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Genere comunicativo

Ogni testo [>] si realizza all'interno di forme pre-strutturate, dette "generi", il cui ruolo è fondamentale nel facilitare sia la produzione (specie la fase di progettazione [>]) sia la comprensione (specie la fase di anticipazione [>]): sapendo infatti che in una data cultura una barzelletta (o una conferenza, o una lettera, o qualunque altro genere) è strutturata in un dato modo, sia l'autore del testo sia il suo fruitore sono facilitati.

Una grammatica dei generi è ancora in elaborazione, ma i pochi studi che si hanno indicano una grande varietà profonda nella strutturazione dei generi nelle varie culture, per cui sul piano didattico è opportuno portare gli studenti ad una riflessione esplicita sulle differenze tra i generi in lingua materna (che, proprio perché noti, tendono ad essere assunti per universali) e quelli nelle lingue che si stanno studiando.

La nozione di "genere" non va confusa con quella di "tipo" (> Testo), che si riferisce alla natura profonda, concettuale, del testo che viene prodotto. Esistono pochi tipi (da cinque a otto, secondo le tipologie classiche), mentre i generi sono decine e decine: ad esempio, il tipo "testo letterario" si realizza in decine di generi e sottogeneri letterari, ciascuno con sue regole specifiche, diverse da cultura a cultura.


Globalità

Nella struttura dell'unità didattica [>] la fase della globalità è quella che, dopo un'introduzione motivazionale, presenta all'allievo il testo di partenza, quello che precisa il tema dell'unità e che racchiude buona parte dell'intake previsto (> Input vs Intake). Il testo è di solito orale e dialogato nelle fasi iniziali dell'apprendimento scolastico, ma nelle fasi avanzate può essere costituito anche da materiale scritto, e con l'uso sapiente della tecnologia [>] può anche essere multimodale: ad esempio, la presentazione della stessa notizia in diversi generi [>]: comunicato radiofonico, servizio in un telegiornale, dispaccio d'agenzia, articoli di giornali di diversa tendenza. In caso di input complesso e nell'insegnamento delle microlingue [>] scientifico-professionali e della letteratura (> Educazione letteraria) la fase di accostamento globale è di solito ripetuta più volte, una per ogni testo che compone il complesso di materiali iniziali dell'unità didattica.

Caratteristica di questa fase è la sua induttività, il fatto di rivolgersi alla modalità "destra" del cervello (> Bimodalità), di prevedere una comprensione estensiva [>] prima di procedere alle attività di analisi [>].


Glottodidassi vs glottodidattica > Glottodidattica


Glottodidattica

E' la scienza dell'educazione linguistica [>] e, almeno per gli aspetti attinenti l'uso della lingua, si interessa anche dell'educazione letteraria [>] e microlinguistica [>].

Per decenni è stata identificata con la linguistica [>] applicata, cioè con la semplice trasposizione nei materiali didattici e nell'attività di classe delle indicazioni che provenivano dalla linguistica teorica: l'approccio formalistico applicava all'insegnamento la grammatica descrittiva (e nei casi più estremi, la traduceva in grammatica normativa) basata sul modello della Grammaire Raisonnée de Port Royal; l'approccio strutturalistico [>] applicava all'insegnamento la linguistica tassonomica americana; alcune realizzazioni dell'approccio comunicativo [>] sono mere applicazioni della pragmalinguistica [>] e della sociolinguistica [>]. In altri casi la glottodidattica è stata intesa come applicazione di metodiche tipiche della psicologia (> Clinici, approcci e metodi).

Questa tendenza è stata sottoposta ad una critica epistemologica fondamentale negli anni Sessanta. Si è obiettato che la linguistica è una scienza finalizzata alla conoscenza, come la biologia o la chimica, mentre la glottodidattica è finalizzata alla soluzione di un problema (l'acquisizione della lingua), come la medicina, che vuole risolvere problemi di natura biologica attraverso farmaci di natura chimica.

Come è il medico che decide quali implicazioni trarre, per risolvere i suoi problemi, dalla biologia e dalla chimica, così è il glottodidatta che decide quali implicazioni trarre dalle scienza del linguaggio, dall'antropologia, dalle scienze psicologiche, dalle teorie pedagogiche.

La glottodidattica dunque si configura come una scienza pratica ed interdisciplinare, legata alle scienze teoriche di riferimento da un meccanismo di implicazione e non di meccanica applicazione.

All'interno della ricerca glottodidattica si individuano una componente teorica (mirante a conoscere il meccanismo dell'acquisizione linguistica, al fine di derivarne degli approcci [>]) ed una componente operativa, spesso detta "glottodidassi", che porta alla definizione di metodi [>] e alla selezione delle tecniche [>] e delle tecnologie [>] adeguate.

Questa concezione della glottodidattica, che è propria dell'Italia, sta diffondendosi in Europa, e in inglese alcuni autori usano già il termine educational linguistics al posto di Applied linguistics.


Glottomatetica, competenza

Questo è il termine classico per indicare concetti quali "autonomia dell'apprendimento" oppure "imparare ad imparare", calcati su espressioni inglesi.

La competenza glottomatetica permette all'allievo due operazioni, una sincronica attraverso il meccanismo del transfer [>], per cui utilizza per una disciplina conoscenze o abilità di acquisizione che ha fatto proprie in altre discipline, e una diacronica, per cui il fatto di aver studiato una lingua insegna a proseguire per tutta la vita sia nel perfezionamento di quella lingua sia nell'acquisizione più agevole di altre lingue. (> Matema).


Glottotecnologia > Tecnologia glottodidattica.


Grad(u)azione

Si tratta di uno dei princìpi base della grammatica pedagogica [>], della glottodidattica umanistico-affettiva [>] e della Second Language Acquisition Theory [>].

Mentre nei secoli in cui dominava un'accezione descrittiva e/o normativa della grammatica i materiali da apprendere venivano presentati all'allievo secondo una successione spesso basata su tradizioni empiriche e sulle "parti del discorso", oggi si presentano anzitutto le forme che, per la loro frequenza o per la loro capacità di generare comunicazione, risultano più produttive; decisa la successione delle principali "regole" (intese come meccanismi di funzionamento della lingua, non come norme da applicare passivamente), si individuano in ciascuna di esse dei nuclei forti da presentare per primi, per poi integrarli in seguito con l'analisi delle peculiarità, delle eccezioni, ecc., secondo un percorso a spirale.

A questa grad(u)azione linguistica e pragmatica si affianca una grad(u)azione legata alla motivazione (una regola che consente di realizzare atti comunicativi psicologicamente rilevante per l'allievo viene anticipata, anche se la sua utilità globale è minore di altre regole) e alla dimensione psicodidattica (ad esempio, nell'insegnamento precoce vengono anticipate regole che consentono una glottodidattica ludica [>] o una Total physical response [>]).

Infine, la grad(u)azione è essenziale nella prospettiva della Seconda Language Acquisition Theory [>] di Krashen, dove rimanda all'ipotesi dell'ordine naturale [>] di acquisizione.


Grafemica, Competenza

E' una componente della competenza linguistica [>] e riguarda la capacità ortografica di scrittura.

Problemi di ordine grafemico emergono nello studio di tutte le lingue, ma i particolare in quelle che usano alfabeti diversi da quello latino oppure ideogrammi.


Grammatica

Una grammatica è un sistema di regole, intese come meccanismi di funzionamento di una lingua. Tradizionalmente "grammatica", al singolare, comprendeva l'intero complesso di regole di una lingua, mentre oggi si preferisce usare "grammatiche" al plurale, precisando di volta in volta l'ambito: grammatica fonologica, grafemica, testuale, sociolinguistica, e così via per tutte le componenti che costituiscono la competenza comunicativa [>].

La padronanza delle regole di una grammatica viene chiamata "competenza" [>].

Nel Sette-Ottocento in poi la glottodidattica privilegia la grammatica descrittiva, trasformata in grammatica prescrittiva: in questo senso la glottodidattica è "linguistica applicata" [>] all'insegnamento. Già dalla fine del secolo diciannovesimo, tuttavia, si fa strada il concetto di "grammatica pedagogica": lo scopo della grammatica non è più solo quello di individuare i meccanismi di funzionamento della lingua studiata, ma anche quello di graduarli in ordine di importanza, di individuare per ciascuna regola un nucleo forte da presentare per primo e poi una serie di completamenti (eccezioni, peculiarità, ecc.) da insegnare in seguito, tornando sulle singole regole in un percorso a spirale.


Grammatico-traduttivo, Approccio > Formalistico.


Griglia

Questa tecnica si basa sulla 'griglia' di possibilità offerte dall'incrocio di due variabili, una disposta sulle ordinate ed una sulle ascisse di un piano cartesiano.

Essa è ritenuta di solito adatta per guidare-verificare solo la comprensione di dati referenziali, ma si presta in realtà anche a lavorare sulla comprensione profonda: si pensi, ad esempio, ad uno schema che riporta nella colonna orizzontale i nomi dei personaggi di un racconto o di un romanzo e nella colonna verticale una lista di possibili scopi non dichiarati per le loro azioni: agli allievi l'esecuzione richiesta può parere minima (segnare crocette nella casella giusta) ma ciò che si chiede è in realtà una analisi approfondita in termini inferenziali.


Gründdeutsch > Dizionario vs Vocabolario.



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Heritage program

L'espressione è propria dell'ambito canadese in cui, negli anni Sessanta-Ottanta, si sono istituiti corsi speciali di lingua etnica [>], tenuti fuori dall'orario scolastico.

Oggi prevale l'espressione community language e si cerca di riportare l'insegnamento nell'ambito dell'attività scolastica.