“La co-costruzione di competenza negli esami orali e il ruolo della comunicazione metapragmatica”

“La co-costruzione di competenza negli esami orali e il ruolo della comunicazione metapragmatica”

Autore: 

In CILIBERTI A., ANDERSON L. (a cura di), Le forme della comunicazione accademica
FrancoAngeli, Milano, 2007 RECENSIONE

Questo contributo esamina il legame fra la struttura dell’interazione negli esami orali e la valutazione della competenza disciplinare degli studenti. Inoltre, si evidenzia come le strategie conversazionali dell’esaminatore prefigurino le valutazioni conseguite, qualora rivelino un maggiore o minore grado di implicitezza. I partecipanti socialmente dominanti tendono a porre le domande, quelli più deboli tendono a rispondere e il giudizio sulla competenza emesso da uno dei partecipanti può avere effetto sulla vita dell’altro. Tale esame si basa sull’analisi della trascrizione di 60 esami registrati in facoltà umanistiche e si concentra sull’interazione fra professori e studenti del primo anno. Generalmente, l’interazione fra estranei tende a essere più esplicita, quindi l’ipotesi di questo saggio è che il carattere più o meno implicito della comunicazione verbale possa costituire un indice di appartenenza più o meno marcato da parte dei partecipanti a una “community of practice”. Le conoscenze su cui si basa la comunicazione consistono di informazioni (sapere) e schemi di comportamento (saper fare) e le interazioni verbali presuppongono la condivisione di un “testo interazionale”. Tale condivisione viene mantenuta implicitamente attraverso l’uso di elementi linguistici e risorse strutturali che segnalano all’interlocutore la pertinenza del proprio contributo. Quando, tuttavia, i parlanti ricorrono a espressioni metalinguistiche esplicite, assumono una funzione “metapragmatica”, la cui caratteristica principale è l’auto-referenzialità. L’osservazione delle interazioni fra gli esaminatori e gli studenti avanzati rivela la presenza di monologhi piuttosto lunghi da parte degli studenti. L’ipotesi che un’appropriata modalità espositiva dello studente durante gli esami permetta di identificarlo come membro competente di una comunità accademica sembra confortata dal fatto che venga socialmente costruito come depositario delle conoscenze disciplinari richieste. Negli studenti del primo anno si evidenzia la tendenza a fondere/confondere il contributo di un partecipante con il contributo di un altro, producendo forme di discorso co-prodotto. Il discorso accademico è caratterizzato da una forte intertestualità, poiché molto spesso i discorsi e i testi altrui costituiscono la “materia prima” di molte discipline ed è abbastanza frequente riferirsi all’altrui in maniera esplicita. L’analisi dei dati di questa ricerca ha evidenziato come vengano largamente preferite pratiche implicite: il giudizio espresso sullo studente si basa non soltanto sull’accertamento delle sue conoscenze disciplinari, ma anche sulla valutazione delle competenze discorsive messe in atto. Di fronte a difficoltà di tipo contenutistico o performativo da parte dello studente, i docenti tendono ad assumere un ruolo di partecipante conversativo, assistendo lo studente con forme di di co-produzione “sommerse” tipiche della conversazione quotidiana.

ballarin@unive.it
Università di Venezia

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