsi brevi, intensivi, mirati ad uno scopo molto preciso (ad esempio la visita di un manager all'estero), mentre usando training in espressioni come teacher training o in-service training (INSET) ci si riferisce alla formazione iniziale oppure continua dei docenti. Anche in Gran Bretagna l'uso di training, considerato troppo legato alla professionalità spicciola, viene oggi messo sotto accusa e si sta introducendo il termine formation.


Educazione bilingue

Si realizza l'educazione bilingue quando due (o più) lingue vengono usate come veicolo per l'insegnamento delle varie materie scolastiche.

In realtà si hanno due diverse situazioni di educazione bilingue:

- in aree bilingui, l'attività didattica viene svolta nelle due lingue in contatto sulla base di parametri quali one person one language (cioè ogni insegnante usa sempre e solo la propria lingua materna), oppure con divisioni di aree (alcune materie in una lingua, altre nella seconda lingua), oppure ancora sulla base di periodi (specialmente nella scuola dell'infanzia e in quella elementare: un giorno o una settimana in una lingua, un giorno o una settimana nell'altra); lo scopo dell'educazione bilingue in questo caso è quello di creare delle persone bilingui;

- in alcune scuole (ad esempio i cosiddetti "licei europei") l'insegnamento di una materia viene svolto nella lingua studiata come lingua straniera per alcune ore la settimana. In questo caso siamo nell'ambito dell'istruzione piuttosto che dell'educazione bilingue: lo scopo non è quello della formazione di una persona bilingue, ma più semplicemente quello di fornire un input ulteriore nella lingua straniera durante l'apprendimento di un'altra materia, innescando così la "regola del dimenticare" teorizzata da Krashen (> Second Language Acquisition Theory), secondo la quale si acquisisce con più facilità quando ci si dimentica che si sta usando la lingua straniera o seconda.


Educazione letteraria

L'educazione letteraria si interessa di un aspetto particolare dell'uso linguistico e fa parte dell'educazione estetica, ma viene di solito curata dagli stessi insegnanti che operano nell'educazione linguistica [>]

L'educazione letteraria mira all'insegnamento dell'abilità di lettura [>] dei testi [>] letterari; in alcuni casi, all'abilità di lettura si aggiunge l'insegnamento del modo in cui collocare ogni testo nel proprio contesto storico-culturale

In particolare, insegnare a leggere testi letterari significa farne comprendere il distacco dalla lingua d'uso quotidiano, lo scarto, la deviazione, l'innovazione, la reinvenzione, la rottura del linguaggio: scarti fonologici (quali la rima, il ritmo, le allitterazioni) e grafici (versi, calligrammes, alla poesia visiva, ecc.); devianze morfosintattiche e soprattutto lessicali, quali le figure retoriche; i testi letterari sono vincolati da regole retoriche ed esiste una grammatica dei generi letterari cui un autore può aderire o nella quale può introdurre innovazioni...


Educazione linguistica

Con "educazione linguistica" si intende un processo unitario che si realizza attraverso l'insegnamento / apprendimento della:

- lingua materna, che nella tradizione viene identificata con la lingua nazionale o con una lingua ufficiale; in realtà ci sono molte lingue "materne" che non vengono insegnate, pur essendo le lingue in cui una persona pensa;

- lingua seconda [>] cioè la lingua non-materna nelle aree bilingui in cui il bilinguismo è riconosciuto e sostenuto;

- lingue straniere [>];

- lingue classiche [>], nei tipi di scuola in cui si insegnano il latino e/o il greco antico;

- lingue etniche [>], cioè le lingue dei gruppi di immigrati.

Il concetto di educazione linguistica comporta che gli insegnanti impegnati nell'insegnamento linguistico devono procedere unitariamente e concordare sull'idea di lingua [>] come "forma" o come "azione sociale", come "norma" o come "uso"; sulla terminologia da usare; sullo sviluppo delle abilità [>], soprattutto di quelle con una forte componente cognitiva; sul lavoro su particolari generi [>] testuali; sul processo di analisi linguistica.

La filosofia di fondo dell'integrazione delle varie lingue in un unica concetto di educazione linguistica (e, in parallelo, di educazione e letteraria [>] e microlinguistica [>]) consiste nello spostamento del fuoco d'interesse dalla lingua come prodotto (un testo, una regola o una performance in una data lingua) alla lingua come processo comunicativo, espressivo e cognitivo insieme. Lo sviluppo dei processi, quindi, e non solo la realizzazione di prodotti è l'obiettivo dell'educazione linguistica e si concretizza nelle tre mete educative [>] generali di ogni processo formativo: la culturizzazione [>], la socializzazione [>] e l'autopromozione [>] del soggetto.


Educazione microlinguistica

Tradizionalmente l'insegnamento delle microlingue [>] scientifico-professionali si collocava nell'ambito dell'istruzione (se non dell'addestramento [>]) piuttosto che sul piano formativo (> Educazione vs istruzione), era cioè caratterizzato dalla necessità di raggiungere alcuni obiettivi precisi.

Oggi, in una società in cui le scienze, la tecnologia, le professioni tutte sono caratterizzate da una rapidissima evoluzione, e dalla conseguente obsolescenza delle competenze e delle abilità, si parla sempre più spesso di "educazione" microlinguistica, cioè di un processo di formazione per cui lo studente non impara tanto quelle specifiche abilità, quel lessico, quello stile che caratterizza una microlingua ristretta, quanto piuttosto impara ad imparare microlingua in prospettiva di formazione continua, perseguendo le classiche mete educative [>] della culturizzazione [>] (l'aggiornamento continuo nella cultura tecnico-scientifica), della socializzazione [>] (il gruppo degli specialisti in un settore professionale non riconosce chi vuole entrare e non ne condivide il linguaggio, cioè la microlingua) e l'autopromozione [>] culturale, sociale, cognitiva attraverso la microlingua specifica del settore.


Effetto "alone" e "Pigmalione"

Si tratta di due fattori di natura simile che possono compromettere l'affidabilità del giudizio di un docente sul profitto di un allievo.

L'effetto "alone" descrive un fenomeno psicologico per cui la simpatia o l'antipatia dell'insegnante per l'allievo si riflettono in una maggiore o minore disponibilità a considerare, ad esempio, gli errori come semplici sbagli.

L'effetto "Pigmalione" descrive il fenomeno per cui ogni docente si crea una sua immagine dell'allievo, per cui è lento nell'accorgere di cambiamenti del profitto che lo costringono a riaccomodare la sua immagine; l'effetto Pigmalione, ad esempio, spiega perché lo studente qualificato come "negativo" nella percezione del docente si veda accusato di aver copiato quando finalmente produce un test sufficiente.


Efficacia

E' la principale caratteristica di una comunicazione dall'esito felice, che cioè consente ai partecipanti all'evento [>] comunicativo di raggiungere i loro scopi.

Si può avere una comunicazione efficace, anche con atti comunicativi poco o affatto appropriati [>] alla situazione socio-culturale e non corretti [>] sul piano linguistico e in molti casi di approccio comunicativo [>] molto spinto l'efficacia è stata in effetti estremamente privilegiata, ma la glottodidattica odierna contesta la riduzione della competenza comunicativa [>] alla pura efficacia pragmatica.


EIB, EII, ES

Sigle che corrispondono ai diversi livelli della certificazione [>] ufficiale di conoscenza della lingua spagnola rilasciata dall'Istituto Cervantes. I livelli sono Español Intermedio Inicial (EII), che corrisponde al livello soglia, Español Intermedio Bàsico (EIB), che è il livello minimo per essere accolti in università spagnole, ed Español Superior (ES).


Elementari, Insegnamento delle lingue nelle scuole > Precoce.


Elicitazione

Tecnica didattica che consiste nell'estrarre, attraverso domande, suggerimenti, brainstorming [>], ecc. informazioni o frammenti di informazioni che i vari allievi posseggono ma che, essendo distribuiti in maniera casuale ed incompleta nella classe, non appaiono significativi se non dopo che, elicitandoli, l'insegnanti di collega tra di loro.

Il ruolo di questa tecnica è fondamentale per il processo di anticipazione [>], cioè per l'attività iniziale del processo di comprensione [>]: attraverso l'elicitazione, infatti, l'insegnante riesce a rendere consapevoli gli studenti di quello che già sanno e su cui possono innestare il nuovo input [>].


Emotiva, Funzione

Nel modello di Jakobson di analisi delle funzioni [>], quella emotiva si realizza quando la lingua viene focalizzata sull'emittente, su colui che parla o scrive.


Enciclopedia

E' il complesso di conoscenze del mondo che l'allievo possiede, spesso inconsapevolmente o in maniera non strutturata (> Elicitazione). Sull'enciclopedia si basa l'attività di anticipazione [>], che è essenziale al processo di comprensione [>] .

L'organizzazione dell'enciclopedia è da decenni oggetto di dibattito tra gli psicologi; rilevanti sul piano glottodidattico sono alcune dei concetti elaborati in ambito psicologico a questo proposito, e precisamente quelli di schema [>] e di copione o script [>], nonché la dicotomia tra conoscenze dichiarative e procedurali [>].


Ermeneutico, approccio

Piuttosto che un approccio autonomo quello ermeneutico si presenta come una variante dell'approccio comunicativo in cui viene accordata enorme rilevanza ai processi di comprensione [>] del testo [>] nel suo complesso, con un'accentuazione dell'empatia con colui che ha prodotto il testo, in uno sforzo particolare di cogliere il significato profondo.

Questa impostazione, che non si limita all'educazione letteraria [>] come il nome potrebbe indurre a credere, è propria della glottodidattica tedesca.


Errore

A differenza di uno "sbaglio", cioè una devianza dovuta a disattenzione momentanea, il concetto di "errore" di riferisce ad una devianza stabile, sistematica.

L'approccio formalistico [>] considerava l'errore come un fenomeno assolutamente negativo, da punire per stroncarlo.

L'approccio strutturalistico [>] interpretava diversamente l'errore, considerandolo essenzialmente l'effetto del transfer [>] negativo causato dall'interferenza [>], da evitare attraverso studi di linguistica contrastiva [>] che potevano prevedere gli errori e quindi consigliare esercizi strutturali [>] volti a prevenirli o curarli.

Con l'approccio comunicativo [>], e come effetto delle ricerche psicolinguistiche [>], specialmente della teoria dell'interlingua [>], l'atteggiamento verso l'errore è radialmente mutato. Lungi dall'essere un fatto puramente negativo, da punire, l'errore viene visto come fonte per cogliere, attraverso le incertezze e le approssimazioni, il processo di acquisizione della lingua: è una fonte preziosa di informazione, che va analizzata e che va corretta solo in quanto impedisce la comunicazione. Infatti, in una didattica basata sulla soluzione di problemi, su "compiti" [>], quanto preoccupa di più non è tanto l'errore in meri termini di correttezza [>], ma anche di appropriatezza [>] e, soprattutto, di efficacia [>] pragmatica.


Esclusione (Odd Man Out)

Gli allievi devono individuare uno o più elementi di un insieme di elementi linguistici (parole, espressioni, nozioni, ecc.) che non condividono con gli altri una caratteristica (ad esempio, un singolare all'interno di un insieme di nomi plurali). A livello più complesso, si può presentare una serie di testi (lettere, testi letterari, ecc.) correlati tra loro, tra i quali ne compare uno estraneo: un destinatario diverso, una poesia di un secolo o tema o genere differente, ecc. Un'altra variante di natura testuale riguarda il lavoro su un testo già affrontato al cui interno vengono inseriti elementi nuovi, che possono andare da semplici aggettivi a informazioni totalmente nuove.

E' una tecnica adatta a stimolare la lettura intensiva e la riflessione sulla lingua.


Esecuzione > Competenza.


Esercizio

Fino a due decenni fa questo termine indicava qualsiasi attività di uso scolastico della lingua; oggi si tende a definire "esercizio" un'attività mirata ad applicare alcuni aspetti specifici, spesso con un'ottica di manipolazione più che di uso creativo, mentre le attività di carattere più comunicativo rientrano tra i "compiti"[>].


Esperanto > Internazionale, lingua

 

Esplicitazione

E' una tecnica utilizzata per stimolare la riflessione sui pronomi: l'allievo deve tracciare una freccia collegando ogni pronome al proprio referente oppure deve sottolineare ogni pronome e scrivere accanto il referente.

In tal modo si mira al rafforzamento della competenza testuale [>], particolarmente dei meccanismi di coesione e di referenza.


Esponente

Nell'ambito del metodo nozionale-funzionale [>] così come lo ha prospettato il Progetto Lingue Moderne/Vive [>] del Consiglio d'Europa, l'esponente è l'espressione linguistica che realizza un atto comunicativo [>].

Non c'è sempre corrispondenza diretta tra atto ed esponente; infatti:

- ogni atto comunicativo può realizzarsi con più esponenti; ad esempio, l'atto di "salutare" può avere esponenti sinonimici ("ciao", "salve", ecc.) oppure esponenti differenti per il registro ("Ciao" vs "Buon giorno") o diversi a seconda della situazione ("Buon giorno" vs "Buona sera");

- uno stesso esponente può realizzare più atti comunicativi; ad esempio, l'esponente italiano "Scusi" realizza, pur con diverse intonazioni, tre atti comunicativi, che in inglese richiedono tre esponenti diversi: scusarsi (sorry...), attirare l'attenzione (excuse me!), chiedere la ripetizione di una parola non compresa (pardon?).


Etnica, lingua

Si definisce "etnica" la lingua della comunità d'origine di una persona quando questa lingua non sia la sua lingua materna, ma sia comunque presente nell'ambiente degli immigrati: è il caso ad esempio dei figli di immigrati italiani in America, che spesso crescono in distretti a fortissima percentuale di italiani, e quindi possono sentire l'italiano parlato in casa e tra gli amici dei genitori e in stazioni televisive locali ma senza per questo configurarsi come italiano lingua seconda [>].

In America si tende a stabilire un'ulteriore differenza, per cui la lingua etnica può essere family language, se si tratta di famiglie immigrate e stanziate in zone in cui non ci sono altri immigrati della stessa provenienza, e community language, quando c'è una vera e propria comunità per cui la lingua etnica è effettivamente usata anche fuori di casa.


Etnografia / etnometodologia della comunicazione

E' una branca dell'antropologia [>] (secondo altri: della sociolinguistica [>]) che studia il modo in cui all'interno di una cultura si definiscono le strategie comunicative con cui i membri della comunità perseguono i loro fini personali e sociali.

Gli studi di questo tipo hanno dato un grande contributo alla glottodidattica perché le hanno permesso di definire meglio il concetto di competenza culturale [>] che è necessario per raggiungere una competenza socio-pragmatica [>] appropriata.


Evento comunicativo

E' l'unità base di analisi pragmatica e antropolinguistica. Esso avviene in una situazione [>], comprende un testo [>] linguistico ed una serie di messaggi extralinguistici [>] usati per far sì che alla fine dell'evento la situazione sia diversa da quella iniziale (si saranno scambiate, ad esempio, informazioni; si saranno messe in moto azioni; si saranno mutati i ruoli dei partecipanti; ecc.).

Alcuni eventi possono essere brevissimi (il grido "aiuto" di chi sta annegando, seguito dal tuffo e dall'azione del bagnino), altri possono richiedere anche mesi, come alcune operazioni commerciali (dalla visita alla fiera alla dichiarazione finale di ricevuta, attraverso preventivi, ordinativi, fatture pro-forma e reali, lettere di addebito e accredito, eventuali reclami, giustificazioni, ecc.).


Expectancy Grammar > Anticipazione.


Extralinguistica, Competenza

Prendendo le mosse dal concetto chomskiano di competenza [>] e dalla sua accezione allargata di competenza linguistica [>], gli studiosi di sociolinguistica e pragmalinguistica hanno definito la nozione di "competenza extralinguistica". Essa include i codici non verbali che si accompagnano a quello verbale sottolineandolo o modificandolo: la competenza cinesica [>], quella prossemica [>] e quella oggettuale [>].

Alcuni studiosi collocano tra i codici extralinguistici anche la dimensione paralinguistica [>], cioè il tono di voce la velocità dell'eloquio, ma in glottodidattica questa viene spesso considerata come una parte della competenza fonologica [>].

La competenza extralinguistica è essenziale ai fini di un approccio comunicativo; per essere insegnata essa richiede l'uso di materiali autentici [>] audiovisivi [>].