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Parafrasi

La parafrasi si realizza producendo un testo che ha lo stesso significato e una struttura parallela a quelli di un testo di partenza, da cui si differenzia sul piano lessicale e morfosintattico; inoltre è escluso il discorso diretto, anche se il testo di partenza è un dialogo.

La parafrasi sviluppa la competenza lessicale [>] in quanto richiede l'uso di sinonimi, di iperonimi ("fiori" in sostituzione di "rose, viole e ciclamini"), di iponimi, di locuzioni idiomatiche; inoltre essa richiede l'esplicitazione dei riferimenti pronominali, delle metafore, delle metonimie, ecc. Nell'eliminazione del discorso diretto, anche l'aspetto sintattico viene esercitato.


Paralinguistica, Competenza

Consiste nella capacità di un corretto uso del tono di voce e della velocità di eloquio.

In realtà più che di una competenza autonoma si può forse parlare di una componente della competenza fonologica [>].


Paratesto

E' la serie di informazioni che accompagnano un testo scritto (fotografie, titoli, didascalie, ecc.) o che si possono dedurre dal layout grafico (ad esempio, scoprire se si tratta di un'intervista, di una poesia, di una lettera, ecc.).

Il paratesto è fondamentale per aiutare a definire il contesto [>] e per svolgere attività di anticipazione [>].


Parlare

Parlare è una delle quattro abilità [>] linguistiche.

Si terranno divise, in questa sede, due abilità che spesso vengono confuse nella prassi didattica:

- parlare in un monologo [>], che è una abilità primaria, insieme a ascoltare, leggere e scrivere;

- parlare in un dialogo [>], che è un'abilità integrata.


Parola chiave

Prima di presentare un testo in lingua straniera o classica per una attività di comprensione è necessario fornire all'allievo, nella sua lingua materna o attraverso disegni, mimica, ecc., alcuni concetti o alcune parole "chiave", senza le quali non è possibile comprendere il testo nella sua globalità. Ad esempio, Biancaneve non è comprensibile se non si conosce la parola "nano".

Spesso si confondono le parole "chiave" con le parole che, più semplicemente, sono ritenute difficili dall'insegnante.


Parole > Langue vs Parole.


Pattern drill > Strutturali, esercizi.


Performance > Competenza vs Esecuzione


Performativa, Competenza

Malgrado il qualificatore "performativa", non si rimanda alla teoria degli atti linguistici (dove si teorizzano gli "atti perfomativi") ma alla linguistica pragmatica [>] ([>] Socio-pragmatica, competenza).


Periodo critico

Negli anni Sessanta Lenneberg ha individuato, tra i fondamenti biologici del linguaggio, la caratteristica detta "plasticità" [>]. Essa è particolarmente attiva durante i primi anni della vita di una persona, per regredire sensibilmente dopo la pubertà, età in cui si conclude il "periodo critico" per l'acquisizione linguistica. Su queste basi si sono sostenuto molte delle proposte di insegnamento precoce [>] delle lingue straniere e si sono spiegate alcune delle difficoltà dell'insegnamento delle lingue ad adulti (> andragogia).

Recentemente alcuni studiosi hanno messo in discussione il concetto di "periodo critico", sostenendo che si tratterebbe più che di una caratteristica neurolinguistica si tratta di una condizione affettiva ed ambientale (tutti si curano di insegnare al bambino e questi è psicologicamente disposto ad apprendere, soprattutto se l'apprendimento coincide con il gioco). In altre parole, le potenzialità di apprendimento non vengono meno, ma sono ridotte dal mutato ruolo sociale ed affettivo che si ricopre dopo la pubertà.

Nelle neuroscienze l'accezione di "periodo critico" è leggermente diversa: si tratta del periodo (sempre localizzato nella fase di massima plasticità [>], cioè l'infanzia) in cui è possibile sviluppare il linguaggio anche se ci sono stati dei danni ai centri linguistici, riqualificando altre aree del cervello per svolgere le funzioni non più disponibili a seguito dei danni.


Periodo silenzioso

Sia nell'acquisizione della lingua materna sia nell'apprendimento spontaneo [>] di una lingua seconda si è notato che c'è un periodo in cui la persona, pur avendo chiaramente acquisito un dato elemento, non lo usa.

Si sono date varie interpretazioni, tra cui l'ipotesi che si acquisiscano, e quindi si usino, solo sistemi completi (ad esempio, non si acquisirebbe "bello" senza il suo antonimo "brutto": solo a sistema completato la coppia di parole passerebbe dalla memoria a breve termine a quella stabile e verrebbe usata).

Nell'apprendimento delle lingue, il periodo silenzioso è spesso legato anche alla paura di fare brutte figure, alla sensazione di insicurezza. Per ovviare a questi problemi, che inseriscono un forte filtro affettivo [>] è sempre più spesso messa in atto la delayed oral practice [>].


Personale, funzione

Si realizza questa funzione [>] quando la lingua viene usata per comunicare dati relativi a chi parla. Gli atti comunicativi che la realizzano sono quelli in cui il parlante si presenta, dice la propria età, l'indirizzo, la professione; oppure descrive i proprio stato fisico, i sentimenti, i gusti, e così via.

Questa funzione richiede una forte attenzione alla connotazione [>] oltre che alla semplice denotazione.


PET > CAE, CEIBT, CEIC, CPE, FCE, PET


Picasso, Dettato > Dettato-disegno.


Pidginizzazione

Una varietà pidgin di una lingua è quella lingua fortemente semplificata tanto da risultare spesso incomprensibile a un madrelingua. Lo scopo è quello di estremizzare le caratteristiche di una lingua franca [>], avendo come unico parametro l'efficacia pragmatica [>].

In glottodidattica, soprattutto negli anni Ottanta, l'ipotesi dell'interlingua [>] ha ripreso il concetto di "pidginizzazione", rilevando come in un approccio comunicativo [>] un certo livello di imperfezione sia connaturato, laddove l'istanza comunicativa prevale sull'accuratezza formale. Quindi il processo di acquisizione linguistica sarebbe in realtà il passaggio da un pidgin (in cui non si hanno errori da sanzionare ma solo devianze da "curare") ad una lingua franca, per giungere lungo l'asse dell'interlingua a una padronanza sempre più vicina a quella di una madrelingua.


Plasticità

In neurolinguistica [>] la plasticità indica la capacità delle cellule neuroniche del cervello di cambiare la loro funzione o di apprendere nuove funzioni.

Il concetto di plasticità è stato posto da Lenneberg alla base della sua teoria del periodo critico [>], a sua volta utilizzato come fondamento per giustificare l'insegnamento precoce [>] delle lingue straniere.


Poesia (Fissazione del lessico)

Malgrado venga usualmente ritenuta una tecnica di fissazione del lessico, la "Poesia" proposta da Mollica negli anni Settanta serve anche per riflettere sul lessico, specie sulla connotazione [>].

Questa tecnica si realizza chiedendo agli allievi di lavorare in gruppetti e creare una "poesia" su un tema dato, usando un sostantivo nel primo verso, due aggettivi nel secondo, tre verbi nel terzo; poi si aggiunge un quarto verso libero e il quinto, che chiude, riprende il sostantivo iniziale o il suo antonimo.

Quando i gruppi hanno concluso, si crea la sintesi alla lavagna: tutti gli aggettivi proposti dai gruppi devono essere ridotti a due, tutti i verbi a tre; in tal modo si discute sulla connotazione, sulla forza evocativa del lessico. Ma in tal modo si rafforza anche la competenza lessicale [>] lavorando su campi semantici ben precisi, che facilitano la fissazione.


Poetica, Funzione

Nel modello di Jakobson questa funzione [>] indica l'uso della lingua focalizzato sul messaggio stesso, sulla sua qualità formale: è la lingua della letteratura, dei giochi di parole, della pubblicità. E' quindi uno degli specifici obiettivi dell'educazione letteraria.


Poliglossia > Bilinguismo


Politica linguistica

Esistono due diverse accezioni di questo concetto: una forte, per cui la politica linguistica è uno degli specifici campi di studio della glottodidattica, un'altra più sfumata che osserva come la glottodidattica sia una delle componenti negli studi che portano alla definizione della politica linguistica di una società.

Al di là delle due angolature, il concetto rimane ambiguo e necessita di ulteriori precisazioni, in quanto si articola in almeno tre livelli:

- livello personale, per quanto riguarda il grado di rispetto della lingua del singolo individuo in un contesto sociale che include anche altre lingue nel proprio repertorio;

- livello politico, relativo al rapporto tra le lingue nelle società plurilingui;

- livello scolastico, relativo al "paniere" di lingue proposte ed ai relativi programmi.


Poster

Tabellone appeso alla parete o ad appositi sostegni (flip poster) usato per:

- sintetizzare aspetti grammaticali: è l'uso che se ne fa soprattutto nella suggestopedia [>] ;

- creare un dizionario visuale: sono le tipiche vedute a volo d'uccello di città, mercati, stazioni, ecc. con l'indicazione del lessico;

- presentare temi di cultura e civiltà straniera: il poster è accompagnato in questo caso da una cassetta audio che ne descrive il contenuto e serve come traccia per guidare poi la descrizione da parte degli studenti.


Pragmatica, Competenza > Socio-pragmatica, Competenza


Pragmatica, Linguistica

Si tratta di una delle scienze del linguaggio, è stata formalizzata in area tedesca negli anni Settanta. Essa si propone di studiare la lingua come azione sociale contrapponendosi in questo alla linguistica strutturale e a quella chomskiana che si interessano degli aspetti formali della lingua.

La pragmalinguistica, come è anche detta questa scienza, ha avuto grande successo nell'area anglosassone e da lì è entrata in glottodidattica, ponendosi alla base (soprattutto con il concetto di "atto linguistico" [>], su cui è stato calcato quello di "atto comunicativo" [>]) del metodo nozionale-funzionale [>]).

Alcuni autori hanno ipotizzato una "competenza pragmatica" (detta anche performativa); ai fini glottodidattici, tuttavia, anziché porre come obiettivo la semplice competenza pragmatica, si registra la tendenza a integrarla la capacità di rapportarsi appropriatamente alla situazione sociale (aspetto sociolinguistico), per cui si parla di una "competenza socio-pragmatica" [>].


Precoce, Insegnamento

E' una nozione molto vaga, il cui uso cambia da autore ad autore e a seconda della situazione. In generale possiamo dire che psicologi, psicodidatti e psicolinguisti tendono a definire "precoce" l'insegnamento delle lingue straniere in età prescolare, di solito alla scuola materna se non prima, mentre i glottodidatti e i testi di politica scolastica e linguistica si riferiscono all'insegnamento nelle scuole elementari.

In tutti i casi, comunque, l'insegnamento precoce rimanda alla nozione di plasticità [>] e di periodo critico [>].


Process syllabus > Ordine naturale.


Processi automatici vs controllati

L'opposizione riguarda i processi e le strategie mentali che mettiamo in atto per l'esecuzione [> Competenza] linguistica.

I processi automatici non richiedono attenzione, non sono limitati dalle capacità della memoria a breve termine, sono veloci per cui il livello di consapevolezza è limitato, sono lunghi da acquisire e non possono essere appresi [> Acquisizione vs apprendimento].

I processi controllati, che richiedono attenzione e attivano la memoria a breve termine, sono lenti, possono essere appresi in breve tempo ma scompaiono se non vengono esercitati a sufficienza da automatizzarsi.


Progettazione di testi

Si tratta di un processo essenziale per lo sviluppo delle abilità produttive (> monologare; > dialogare; > scrivere) intese come ability, cioè come processi cognitivi (> abilità) e non solo come skill, cioè la realizzazione di un testo qui e ora.

Progettare un testo significa:

- definire i propri scopi primari e secondari (solo su questi ultimi si può scendere a compromessi rilevanti);

- analizzare la situazione [>] al cui interno si attua l'evento [>] comunicativo;

- richiamare le regole proprie del genere [>] comunicativo che si è scelto;

- scegliere la "chiave", cioè dell'atteggiamento psicologico da far trasparire: disponibilità, amicizia, ironia, antagonismo, ecc.;

- progettazione del testo, che può essere aperto alla negoziazione tra interlocutori, oppure chiuso, come la "scaletta" di un testo scritto.

Dopo le fasi suddette, si procederà alla realizzazione linguistica, che nella prassi didattica viene spesso considerata preponderante rispetto a quella di progettazione, mentre è secondaria ai fini educativi, specie dell'autopromozione [>].


Progetto Lingue Moderne/Vive

La doppia denominazione deriva dalle titolazioni inglese (Modern Language) e francese (Langues Vivantes) del principale progetto linguistico del Consiglio d'Europa (ente culturale con sede a Strasburgo ma diverso dall'Unione Europea per scopi e per numero di membri). Il progetto mirava a creare un "passaporto linguistico" che attestasse il possesso di un "livello soglia" di una lingua, cioè di una padronanza tale da consentire ad un adulto di sopravvivere nel paese straniero ma anche di espletare le principali funzioni [>].

Nel 1975 venne realizzato il primo livello soglia, The Threshold Level, organizzato in una lista di "funzioni comunicative" (> atto comunicativo) e di "nozioni" [>], dando forma al metodo nozionale-funzionale [>]. In certo senso, un livello soglia corrisponde ad un vocabolario fondamentale (> Dizionario vs vocabolario) avente per oggetto gli atti comunicativi anziché i singoli lemmi.

Sono stati realizzati i livelli soglia delle principali lingue europee (quello per l'italiano è del 1982), ma in ogni occasione l'impianto concettuale e quello realizzativo sono stati differenti, per cui il Progetto lingue moderne/vive non ha avuto una forza teorica tale da uniformare la glottodidattica europea.


Programma

E' uno dei modelli operativi [>] che si possono usare per indicare i fini e i contenuti di un corso di educazione linguistica.

Nella tradizione italiana si trattava di una sorta di manifesto, che indugiava molto sulle finalità e poi passava ad una rapida e sommaria indicazione dei contenuti e delle metodologie di insegnamento e di verifica. Negli anni Settanta questo modello è entrato in crisi, sostituito da forme estranee alla tradizione italiana (non a caso corpus, curriculum, syllabus sono parole che, pur latine, ci sono giunte dall'inglese). Pur continuando a chiamarsi "programmi", quelli proposti oggi in Italia sono dei curricoli [>] o, almeno, dei syllabus [>].


Projet Langues Vivantes > Progetto lingue moderne/vive.

 

Pronuncia > Fonologica, Competenza.


Psicodidattica

E' una delle scienze dell'educazione; essa definisce la natura dei matemi [>], cioè delle unità minime di apprendimento, e progetta dei modelli teorici (ad esempio, il modello olodinamico >) e operativi (ad esempio, la lezione [>] o l'unità didattica [>]) che consentono di insegnare rispettando le istanze psicologiche degli allievi (ma anche con la loro età, differenziando ad esempio l'insegnamento a bambini, adolescenti, adulti).


Psicolinguistica

Esistono due accezioni fondamentali di questo termine.

La prima riguarda in funzionamento della mente in relazione all'attività linguistica e precisamente i processi di codificazione dei signifiés in signifiants [>] e di decodificazione in senso opposto, con tutti i processi intermedi, quali il reperimento o l'immagazzinamento delle parole nella memoria, la strutturazione sintattica, l'adeguamento alla situazione comunicativa, l'uso della ridondanza e del feedback, ecc.

La seconda accezione, spesso chiamata "psicolinguistica applicata", riguarda l'acquisizione delle lingue materne (talvolta si parla in questo caso di "psicolinguistica evolutiva") e di quelle seconde, straniere, etniche e classiche [>]. La Second Language Acquisition Theory [>] è un esempio di questo tipo.

La psicolinguistica è spesso accoppiata alla neurolinguistica [>]: con un'immagine possiamo dire che quest'ultima si occupa del hardware (specie di due circonvoluzioni dette "area di Broca" e "area di Wernicke", quelle che gesticono la lingua) mentre la psicolinguistica si occupa dell'istallazione e del funzionamento del software, cioè la lingua.