“Etica e valutazione delle competenze in L2”

“Etica e valutazione delle competenze in L2”

Autore: 

In VEDOVELLI M. (a cura di), Manuale della Certificazione dell'Italiano L2
CAROCCI, Roma, 2005, pp. 329-340.

In questo saggio l'autrice affronta il problema dell'etica nel campo del language testing (LT). E' importante notare come il risultato di un test non influisca solamente sulla vita del soggetto testato, ma abbia un impatto con tutte le persone e le istituzioni che hanno relazioni con esso, da chi costruisce il test al mondo del lavoro. Infatti, il language testing non può essere considerato neutrale. E' chiaro che il suo compito è quello di stabilire una linea di confine tra coloro che hanno una determinata competenza e coloro che non ce l'hanno, dando anche delle indicazioni alle aziende su come operare delle scelte. L'etica si pone come obiettivo quello di stabilire un principio di uguaglianza sociale, sembra quindi strano parlare di etica nell'ambito di una disciplina, quella del language testing, che sembra fare della discriminazione tra chi è competente e chi non lo è un punto d'onore. E' Lynch a dare una possibile soluzione, se un test si occupa solo di prendere atto delle lacune e ad evidenziare le mancanze di competenze, piuttosto che crearne di nuove, allora si può dire che il test sia buono e sostanzialmente etico. L'eticità del test si risolve anche nel dare a tutti i soggetti testati delle uguali possibilità, facendo quindi in modo che la base di partenza sia comune a tutti. In Italia il tema della valutazione occupa una posizione marginale all'interno della linguistica educativa. Gli insegnanti tendono a preferire una valutazione continua rispetto ai test formalizzanti, inoltre il language testing viene da molti visto come estraneo al processo di apprendimento linguistico e quindi non completamente necessario. Considerando la crescente importanza che le certificazioni stanno avendo nell'ambito della Comunità Europea è chiaro che l'etica del language testing deve tendere ad una professionalizzazione della disciplina, e ad una responsabilizzazione di tutti gli attori del processo di valutazione che, non si esaurisce in un rapporto biunivoco tra l'individuo testato e l'individuo che testa, ma che coinvolge più fattori fino ad abbracciare anche lo stato sociale.

gianluigi@gmail.com
Università di Venezia

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