Febbraio 2012  Supplemento alla rivista EL.LE - ISSN: 2280-6792
Direttore Responsabile: Paolo E. Balboni
L’italiano a Cuba. A colloquio con Giuseppina Moscatelli e Regla Arango di Paolo Torresan

ABSTRACT

Giuseppina Moscatelli e Regla Arango sono parimenti impegnate nella diffusione dello studio della lingua italiana a Cuba. La professoressa Moscatelli coordina i corsi della Dante Alighieri, mentre la professoressa Arango insegna nell’Università della capitale. Le interviste sono state realizzate nel 2009.

 

Gentile Professoressa Moscatelli, ci può dire qual è stata l’evoluzione dell’insegnamento dell’italiano a Cuba?

M: Prima del ’59 a Cuba non esisteva nessun istituto statale che esercitasse tale funzione. Nel 1961 fu creata un’accademia popolare, Abraham Lincoln, che nell’anno seguente divenne la prima scuola di lingua straniera per lavoratori.
In questo periodo a Cuba si verificò un fenomeno assai interessante: dall’Italia arrivavano varie canzoni cantate da cantanti famosi, come Domenico Modugno, Mina, Rita Pavone, e la gente apprendeva un po’ l’italiano ripetendo alcune frasi. Anche il cinema italiano ha avuto molta influenza, stimolando l’interesse per l’italiano.
Negli anni 70 si creò una scuola di lingua a Matanzas, una città vicino a L’Avana.
Negli anni 90 un gruppo di insegnanti di lingua straniera dell’Università dell’Avana incominciarono a fare corsi di lingua italiana, con lo scopo principale di soddisfare la richiesta del mercato turistico.
Nel 1991 si aprì ufficialmente la Unione Latina che dal ‘95 ha cominciato a offrire corsi di italiano. Successivamente, alla didattica dell’italiano concorse pure l’Esti, nota soprattutto per i servizi di traduzione e di interpretariato.
Il 4 dicembre 1999 nel cuore dell’Avana vecchia si aprì, per iniziativa del Prof. Giancarlo Verdesche, la Società Dante Alighieri; successivamente coordinata dalla prof.ssa Emanuela Favoino.
In ambito accademico c’è da ricordare il prof. Boza Masidal che nel lontano 1926 istituì il primo seminario di Letteratura Italiana. Importante pure segnalare la fondazione dell’Aula Italiano Calvino.
Nel primo semestre dell’A.A. 2001 prese avvio un corso postlaurea di Lingua e Cultura Italiana: una importante novità istituzionale nel dipartimento di italiano, riconosciuto tanto a livello di Lettorato come anche a livello di normativa ministeriale. Gli utenti sono docenti di italiano di varie agenzie formative che operano a Cuba. L’obiettivo è quello di formare un gruppo di insegnanti con competenze di buon livello, istituzionalmente controllate e convalidate. È importante dire che la realizzazione di questo corso può essere di motivazione per l’istituzione di un corso di laurea in lingua italiana.
Il primo seminario di italianistica a L’Avana ebbe luogo nel mese di maggio del 1999. Fu un avvenimento di grande importanza nella vita culturale e la prima occasione di scambio di esperienze tra docenti.
La Dante iniziò a promuovere questa settimana di italianistica, al fine di creare una rete tra istituzioni culturali che si occupano di educazione linguistica (università, scuole superiori, scuole di traduzione, ecc.).
Il Presidente della Dante è il dott. Eusebio Leal Spengler, una personalità culturale di spicco nella vita italiana (è l’architetto a cui è stato affidato l’incarico di restaurare molti edifici dell’Avana).

 

 

 

Quanti sono gli utenti dei corsi di italiano e quali motivazioni hanno?

M: Abbiamo circa 150 studenti l’anno. Le motivazioni sono diverse. Da quando si è aperto il turismo a Cuba c’è stata una grande affluenza di italiani; per molti cubani si sono create occasioni di lavoro come guide.
C’è anche una scuola voluta dal Governo, Forma-Tour: prepara figure che operano nel settore del turismo: animatori, operatori albeghieri, ecc.
Al di là delle motivazioni professionali, ci sono molti interessi legati alla nostra cultura. I cubani apprezzano il nostro Paese; anche se hanno un’immagine che occorre sfatare, quasi ferma a livello dell’Impero Romano.
Alla Dante ci siamo accorti, in effetti, dell’esigenza di fornire un’educazione culturale accanto a quella linguistica: cenni alla geografia, alla letteratura, al cinema non mancano nei nostri corsi. Cerchiamo, allo stesso tempo, di attualizzare, per quanto possibile, i contenuti e rapportarli alla loro esperienza: i contenuti li devono toccare, per così dire; suscitando anche stupore.
Sto pensando a degli aneddoti: allo scandalo per esempio che suscita l’episodio di Paolo e Francesca, in genere. Ma come, all’inferno? Si chiedono molti studenti. Per loro, che sono pieni di passione, di intensità di rapporti, è incomprensibile che Paolo e Francesca siano stati mandati da Dante all’inferno.
La conversazione è molto aperta, crea ampie discussioni e occasioni di confronto.
Sto pensando ad un intervento da me promosso di recente: una conferenza tenuta dalla figlia di Roul Castro, sessuologa, che a dire il vero ha suscitato perplessità anche in alcuni colleghi, nel momento in cui l’ho proposta. Ebbene, lei ha affrontato l’argomento con una visione ampia -comprendendo la vita di coppia, l’educazione dei figli, ecc. e toccando, pure, un tema difficile: l’omosessualità. ‘Difficile’, proprio perché a Cuba, dopo la Rivoluzione, gli omosessuali venivano mandati in prigione. Ora, affrontando il tema dell’omosessualità la sessuologa ha implicitamente toccato il tema della libertà: questione estremamente importante nel presente di Cuba.

 

 

Quindi, La Dante a Cuba non si occupa solo di Lingua e Cultura italiana, ma è anche un ente che ha a che fare con il rapporto tra culture.
Ora, volevo chiederLe, ci sono dei aspetti particolari che legano Italia e Cuba: storici, culturali, ecc.?

M: I due paesi hanno avuto una storia simile in termini di indipendenza: è un fatto importante, segnalato da tutti i libri. Anche nei quaderni di italianistica viene preso in considerazione.

Se ci focalizziamo sul rapporto tra le due culture oggi come oggi, i cubani scorgono molte affinità: la comunicatività, l’allegria, il ricorso ai gesti.
Dal mio punto di vista, se dovessi definire i cubani potrei dire che, tra tutti i latinoamericani, sono i più esplosivi; romantici.
C’è da aggiungere che le nuove generazioni sono meno politicizzate, in attesa di un cambiamento per poter trovare un lavoro valido. Gli stipendi sono bassissimi e c’è il sogno da parte di molti di andare in Italia.

 

 

Non più gli Stati Uniti?

M: Non più gli Stati Uniti; e nemmeno la Spagna, che era diventano un posto ambìto, data la lingua. Ora è l’Italia, benché si sappia che il paese sta attraversando una difficile crisi economica.
E l’ispirazione, secondo me, è legata a questo mondo magico di arte, al carattere italiano, alla vicinanza tra le due lingue.

 

 

Ci sono borse di studio per studenti cubani offerte dall’Italia?

M: Sì, ma c’è stata una riduzione: c’è un’alta probabilità che i giovani, una volta in Italia, non facciano più ritorno a Cuba.

 

 

Com’è il livello scolastico a Cuba?

M: Molto alto: tutti studiano fino al XII anno, che coincide con la nostra maturità. Tutti ci arrivano, altrimenti non trovano lavoro.
C’è però da dire che il livello di conoscenza grammaticale è molto bassa.

 

 

Professoressa Arango, conferma le carenze del sistema educativo cubano in termini di competenza grammaticale, a cui si riferisce la direttrice della Dante?

A: Non condivido l’opinione del tutto. Ciò che posso sottolineare è che abbiamo avuto dei problemi nel sistema d’istruzione, soprattutto nelle scuole elementari e medie giacché insegnanti con molti anni di servizio sono andati in pensione e i posti sono stati coperti da ragazzi che ancora avrebbero avuto bisogno di aggiornarsi, però fortunatamente molti di questi insegnanti hanno ripreso le loro cattedre mediante una richiesta fatta dallo Stato e la situazione è andata migliorando.

 

 

So che nel vostro Dipartimento state montando un video per l’apprendimento dell’italiano, ce ne può parlare?

A: Certamente. Quattro anni fa docenti di lingua inglese, francese, portoghese, tedesca e anche noi, docenti di lingua italiana, siamo stati sullo schermo della televisione cubana per un anno. É stata una iniziativa statale.
Il video in italiano è stato allestito mediante amici italiani che lavorano o risiedono a Cuba e anche professori e studenti cubani. Abbiamo avuto un grande appoggio del Comitato cubano della Dante Alighieri, del nostro primo Lettore, Professor Giampietro Schibotto e della Lettrice, Professoressa Marina Belbusti.
Abbiamo pubblicato un giornale con dialoghi, tabelle grammaticali, esercizi, canzoni, cruciverba e anche un piccolo glossario contenente il lessico delle diverse lezioni.
Di tutti i corsi, quello della lingua italiana è stato ritenuto quello meglio realizzato.
Un mese fa è cominciato il secondo corso: saremo sullo schermo fino al luglio di quest’anno.

 

 

Ci può parlare di circostanze che possono creare malintesi culturali tra italiani e cubani?

A: Penso che non ce ne siano.

 

 

Se noi mettessimo su una scala una serie di competenze linguistiche: morfologia, sintassi, fonologia e lessico; quale risulta la più facile da insegnare in un contesto ispanofono e quale quella di più difficile assimilazione?

A: A mio parere la morfologia è quella di più difficile assimilazione, per via delle difficoltà legate alle irregolarità delle forme verbali e anche dell’uso delle preposizioni, così diverso nella nostra lingua.

 

 

E sul versante delle abilità –leggere, ascoltare, scrivere, parlare– quale può risultare la più delicata, per così dire, da trattare con una classe cubana? E quali sono le strategie didattiche per poterla trattare al meglio?

A: L’ascolto, considerando anche del resto le varietà regionali.

 

 

Il vostro Dipartimento ha intrapreso dei partneriati con altre Università o Istituzioni italiane?

A: Molti anni fa i docenti del nostro Dipartimento hanno avuto la possibilità di usufruire di borse di studio offerte dall’Università per Stranieri di Siena. Già da alcuni anni queste borse di studio arrivano solo dall’Università per Stranieri di Perugia. Docenti di quest’istituzione partecipano, peraltro, nei Seminari che il Gruppo degli italianisti cubani organizza annualmente.

 

 

In questo momento di calo delle risorse destinate all’italianistica da parte del Ministero, come vede il futuro della lingua italiana? Destinato a far fronte alla mancanza di fondi attingendo a risorse interne oppure fortemente compromesso?

A: A Cuba ogni anno aumenta la richiesta dello studio dell’italiano. Presso le scuole di lingue, le scuole di formazione del personale è le Università il numero degli iscritti aumenta di anno in anno. Questo vuol dire che la lingua italiana continua ad occupare il secondo posto dopo la lingua inglese.

 

 

Infine, una domanda personale. Cosa l’ha spinta a studiare italiano?

A: Sono laureata in lingue straniere. La mia prima lingua straniera è il russo, con il quale ho lavorato per più di 25 anni. L’italiano l’ho studiato per piacere, apprezzando anche la ricchezza culturale. Con l’insegnamento della lingua italiana sono riuscita ad avere molte soddisfazioni nella mia vita professionale.

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