L’insegnamento fondamentale in Marocco : Il ciclo primario

L’insegnamento fondamentale in Marocco : Il ciclo primario

 
 

L’insegnamento fondamentale1 in Marocco : Il ciclo primario

 

di
Abdelkrim Boussetta

aboussetta@isuisse.com ; aboussetta@iol.it

 

Premessa

Con questo articolo intendiamo presentare il sistema scolastico marocchino a livello di insegnamento fondamentale e, in particolare, di primo ciclo (scuola elementare) prima della riforma del gennaio 2000 (la Charte Nationale d'éducation et de formation). Abbiamo scelto di presentare il sistema educativo ‘uscente’ visto che alcuni allievi marocchini iscritti nelle scuole in Italia hanno frequentato la scuola in Marocco prima della riforma. Riteniamo pertanto che i docenti italiani abbiano bisogno di capire informazioni sul sistema a cui i loro allievi marocchini erano abituati.

L’articolo riguarda il lato prettamente scolastico (la struttura della scuola marocchina, gli obiettivi dell’insegnamento fondamentale, le materie, e cosi’ via). Inoltre vogliamo premettere alcune note generali sul sistema linguistico in Marocco perché i docenti italiani possano costruirsi un’idea generale sulle cause delle difficoltà che spesso incontrano con gli allievi marocchini che apprendono l’italiano.

Note generali

In Marocco la lingua ufficiale è l’arabo standard2 (Cfr. La Costituzione marocchina). L’arabo dialettale marocchino, lingua di comunicazione quotidiana usata da quasi tutti i marocchini, è lingua madre di più della metà della popolazione (lingua di maggioranza). La parte restante della popolazione impara da bambino uno dei tre dialetti del berbero. Il francese e lo spagnolo sono ancora usate in Marocco anche fuori dell’ambiente scolastico. Al nord, in alcune città, lo spagnolo è lingua di comunicazione di molte persone.3

L’analfabetismo è ancora molto diffuso in Marocco il 41,7% fra gli uomini e il 67,5% fra le donne. Infatti tra le prerogative educative del ministero dell’Education Nationale è la lotta contro l’analfabetismo. Pertanto il Ministero stesso sta organizzando in tutto il territorio, soprattutto nelle zone rurali, corsi di lingua araba ai cittadini analfabeti.

Il Marocco, per la sua posizione strategica, conosce un flusso migratorio interessante verso i paesi dell’Unione Europea ; quasi 676.198 marocchini vivono in U.E. Il 21,6% di questi immigrati marocchini sono soggiornanti in Italia. La maggior parte dei marocchini con permessi regolari in Italia (il 72.1%) sono tra i 19 e i 40 anni. Il 67,6% vive al nord.

Gli immigrati marocchini sono prevalentemente maschi il 72.4 %. La maggior parte di loro ha avuto una formazione scolastica in patria (alcuni hanno raggiunto almeno il livello della scuola elementare ; certi immigrati, giovani in particolare, sono anche laureati). Quasi tutti partono per l’Italia per motivi prevalentemente economici alla ricerca di un lavoro per migliorare le loro condizioni economiche e quelle dei loro familiari. Questi immigrati portano con sé un bagaglio linguistico e culturale abbastanza variegato. Altri immigrati invece sono quasi analfabeti.

La maggior parte dei marocchini che immigrano in Italia sono di Casablanca e dintorni (Fqih Ben Salah, Khuribga, Benimellal, ecc). Tanti di loro sono analfabeti in francese e quindi trovano molta difficoltà a imparare una lingua straniera come l’italiano. Spesso lo imparano in modo spontaneo dalla comunicazione quotidiana con i parlanti nativi fuori dell’ambiente istituzionale. Spesso la lingua che imparano resta pressoché legata alle caratteristiche della lingua di origine (sia a livello della competenza linguistica : tipo di testo, struttura della frase, lessico, sia della competenza sociologica : l’uso del registro formale e informale, forme che l’arabo marocchino non contiene. Perciò l’immigrato con scarsa conoscenza del francese, nel caso in cui si dovesse distinguere il ‘tu’ dal ‘vous’, tende ad usare spesso il ‘tu’. A livello di pronuncia, alcuni immigrati di zone come quella di Fqih Ben Saleh non riescono a pronunciare la /p/. Altri trovano molta difficoltà con la pronuncia della /t/ enfatica )4.

Una volta regolarizzati in Italia agli immigrati marocchini è consentito il ricongiungimento dei familiari in virtù della normativa. Il numero di processi di ricongiungimento familiare concessi al gruppo marocchino è il più elevato. Portare i figli minorenni in Italia, quindi, implica la loro scolarizzazione. I bambini stessi spesso lasciano la scuola in Marocco e devono per legge iscriversi a scuola in Italia. Pur avendo una scarsa competenza linguistica, questi bambini vengono inseriti nelle classi insieme ad allievi italiani. Pertanto alcune scuole italiane cercano di risolvere il problema dell’integrazione dei bambini stranieri nella realtà scolastica italiana facendo ricorso ad esperti di didattica dell’italiano a stranieri e organizzando corsi di lingua italiana fuori dell’orario scolastico.

A casa però questi bambini parlano l’arabo o il berbero (a seconda della loro lingua materna in Marocco). Spesso con il padre parlano anche in italiano mentre con la madre i bambini parlano soltanto in arabo. Il bambino quindi si trova all’incrocio tra due sistemi linguistici e culturali molto diversi. A casa usa la lingua di origine e a scuola deve parlare in italiano, ma pensa nella cultura di origine. Infatti possiamo individuare quattro modelli di lingua intergenerazionale, cioè tra i genitori nati e istruiti nel paese di origine e i figli nati e/o cresciuti all’estero: (nel nostro caso la lingua di maggioranza è l’italiano, mentre quella di minoranza è l’arabo o il berbero)

a)      Modello 1 : la lingua di minoranza domina quella di maggioranza ;

b)      Modello 2 : le due lingue sono allo stesso livello di uso ;

c)      Modello 3 : la lingua di maggioranza domina quella di minoranza

d)      Modello 4 : la lingua di maggioranza sostituisce quella di minoranza

L’ultimo modello significa che con il tempo la lingua di origine sparisce e in casa si usa soltanto la lingua del paese accogliente. Nella comunicazione di certe famiglie marocchine in Italia domina il primo modello e spesso anche il secondo. La maggior parte delle comunità straniere tende a rinforzare l’uso della propria lingua almeno a livello della comunicazione famigliare. Il che spiega la presenza di centri linguistici (che sono spesso centri islamici per la comunità mussulmana) nel paese ospitante dove i bambini ricevono un’educazione di carattere religioso e linguistico in aggiunta a quella che ricevono alla scuola italiana.

Il bambino che frequenta la scuola italiana porta con se questo retroterra linguistico e culturale che spesso impedisce il buon andamento scolastico.

L’obiettivo primario del presente lavoro quindi è di aiutare l’insegnante italiano a farsi un’idea generale sulla realtà scolastica marocchina soprattutto a livello della scuola primaria in modo tale che gli consenta di capire i comportamenti spesso ‘bizzarri’ dei suoi allievi di origine marocchina.

 

1. La struttura dell’istruzione in Marocco

In questo lavoro non intendiamo scorrere la storia della riforma della scuola marocchina, bensì vorremmo descrivere il sistema educativo, che attualmente il Ministero dell’Education Nationale marocchino5 intende riformare (infatti la riforma è in corso di applicazione e di adattamento dato che la Charte Nationale de l’éducation et de la formation6 considera il 2000-2009 il decennio nazionale dell’educazione e della formazione in Marocco).

Il sistema scolastico attuale è il risultato della riforma dell’educazione iniziata nell’anno 1985-86. La riforma ha cambiato la struttura dell’educazione a livello della suddivisione dei cicli dell’insegnamento primario e di quello secondario e a quello del numero di anni di studi.

 

·        L’insegnamento fondamentale dura nove anni di studio ed è suddiviso in due cicli :

v     Il primo ciclo dura sei anni ( scuola primaria).

v     Il secondo ciclo dura tre anni (scuola media).

·        L’insegnamento secondario ha la durata di tre anni e varia a seconda della tipologia di indirizzi. 7

 

Visto che il presente articolo riguarda in particolare il primo ciclo dell’insegnamento fondamentale, chi scrive propone la visita del sito ufficiale dell’Enseignement secondaire et technique e quello del Ministero dell’Enseignement supérieur et de la recherche scientifique per ulteriori chiarimenti sugli altri livelli di istruzione in Marocco. (si veda nota 5)

Nel paragrafo che segue presentiamo la fase prescolare in Marocco. Descriveremo l’educazione fornita ai bambini sia dalle scuole coraniche che da quelle materne.

 

2. L’insegnamento prescolare in Marocco

Quando si parla dell’insegnamento prescolare in Marocco ci si riferisce a due tipi di scuole: le scuole coraniche e le scuole materne. I genitori a seconda delle loro capacità economiche e della località in cui vivono (zone urbane o zone rurali), mandano i loro figli o alle scuole coraniche o alle scuole materne. Sorgono le seguenti domande : come sono fatte queste scuole ? Che tipo di formazione offrono ? In che cosa si differenziano ?

 

2.1. La scuola coranica :

Le scuole coraniche sono molto diffuse in tutto il Regno. Il giaami’ o m’sid è una specie di scuola tradizionale che risale all’insegnamento religioso dominante in Marocco durante il periodo di protettorato francese. E’ una stanza che spesso si trova accanto alla moschea (al_giaami’), dove più di trenta bambini8 formano una classe unica che frequenta la scuola tutti i giorni tranne il venerdì e la domenica. Nella scuola coranica, chiamata anche in arabo standard ‘kuttab’, l’allievo impara il Sacro Corano, gli hadith, cioè i detti del profeta, e gli elementi basilari della lingua araba. Questa scuola prepara gli allievi alla realtà della scuola pubblica elementare. In alcuni casi la scuola coranica viene frequentata da persone che vorrebbero dedicarsi al Corano.

L’insegnamento è affidato all’Imam (si chiama anche faqih ; cioè quello che sa bene le cose religiose) della moschea stessa. L’imam, i cui compiti sono la direzione della preghiera e l’insegnamento, deve necessariamente aver imparato a memoria tutto il Sacro Corano (114 sure) e alcuni hadith basilari per il buon svolgimento della preghiera. In altre parole deve essere stato un discepolo di una scuola coranica del paese.

L’insegnamento nella scuola coranica si basa sulla ripetizione corale dei versi del Corano. I bambini si siedono per terra con i piedi incrociati davanti al faqih. “Oscillano” avanti e indietro mentre recitano con tono monotono i versi del Corano che hanno scritto sulle loro lavagnette per impararli a memoria. Secondo i maestri (faqih) la ripetizione corale permette all’allievo di imparare la pronuncia corretta del Corano. Ripetere in gruppo aiuta, altresì, gli allievi timidi a partecipare.

Inoltre la metodologia della scuola coranica si basa sulla “centralità” del maestro. Le lezioni sono frontali. Il faqih, come indica il nome stesso, è colui che conosce, mentre, l’allievo, attalib (cioè il chiedente) chiede la conoscenza e compie atti di fede nei confronti di tutto ciò che il faqih dice o fa.

Va ricordato che la tecnica della ripetizione corale esiste tutt’oggi nelle scuole elementari marocchine.

Oltre a imparare a memoria qualche Sura del Corano, il bambino che frequenta la scuola coranica, deve imparare gli elementi di base della lingua araba e dell’aritmetica.

Le spese della scuola coranica sono insignificanti. L’allievo deve procurarsi una lavagnetta di legno e in certe scuole coraniche si richiede al bambino di comprarsi un piccolo quaderno e un manuale di lettura.

Per le famiglie soprattutto nelle zone rurali quello che conta è che i loro figli imparino qualche sura del Corano e sappiano fare l’abluzione e la preghiera. Alcune famiglie ambiziose continuano a mandare i loro figli alla scuola coranica anche all’età di scolarizzazione ufficiale. Pertanto l’altro compito della scuola coranica è quello di formare gli allievi che possono seguire gli studi presso le scuole specializzate negli studi islamici.

 

2.2. La scuola materna

Le scuole materne sono istituzioni private autorizzate dal Ministero dell’Education Nationale. La Delegazione, istituzione che rappresenta il Ministero al livello regionale, ne controlla lo svolgimento dell’atto didattico e qualche volta organizza corsi di formazione a favore del personale della scuola stessa.

La metodologia delle scuole materne è molto diversa da quella della scuola tradizionale coranica. Quasi tutte le attività didattiche si basano su applicazioni della pedagogia. Il bambino studia e gioca. Alcune scuole insegnano anche il francese e l’inglese.

Tutte le scuole mirano a preparare i bambini per la scuola elementare. La privatizzazione della scuola materna ha fatto sì che i dirigenti abbiano cercato di migliorare l’insegnamento procurando materiale nuovo, assumendo personale qualificato e modernizzando le attrezzature. Tuttavia non tutti i genitori sono in grado di iscrivere i loro figli in una scuola materna che economicamente non è accessibile.

Per questo in Marocco esistono oggi scuole che portano il nome di ‘kuttab’, cioè scuola coranica moderna. Questo tipo di scuola non ha più legami con la moschea come nelle scuole coraniche tradizionali. L’insegnante non è necessariamente l’imam, ma una persona che ha ottenuto un certo livello di istruzione.

Precisiamo che in Marocco l’insegnamento prescolare è ancora opzionale. Perciòò  alcuni genitori, per motivi economici o per motivi personali, mandano i loro bambini a scuola solo all’età della scolarizzazione ufficiale (il che crea problemi per i bambini e per la scuola). Infatti la Charte Nationale de l’éducation prevede di abbassare l’età dell’inizio della scolarizzazione obbligatoria all’età di 4 anni.

 

3. La scuola elementare 

Come abbiamo scritto poc’anzi, l’insegnamento è articolato in insegnamento fondamentale, secondario e superiore. L’istruzione fondamentale a sua volta è suddivisa in due cicli: il primo ciclo comprende l’istruzione primaria che si articola in sei anni, mentre il secondo ciclo dura tre anni.

 

3.1. Gli obiettivi generali della scuola elementare :

La scuola primaria dura sei anni. Gli allievi che la frequentano vanno dai sette ai tredici anni. La maggior parte di loro prima di iscriversi alla scuola primaria passa qualche anno di prescolarizzazione alla scuola coranica o alla scuola materna.

La scuola elementare mira a formare allievi capaci di seguire gli studi nel secondo ciclo (la scuola media) e di capire il loro ambiente sociale, intellettuale e economico. Per raggiungere questi obiettivi la scuola è costretta ad andare di pari passo con gli sviluppi della società. Alla fine della scuola elementare gli allievi devono :

-         raggiungere l’appropriazione dei valori religiosi, nazionali, etici e umani ;

-         essere capaci di interagire in lingua araba ;

-         essere capaci di capire il loro ambiente ;

-         saper esprimersi in lingua seconda (il francese) ;

-         padroneggiare competenze utili sia per la vita sociale che per quella accademica

Oltre alle scuole elementari pubbliche esistono le scuole primarie private che praticamente sono scuole autorizzate dal Ministero dell’Education Nationale e che perseguono gli obiettivi dell’insegnamento primario pubblico. Quindi da un punto di vista della programmazione e dei curriculi le due scuole sono identiche.

La Charte Nationale de l’éducation ha previsto l’ampliamento degli obiettivi della scuola elementare che è considerata la base della riforma del sistema educativo.

 

3.2. L’organizzazione didattica della scuola elementare.

Per la realizzazione degli obiettivi generali della scuola elementare, viene adottato un curricolo abbastanza vario. Le discipline insegnate alla scuola primaria sono raggruppate in otto unità di cui sette, comprese quelle scientifiche, vengono insegnate in arabo standard. L’unità della matematica, per esempio, è insegnata in arabo dal docente di francese che deve per motivi professionali aver un diploma di idoneità all’insegnamento primario bilingue. Alcune materie si studiano dal primo anno, alcune in seguito. Il curricolo della scuola è vario e graduato e prende in considerazione l’età degli allievi. Le unità sono:

  1. L’unità dell’educazione islamica;
  2. L’unità della lingua araba
  3. L’unità delle scienze sociali : storia e geografia e educazione civica
  4. L’unità delle attività scientifiche
  5. L’unità dell’educazione artistica
  6. L’unità della lingua francese (dalla terza elementare)
  7. L’unità della matematica
  8. L’unità dell’educazione fisica

Per una comprensione abbastanza dettagliata dell’insegnamento fondamentale preferiamo presentare una visione panoramica sulla didattica delle suddette discipline.

a) L’unità dell’educazione islamica

Questa disciplina che viene insegnata dal primo anno della scuola elementare comprende :

i-              Il Sacro Corano : alcune sure e alcuni versetti

ii-            Gli hadith (i detti del Profeta)

iii-           I costumi islamici

La disciplina stessa mira a:

-         L’appropriazione delle indicazioni religiose ;

-         Insegnare all’allievo la religione nel senso pratico ;

-         Rendere l’allievo consapevole dei valori religiosi tenendoli presenti durante tutto il percorso scolastico e nella vita sociale.

b) L’unità della lingua araba

Gli obiettivi della materia sono :

i-        La comunicazione in lingua orale e in lingua scritta;

ii-      Il consolidamento dei valori religiosi, nazionali e umani nella personalità dell’allievo ;

iii-     L’apertura dell’allievo all’ambiente naturale e sociale e agli sviluppi della società ;

iv-    Lo sviluppo delle competenze necessarie

v-      L’arricchimento del repertorio linguistico e quello culturale dell’allievo.

Nella scelta dei temi, si prendono in considerazione alcuni aspetti pedagogici fondamentali :

-         la graduazione nella presentazione delle conoscenze e nello sviluppo delle competenze prendendo in considerazione lo sviluppo mentale e psicologico dell’allievo ;

-         La partenza dalle applicazioni scientifiche sull’insegnamento delle lingue per scegliere la metodologia e le tecniche didattiche convenienti;

-         La coerenza tra le componenti della materia stessa ;

-         L’adozione dell’insegnamento per obiettivi;

Le componenti della materia sono :

  1. La lettura

L’allievo deve essere in grado di saper decifrare le lettere , di saper rispettare gli elementi paralinguistici (il ritmo, l’intonazione, la pronuncia, ecc) e sapere cogliere il senso globale del testo e il senso delle parole nuove mettendo in atto le strategie di lettura.

La lezione di lettura di solito inizia con un momento di preparazione e di attivazione delle preconoscenze dell’allievo sul testo da leggere. Quest’attività si basa sugli elementi iconici presenti nel testo o su una domanda fatta dall’insegnante.

Una seconda fase della lezione è la lettura modello del testo da parte dell’insegnante, seguita dalla lettura individuale, il momento in cui l’allievo viene addestrato alla pronuncia corretta.

Per capire e analizzare il testo si adottano due tipi di esercizi: il primo, chiamato ‘spiega’, è un esercizio che dà l’opportunità all’allievo di capire il lessico difficile nel testo. Il secondo esercizio detto ‘rispondi’ è il momento della comprensione del testo.

La lezione di lettura è anche momento di riflessione ; l’allievo prova a rispondere a delle domande di carattere inferenziale. Per fare ciò egli è invitato ad usare il lessico già interiorizzato e a mettere in atto le strategie e le competenze che ha già ottenuto.

Alla fine della lezione agli allievi viene dato il compito di svolgere delle piccole ricerche sul tema del testo. L’obiettivo del compito è quello di rendere gli allievi capaci di riflettere e di ricercare sin dalla scuola primaria.

I testi proposti variano a seconda del livello dell’allievo: dal testo narrativo al testo poetico, al testo esplorativo. I temi dei testi letti riguardano:

a.      i valori islamici ;

b.      l’arte ;

c.      la nazione, il mondo arabo ;

d.      umanità;

e.      la comunicazione ;

f.        la sanità ;

g.      l’ecologia …

 

ii. La lezione linguistica

Le lezione linguistica è il momento della riflessione sulla lingua per capire e scoprire le regole della lingua araba (coniugazione dei verbi, le strutture, ecc). La lezione si basa su una serie di regole delle strutture e delle frasi, e così via. La frase è considerata il perno della lezione. L’allievo deve sapere le componenti della frase nominale e quella verbale (dai verbi ai complementi).

Un’altra componente della lezione linguistica è quella dello sviluppo della competenza grafemica negli allievi.

La lezione linguistica inizia con la lettura dettagliata del testo e la sua comprensione e la scoperta delle strutture e gli stili ivi compresi. L’obiettivo è di rendere lo studente capace di riconoscere la frase, le sue componenti e la sua tipologia. Per fare ciò l’allievo deve fare anche l’analisi logica della frase per individuare la funzione di ogni componente.

Dopo la lettura del testo l’allievo deve essere capace di ricavare le regole grammaticali. La lezione finisce con la fase dell’uso delle strutture scoperte in precedenza.

iii. Le tecniche dell’espressione scritta :

L’espressione scritta è il momento in cui l’allievo mette in pratica tutto il suo bagaglio linguistico (lessico e regole morfosintattiche) che ha imparato nelle lezioni di lettura e in quelle linguistiche.

Le lezioni sono graduate a seconda del livello degli allievi. Al primo anno, per esempio, l’allievo impara i meccanismi della calligrafia araba. A questo livello si chiede all’allievo di copiare brani presi dal manuale di lettura, si fanno anche esercizi di ortografia, e così via.

E’ soltanto al quarto anno che si comincia a lavorare sull’espressione scritta libera e funzionale. L’allievo produce testi personali rispettando le regole morfosintattiche e impiegando il lessico già imparato.

Per agevolare lo sviluppo dell’abilità di produzione scritta, nelle prime lezioni vengono adoperate tecniche didattiche semplici come, per esempio, la tecnica del completamento che consiste nel dare agli allievi una parte di un testo (l’introduzione, o un paragrafo) che deve essere completata per creare un testo finito. Un’altra tecnica che l’insegnante di arabo usa per addestrare l’allievo alla coesione e alla coerenza dei testi è quella dell’incastro (il jigsaw). All’allievo viene dato un testo messo in ordine casuale. L’allievo stesso lo deve mettere in ordine, per fare ciò egli chiama in causa le competenze che ha già sviluppato (competenza testuale, competenza linguistica, e così via) e le strategie della comprensione di una testo scritto.

La produzione scritta rispetta delle fasi precise. Perciò, la lezione sull’espressione scritta viene suddivisa in tre fasi essenziali:

1.      La preparazione del tema : è una fase di brainstorming in cui gli apprendenti raccolgono il materiale necessario, e poi lo discutono insieme in classe.

2.      Lo svolgimento della scrittura. Gli allievi stendono il testo in classe sotto la supervisione del maestro che li aiuta quando è necessario.

3.      La correzione collettiva.

c) L’unità delle scienze sociali : storia e geografia e educazione civica

Queste materie vengono insegnate solo dalla quinta elementare. La storia si occupa dello studio dell’uomo dal punto di vista sociale, economico, culturale e politico. La geografia riguarda lo studio dei fenomeni umani e la loro interazione con gli ambienti geografici. Come indica il nome stesso, l’educazione civica concerne temi che riguardano la nazione e temi locali.

Lo studio della storia alla scuola elementare mira a rendere l’allievo consapevole

- del concetto di tempo,

-         della cronologia degli eventi storici e dei rapporti tra gli eventi

-         dell’importanza del passato per capire il presente e prevedere il futuro.

Gli obiettivi dello studio della geografia a livello del primo ciclo dell’insegnamento primario sono 

-         mettere in evidenza l’importanza del concetto di spazio;

-         sensibilizzare l’allievo ai rapporti tra i fattori naturali e quelli umani in una certa zona geografica ;

-         presentare la geografia dal livello locale al livello mondiale ;

-         sviluppare nell’allievo la competenza dell’osservazione analitica e scientifica dei fenomeni e la competenza di lettura e di produzione delle mappe, dei grafici, dei diagrammi e così via.

L’educazione civica mira a

-         educare l’allievo alla sensibilizzazione sociale verso la nazione rendendolo consapevole dei suoi diritti e doveri verso la nazione ;

-         Presentare le diverse istituzioni governative ;

-         Presentare la documentazione amministrativa.

d) L’unità delle attività scientifiche

E’ una delle materie che aiutano la scuola ad aprirsi al mondo esterno. Visto che il mondo sta cambiando continuamente, la scuola devo adeguarsi ai passi del mondo esterno. Pertanto la materia cerca di rendere l’allievo in grado di adattarsi alle innovazioni continue.

La materia riguarda le attività scientifiche che l’apprendente svolge per capire il suo mondo. E’ attività scientifica perché l’allievo osserva, sperimenta, paragona, ordina, ecc. Ed è anche attività riflessiva perché l’allievo riflette, discute e arriva a delle conclusioni. Le attività sono scientifiche perché i temi della materia stessa sono presi dalla biologia, dalla fisica, dalla geologia e dalla tecnologia. Le attività scientifiche che l’allievo studia dal primo anno della scuola elementare cercano di sviluppare nell’allievo :

-         la curiosità scientifica ;

-         il senso critico ;

-         la capacità di espressione;

-         lo spirito della collaborazione

e) L’unità dell’educazione artistica

Gli obiettivi della materia sono :

-         rendere l’allievo consapevole delle bellezze artistiche della propria cultura arabo-mussulmana ;

-         sviluppare i sensi nell’allievo ;

-         l’acquisizione da parte dell’allievo dei principi e concetti attinenti all’arte plastica ;

-         sviluppare nell’allievo la capacità di osservare, analizzare e tradurre la realtà con il disegno ;

-         permettere all’alunno di esprimersi con il disegno ;

-         rendere l’alunno capace di mettere in atto le sue capacità immaginative.

f) L’unità della lingua francese

Nella letteratura glottodidattica, una lingua è chiamata lingua seconda se viene usata anche fuori del contesto scolastico. Pertanto il francese in Marocco è una lingua seconda. Essa è lingua della stampa, lingua delle insegne e dei cartelli stradali (per strada le insegne sono in arabo e/o in francese). Il francese è lingua di istruzione a livello di insegnamento superiore, soprattutto alla facoltà di scienze, a quella di medicina e anche a quella di giurisprudenza. Il francese è presente anche a livello della comunicazione quotidiana soprattutto fra gente colta. L’arabo dialettale è una lingua che contiene parecchie parole di origine francese.9 Pertanto saper comunicare in francese è molto importante per un allievo che magari continuerà gli studi.

L’apprendimento del francese a tutti i livelli (dalla terza elementare) della scuola elementare considera l’identità, l’età e la motivazione degli allievi. La materia contribuisce

-         all’arricchimento della conoscenza culturale dell’allievo ;

-         allo sviluppo intellettuale dell’allievo ;

-         all’apertura dell’allievo al mondo esterno con uno spirito di comprensione e di tolleranza ;

-         a stimolare la curiosità dell’allievo e lo spirito della ricerca ;

-         all’apertura dell’allievo al mondo tecnologico e scientifico

Altri obiettivi specifici della materia sono :

-         la comunicazione orale

-         la lettura espressiva e autonoma

-         la produzione scritta corretta rispettando le regole della lingua francese, la coerenza, e la precisione.

Le componenti della materia sono :

i-        La lettura :

 

  • Lettura –dizione

Fra gli obiettivi che la lezione persegue sono :

-         ottenere una dizione corretta rispettando la pronuncia, il ritmo e l’intonazione 

-         leggere in modo naturale rispettando l’accento della lingua francese

-         sviluppare il gusto letterario nell’allievo

 

  • Lettura-spiegazione

La lettura mira ad abituare l’allievo a capire progressivamente un testo sotto la guida dell’insegnante, facendo una lettura intelligente del testo impiegando ciò che ha imparato dalla lezione della lettura-dizione e i meccanismi della comprensione.

  • Lettura silenziosa

Questa lettura è riservata esclusivamente agli allievi dell’ultimo anno della scuola elementare. Per ogni unità didattica sono dedicati trenta minuti alla lettura silenziosa. La lezione cerca di sviluppare l’autonomia dell’allievo.

 

ii. La scrittura

Nei primi anni di studio del francese, l’insegnamento della scrittura cerca di sviluppare negli allievi la competenza grafemica. Nei livelli successivi si inizia a produrre lingua. Per fare ciò l’allievo deve aver acquisito un repertorio linguistico, le regole morfosintattiche, (le strutture, la coniugazione dei verbi…) che gli permettano di esprimersi in lingua francese. Per ottenere l’autonomia dell’allievo, sono previste delle tappe in cui l’allievo viene preparato alla fase finale ; cioè alla scrittura di un testo completo.

Ø      Fase di preparazione : in questa fase vengono impiegati esercizi a livello della frase. Gli esercizi possono essere, ad esempio:

-         anagrammi :

Es. Le – voyageurs – train – prennent – les

-         completamenti:

Es. Le gourmand aime_____________

-         espansione :

Es. Les enfants font du bruit

L’allievo puo’ scriver per esempio : les enfants font moins de bruit devant la cage des lions.

-         Riduzione :

Es. La petite Fatima a pris l’avion pour rentrer chez elle

L’allievo puo’ scrivere una frase come la seguente : Amina a pris l’avion

-         formazione di parole nuove :

Es. Retrouver : trouver ; trou ; route ; terre…

 

Ø      Fase di produzione

In questa fase gli allievi sono invitati a lavorare individualmente. L’obiettivo primario di questa fase è di preparare l’allievo al lavoro autonomo. L’insegnante in questa fase svolge il ruolo di consulente e guida soprattutto per gli allievi con difficoltà.

 

Ø      Fase di correzione

L’obiettivo della fase è quello di valutare il lavoro degli allievi e anche quello dell’insegnante. La correzione è sempre collettiva. Subito dopo gli allievi sono invitati a svolgere la correzione individuale del loro lavoro prendendo in considerazione le indicazioni dell’insegnante.

iii. Giochi di espressione

L’obiettivo di questa componente è il riutilizzo del lessico e delle strutture presenti nei testi letti. I giochi di espressione rappresentano un momento di consolidamento dell’uso corretto della lingua. La ludicità delle attività aiuta l’allievo ad usare la lingua in modo spontaneo. Per lo svolgimento di questa lezione si distinguono tre fasi :

Ø      Fase di preparazione

L’insegnante crea o ricorda una situazione invitando gli allievi ad usare certe strutture linguistiche. Spesso propone un modello che gli allievi devono imitare.

Ø      Fase di esecuzione

Gli allievi svolgono le attività orali sotto la guida dell’insegnante che deve essere di aiuto soprattutto agli allievi con difficoltà di espressione.

Ø      Fase di correzione

E’ il momento di valutazione sia delle prestazioni degli allievi che del lavoro dell’insegnante.

 

iv. altre componenti dell’unità del francese sono : la grammatica, la coniugazione, l’ortografia e la recitazione.

g) L’unità della Matematica

L’insegnamento della matematica a livello della scuola elementare cerca di far acquisire all’allievo i concetti, le conoscenze, le competenze e le tecniche che gli consentano di :

-         adeguarsi alla società e comunicare con il mondo esterno

-         capire i concetti matematici necessari per comprendere e seguire i contenuti delle altre discipline e in particolare quelle scientifiche e tecnologiche ;

-         sviluppare le competenze dell’osservazione, della sperimentazione, della dimostrazione e l’uso dell’intelligenza

-         seguire gli studi al livello dell’insegnamento generale o di quello tecnico.

Nei primi due anni della scuola elementare l’insegnamento della matematica cerca di preparare gli allievi insegnando loro le basi della matematica facendo attività manuali. L’allievo alla fine dei primi due anni della scuola elementare deve essere in grado di :

-         usare sia a scuola sia fuori dell’ambiente scolastico i numeri ;

-         usare i simboli basilari della matematica ;

-         svolgere delle operazioni matematiche semplici ;

-         individuare la sua posizione in relazione agli oggetti e la posizione degli oggetti in relazione a se stessi

-         svolgere delle attività manuali che richiedono la precisione

-         riconoscere le forme semplici

Al terzo e al quarto anno della scuola elementare, l’insegnamento della matematica mira a consolidare quello che l’allievo ha studiato negli anni precedenti. Alla fine di questa tappa della scuola elementare l’allievo deve essere in grado di :

-         conoscere i numeri naturali e decimali e svolgerne le operazioni basilari ;

-         conoscere le operazioni essenziali e le loro caratteristiche ;

-         saper risolvere i problemi matematici ;

-         conoscere i principi basilari della geometria ;

-         produrre alcune forme geometriche ;

-         usare con disinvoltura il materiale geometrico.

In quinta e in sesta la matematica cerca di consolidare le conoscenze matematiche acquisite negli anni che precedono. Alla fine di questi due anni l’allievo deve dimostrare di essere capace di:

-         conoscere i numeri naturali e decimali e le operazioni essenziali ;

-         svolgere con prontezza e precisione le operazioni matematiche essenziali con i numeri naturali, decimali e le frazioni ;

-         riconoscere i rapporti numerici essenziali ;

-         conoscere i principi essenziali della geometria

-         svolgere sperimentazioni e trasformazioni dei numeri e delle quantità

-         leggere e produrre grafici

Abbiamo preso gli indici dei manuali di matematica degli ultimi tre livelli della scuola elementare e abbiamo riassunto gli elementi matematici che gli allievi imparano in questi tre anni.

In quarta elementare si insegnano :

-         I numeri da 0 a 999 999

-         Come copiare delle forme cioè come applicare le caratteristiche di una forma su un’altra che il bambino crea.

-         Addizione e tecniche dell’addizione di numeri composti da 3 cifre ( il manuale di matematica contiene l’esecuzione di problemi semplici). Un esempio di problema è il seguente: agli studenti viene dato il listino dei prezzi di un ristorante. Problema : Ali e Rashid sono andati in un ristorante per pranzo. Ali ha ordinato insalata, pollo, frutta, e tè. Rashid ha mangiato insalata, pesce, frutta e ha preso un caffé. Quale dei due ha speso di più ? Osserva il listino dei prezzi.

-         Ordinare dal piccolo al grande o vice versa (simboli < e > )

-         La moltiplicazione e le sue tecniche

-         Tempo: calendario solare e calendario lunare, mesi 28, 29, 30, 31 giorni; secolo; le caratteristiche del calendario lunare ; numero dei giorni dell’anno : anno comune e anno bisestile.

-         Misura (metro fino al chilometro) qui vengono applicate la moltiplicazione e l’addizione.

-         La sottrazione e le sue tecniche : si lavora con i problemi

-         L’ora, i minuti e i secondi: lo studente scrive l’ora e la trasforma in minuti, l’ordina ecc impiegando le operazioni di addizione, sottrazione e moltiplicazione.

-         Geometria

-         La divisione e le sue tecniche

-         La quantità: grammo, chilogrammo

-         Decimali

-         Litro

-         La proporzione

-         Calcolare le superfici

In quinta elementare vengono insegnati :

-         I numeri naturali (addizione, sottrazione, proporzione, ordine, divisione, moltiplicazione )

-         Geometria: gli angoli

-         Altre figure geometriche

-         I decimali

-         Geometria: calcolo delle superfici

-         Tempo: calcoli di ora

-         Geometria: cerchio

-         Misurare la lunghezza

-         La quantità

-         Frazioni (introduzione)

-         La proporzione

-         Geometria : cilindro

-         Frazioni : uguaglianza, addizione, sottrazione

Come in quarta elementare, anche in quinta l’allievo svolge molti problemi matematici elaborati a seconda della sua capacità mentale.

All’ultimo anno della scuola elementare l’unità della matematica riguarda:

-         I numeri naturali

-         Geometria: le rette parallele

-         Geometria: angoli

-         Decimali

-         La lunghezza

-         Geometria: rettangolo

-         Divisione per 2, 3, 5 e 9

-         Il quadrato , il triangolo

-         Il tempo

-         Frazioni

-         Le mappe

 

h) L’unità dell’educazione fisica

Gli obiettivi dell’unità sono :

-         lo sviluppo delle capacità fisiche attivando i sistemi maggiori del organismo (l’apparato respiratorio e la circolazione sanguigna, il sistema nervoso) ;

-         la prevenzione dei movimenti del corpo che provocano dolori ;

-         lo sviluppo delle capacità mentali (l’educazione fisica chiama in causa sia attività fisiche che quelle mentali, come attività di concentrazione, per esempio)

-         lo sviluppo dello spirito sociale attraverso le attività sportive di gruppo in cui l’individuo partecipa allo spirito di squadra.

 

3.3. Il calendario della scuola elementare

In questo paragrafo intendiamo presentare in modo succinto il calendario e l’orario della scuola elementare. La scuola elementare inizia la prima settimana di settembre e finisce verso l’ultima settimana di giugno. Gli allievi frequentano la scuola primaria sei giorni su sette. L’orario giornaliero della scuola elementare a seconda delle classi è la mattina dalle 8.00 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 17.00 il pomeriggio. Per ogni classe della scuola elementare sono previste due mezze giornate libere e la domenica. Per quanto riguarda le zone rurali, i giorni feriali variano da una zona ad un’altra. In certe zone rurali dove il mercato settimanale è previsto il lunedì, ad esempio, il giorno feriale scolastico è quello, mentre si va a scuola la domenica. Per decidere i giorni feriali di una zona, le autorità educative prendono in considerazione le caratteristiche ambientali e sociali della stessa. I giorni di mussem (festività annuali variabili di zona in zona) sono considerati giorni di vacanza, per esempio.

Per tutte le scuole elementari (pubbliche e private) marocchine sono previste delle vacanze fisse sia in occasione di giorni di feste religiose (le feste religiose sono quattro e osservano il calendario lunare) che in occasione di feste nazionali o internazionali (sono sei le feste nazionali e internazionali che coincidono con il periodo della scuola). Per quanto riguarda le vacanze in occasione di due importanti feste religiose che sono molto importanti in tutto il mondo arabo (la festa di fine Ramadan e la festa del sacrificio), sono previsti giorni di chiusura prima e dopo le feste. Questa scelta si basa sul fatto che i giorni festivi in queste suddette occasioni iniziano prima del giorno di festa. Per ogni festa sono previsti almeno tre giorni.

La scuola rimane chiusa sia alla fine del primo trimestre (di solito dal 23 dicembre al 4 gennaio) che alla fine del secondo trimestre (fra il 22 o il 23 marzo e il 4 aprile).

La Charta Nationale prevede 34 settimane di studio all’anno. Dall’anno scolastico 2001-2002, il Ministero dell’Education Nationale ha cambiato radicalmente il calendario delle vacanze per l’insegnamento primario e quello secondario, ad esempio sono previste delle vacanze a metà del trimestre e altre alla fine.

La tabella che segue riguarda i numeri delle ore settimanali attribuite all’insegnamento delle discipline della scuola elementare. Sono previste ore anche per il momento di ricreazione che non supera due ore a tutti i livelli della scuola elementare. Il trattino nella tabella significa che la materia non viene insegnata in quel dato livello, come il caso delle scienze sociali che vengono insegnate dalla terza tappa della scuola elementare.

Materia

Livelli

Educazione Islamica Lingua Araba Lingua francese Educazione Artistica Scienze sociali Matematica Educazione fisica Attività scientifiche Ricreazione
1° anno

2° anno

4 ore 11 ore - 2 ore

+ 2 ore 30

- 5 ore 2 ore 1 ora 30 2 ore
3° anno

4° anno

3 ore 6 ore 8 ore 1 ora

+ 1 ora 30

- 5 ore 2 ore 1 ora 30 2 ore
5° anno

6° anno

3 ore 6 ore 8 ore - 1 ora 30 5 ore 2 ore 1 ora 30 2 ore

 

Conclusioni

 

Come sottolinea Rashid Ben Mokhtar10 « Education is supposed to prepare today’s students for the future. However, it is provided by teachers whose training and methods are mired in the past». Il fatto che gli insegnanti a cui è affidata l’educazione primaria sono ancora attaccati al passato, impedisce ogni tipo di innovazione. La proposta dell’ex-Ministro è quella di assumere gente giovane capace di analizzare il sistema educativo per renderlo conciliabile con lo sviluppo tecnico e scientifico.

Altra difficoltà della scuola marocchina elementare è il fatto che mentre il mondo esterno si occupa della ‘high-tech’ la scuola è ancora alla ‘low-tech’ (Rachid Ben Mokhtar 1997). Esiste quindi un divario notevole tra l’insegnamento come teoria e l’insegnamento in pratica. L’atto pedagogico quotidiano rifiuta le innovazioni portate al sistema educativo. Il processo insegnamento-apprendimento resta tutt’oggi centrato sulla memorizzazione dei contenuti. Gli altri saperi sono poco esistenti nella scuola elementare.

Non tutti i bambini nelle zone rurali si permettono un insegnamento simile ai loro coetanei nelle zone urbane. La scuola nelle compagne è ancora lontana dall’allievo. La mancanza di infrastrutture causa un insegnamento handicappato. Esistono ancora scuole con classi con livelli misti.

Il tasso di scolarizzazione delle ragazze, nelle zone rurali in particolare, è scarso.

L’assenza dei genitori dalla vita scolastica dei bambini a tutti i livelli sociali produce delle carenze nelle scuole. Pochissimi sono i genitori che seguono l’andamento scolastico dei loro bambini. Pur essendoci un’associazione dei genitori in ogni scuola a cui aderiscono tutti i genitori degli allievi, si nota un’assenza totale dei genitori. In generale i genitori vengono coinvolti nei casi in cui il loro bambino ha creato qualche problema grave a scuola (ha rotto i vetri, ha picchiato un altro allievo ..). I genitori infatti non vogliono essere coinvolti negli affari didattici. Molti di loro pensano che il loro compito nei confronti dei loro bambini sia il fatto di comprare i libri e comprare qualsiasi eventuale cosa la maestra chieda. I genitori pensano che l’insegnante sappia più di quello che sanno loro e che l’insegnante sia stato nominato dal Ministero, perché è in grado di svolgere il suo compito.


1 Il sistema educativo marocchino è diviso in tre livelli : l’insegnamento fondamentale (comprende la scuola elementare e la scuola media), l’insegnamento secondario e l’insegnamento superiore.

2Abbiamo preferito chiamarlo ‘arabo standard’ perché è ancora usato nella comunicazione. E’ la lingua franca del mondo arabo (sono 20 i paesi arabi nel mondo) , e spesso viene usato dagli arabisti in tutto il mondo. Nel mondo arabo, l’arabo standard è lingua dell’educazione, lingua della stampa, del discorso politico, del discorso dell’Imam il venerdi prima della preghiera di mezzogiorno, ecc. La lingua stessa viene usata in contesti specifici. (per ulteriori informazioni sull’uso dell’arabo standard si veda C.A. Ferguson (1959) ‘Diglossia’, in Word, vol 15, pp 325-40).

3Secondo le statistiche del 1998, la popolazione marocchina è di 27.377.000 abitanti. Più del 50% sa leggere e scrivere. In Marocco vengono usate molte lingue viventi. La lingua dominante è l’arabo marocchino dialettale. Quasi 18.800.000 persone imparano l’arabo marocchino come lingua materna, il 65% della popolazione. Un altro 20 % della popolazione usa l’arabo come lingua seconda. 8 milioni della popolazione impara uno dei tre dialetti del berbero come lingua materna. In Marocco esiste un altro arabo chiamato Hassaniyya, è un arabo usato al sud del Marocco da Layun in giù. Lo spagnolo viene usato da quasi 20.000 persone. Queste informazioni sono reperibili al seguente indirizzo del sito internet http://www.ethnologue.com/

4Per ulteriori chiarimenti sull’interferenza della lingua araba sull’apprendimento della lingua italiana come lingua seconda, si vedano

a)Tesi di Master Itals di chi scrive “Quando la cultura materna interviene nel processo insegnamento / apprendimento dell’italiano agli studenti marocchini” Università Ca’ Foscari di Venezia, luglio 2001.

b)Tesi di laurea della Dott.ssa Francesca Mazzetto « Interferenze linguistiche nell’apprendimento dell’italiano da parte di bambini arabofoni in Italia. Analisi di produzione interlinguistica e proposte metodologiche », Univesità Ca’ Foscari di Venezia, Facoltà di Lingue e Letterature Straniere, Corso di Laurea in Lingue e Civiltà Orientali, a.a. 2000–2001

5In Marocco esistono due tipi di Ministeri che si occupano del sistema educativo. Il Ministero dell’Education Nationale http://www.men.gov.ma si occupa dell’insegnamento primario e secondario (si veda anche il sito sull’insegnamento secondario e tecnico http://www.mest.gov.ma). L’insegnamento superiore è sotto la supervisione del Ministero dell’Enseignement supérieur et de la Recherche scientifique http://www.dfc.gov.ma.

6Il testo integrale della Charte Nationale de l’education et formation è disponibile in internet al seguente indirizzo http://www.cosef.ac.ma/demarrage/home.html

7L’insegnamento secondario accoglie allievi che proseguono gli studi in uno degli indirizzi dell’insegnamento generale e tecnico per ottenere il diploma di baccalauréat (la maturità). Un diploma che gli consente di proseguire gli studi a livello dell’insegnamento superiore o accedere al mondo della formazione professionale.

8Spesso sono più i maschi che le femmine che frequentano la scuola coranica. Soltano negli ultimi dieci anni i genitori, soprattutto nelle zone rurali dove le ragazze si occupano delle faccende domestiche, hanno cominciato a mandare anche le loro figlie alle scuole coraniche e poi alle scuole pubbliche.

9L’arabo marocchino è un dialetto di cui una parte del lessico è di origine o francese o spagnola. Le parole prese in prestito da queste due lingue assumono la fonologia della lingua marocchina. La parola marocchina per ‘macchina’, per esempio, è /TTomobiil/ che è un diviazione della parola francese ‘automobile’. In alcune zone del Marocco, soprattutto fra le persone anziane si usa dire /ssekwiila/, una parola spagnola per dire ‘la scuola’.

10L’articolo « Challenges for Morocco’s Education System » (1997) di Rachid Ben Mokhtar, ex-ministro dell’Education Nationale, è reperibile sul seguente sito internet www.cipe.org/mdf1997/morroced.htm.

 

 

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