Febbraio 2012  Supplemento alla rivista EL.LE - ISSN: 2280-6792
Direttore Responsabile: Paolo E. Balboni
L’italiano in El Salvador. A colloquio con Mauro Decarlini di Barbara Gramegna

ABSTRACT

Alcune curiosità sullo studio della lingua e cultura italiana in El Salvador secondo la prospettiva di un 'operatore linguistico' in prima linea, il responsabile per la certificazione PLIDA, direttore nonché vicepresidente della Società Dante Alighieri, Mauro Decarlini. La Società Dante Alighieri è infatti presente in questo piccolo stato dell'America Centrale e cerca, con non poche difficoltà, di diffondere la voglia di italiano.

 

Innanzitutto grazie per la disponibilità, direttore!
Vorrei chiederLe subito qualcosa che è più una curiosità personale.
Che formazione ed interessi ha una persona che fa il Direttore della società Dante Alighieri in un posto come El Salvador, oltre ad un facilmente presumibile amore per la lingua e la cultura italiana?

La mia formazione è poco accademica; dopo il liceo classico a Milano, ho frequentato un anno di architettura al Politecnico e poi mi sono trasferito a Roma, dove ho fatto altri due anni alla Sapienza, sempre architettura. Per la perdita di mio padre, ho cominciato a lavorare, di tutto. Avendo una minima facilità di lingua, molto nel turismo.
Stanco della precarietà, ho approfittato di uno zio in Costa Rica e mi sono trasferito in America Centrale, dove ho conosciuto la mia futura moglie. Alla nascita di nostra figlia, il suo lavoro ci ha trasferito in El Salvador. Dopo aver lavorato 4 anni in Costa Rica con la Dante Alighieri come insegnante, mi è sembrato giusto cercare qui in El Salvador la stessa possibilità; il comitato locale era a livelli disumani di irregolarità, così ho deciso che doveva rifiorire.
Ed eccomi qua, auto-nominatomi direttore e vicepresidente.

 

 

Che tipo di fruizione si aspetta e incontra la Società Dante Alighieri in questo luogo del Centro-America?

Come Dante Alighieri ci aspettiamo valanghe di studenti, visto che non abbiamo praticamente concorrenza, e considerato il fascino che l'Italia esercita sui centroamericani. 

 

 

Vi sono enti o scuole che si occupano dell'insegnamento dell'italiano in Salvador?

In El Salvador come Le ripeto c'è solo una fatiscente Assistenza Italiana che dà corsi di Italiano, oltre alla Academia Europea, che potrei definire una mistificazione, presente però in forze sul mercato con 6 sedi e molta pubblicità. Esiste poi una scuola pubblica Repùblica de Italia a Tejutla, una cittadina la cui popolazione è emigrata in massa in Italia, ma non so se insegnino italiano.

 

 

Negli ultimi tempi il Paese ha dovuto risolvere molte emergenze che hanno forse lasciato in ultimo piano la cura della diffusione della lingua e cultura italiana. Come si pone Lei in questa sfida e che tipi di supporto e solidarietà ha ricevuto?

Mah, le emergenze in questo Paese non finiscono mai; la mia posizione è sfruttare la fame di conoscenza dei salvadoregni, perlomeno di quelli che si possono permettere un minimo di investimenti sulla cultura e sulla "auto-formazione". Ho certamente ricevuto supporto e solidarietà dalla locale Ambasciata d'Italia, specialmente nella persona dell'Ambasciatore Caterina Bertolini. Consideri comunque che per statuto i comitati esteri della Dante Alighieri sono autonomi finanziariamente e che per le Ambasciate è pressoché proibito finanziare o supportare economicamente la Dante Alighieri.

 

 

Quest'anno in occasione del 150enario della Repubblica Italiana numerose sono le manifestazioni organizzate un po' ovunque a celebrazione dell'Unità.
Cosa propone la Società Dante Alighieri ai salvadoregni e alla comunità italiana qui residente?

Visto il presupposto della povertà delle nostre finanze, per ora in collaborazione con l'Ambasciata abbiamo proposto un bellissimo concerto di pianoforte  e faremo una specie di conferenza sull'emigrazione italiana nel mondo, con materiale e linee guida fornite dal Ministero Affari Esteri di Roma.

 

 

Che percezione ha la comunità locale dell'Italia?
Secondo Lei si basa ancora sui fasti del passato o è veicolata prevalentemente dalle vicende d'attualità che viaggiano sulla rete?

Se Lei si riferisce alla comunità italiana, cioè ai suoi discendenti salvadoregni, sicuramente prevale una nostalgia per l'Italia che non esiste più da 50 anni. Forse invece i salvadoregni senza antenati italiani sono un po'meno nostalgici, anche se Le confesso che siamo assolutamente fuori dal mondo qui...

 

 

Mi interessa molto capire anche che tipo di diffusione c'è della produzione letteraria, musicale, cinematografica dell'Italia di oggi. Che cosa arriva in El Salvador? Che autori e che film giungono in traduzione per esempio?

Come Le dicevo, siamo così fuori dal mondo, che l'Italia qui non esiste. Noi facciamo un cinefestival permanente con film italiani, una volta al mese. Abbiamo uno zoccolo duro di spettatori e cerchiamo di proporre cose moderne; i discendenti però vorrebbero vedere Mastroianni e Loren, Fellini e appunto l'Italia che non c'è più. Abbiamo proposto Roma città aperta e i salvadoregni mi hanno confessato di non aver capito molto; Le fate ignoranti e varie persone sono uscite indignate alla scena del bacio omosex; Notte prima degli esami ai nostri studenti e alla vista (5 secondi) di una tetta uno studente di 20 anni è uscito indignato e adirato e non è mai più tornato.
I film sono originali con sottotitoli in spagnolo, quello che riesco a trovare su internet; spesso si tratta di sottotitoli fatti in Spagna, per cui poi bisogna rispiegarli ai fruitori più gnocchi. Qualcuno ha sentito parlare di Gomorra, se lo trovo lo faccio vedere. Libri, musica che non sia Pausini o Boccelli, film più impegnati o quant'altro non arriva, d'altronde non capirebbero...

 

 

Se Lei dovesse persuadere un giovane ad intraprendere un percorso come il Suo per la diffusione della lingua e cultura italiana in un paese latinoamericano che 'armi di seduzione' userebbe?

Guardi, in realtà il mio percorso è frutto del caso e dell'amore per quanto mi hanno insegnato a scuola sul Belpaese, dopo 8 anni sconsiglierei vivamente l'America Latina a tutti. Il sogno tropicale è tale se uno qui non è mai venuto. Forse il Brasile, il Messico, o i Caraibi con tanti soldi, possono affascinare e soddisfare le aspettative, ma il resto...

 

 

Ed ora Le chiedo qualcosa riguardo all'offerta di corsi di lingua italiana. Qual è il profilo dello studente di italiano in Salvador? Che cosa si prefigge con lo studio di questa lingua?

Il profilo dello studente medio è ragazza giovane, proveniente da famiglia agiata, che pensa di imparare l'italiano in due mesi; credo che alla fine sia l'afflato verso un Paese che non conosce e che senza dubbio esercita grande fascino. Alcuni hanno poi la nazionalità italiana e in casa nessuno parla italiano, e sperano di poter studiare in Italia visto che ormai gli USA sono carissimi. C'è poi una percentuale di signore abbienti e nullafacenti che scelgono il corso di italiano perché si inserisce bene nell'orario tra il parrucchiere e il corso di origami; questo è il mercato che più mi interessa e che sto cercando di aggredire, so che mi darà soddisfazioni economiche.

 

 

A conclusione di questa breve 'chiacchierata' Le chiedo di esprimere un pensiero rispetto a un motivo per Lei di grande soddisfazione nel Suo operare quotidiano e uno invece rispetto alle difficoltà o maggiori problematiche riscontrate.

Il pensiero positivo sicuramente è che al mio arrivo avevamo 9 studenti, adesso viaggiamo sugli 80 a ciclo, e spero di arrivare a 120, così da avere un po' più di denaro per attività culturali o gastronomiche. Ho solo dato un'organizzazione generale e sistematizzato il calendario dei corsi, oltre a una alleanza con l'Alliance Francaise che ci ha dato grande visibilità e accesso a un pubblico che non potevamo altrimenti raggiungere.
Il pensiero negativo è rivolto all'Italia: la Sede Centrale della Dante Alighieri non aiuta in maniera propositiva e chiede solo che facciamo l'esame PLIDA (certificazione per la conoscenza dell'italiano come lingua straniera), il Ministero Affari Esteri e in generale tutte le autorità statali non sono capaci di vedere le enormi potenzialità che ci sono in questa parte del mondo; la cultura e la lingua italiana sarebbero un volano formidabile per il turismo e le esportazioni. 

 

 

La ringrazio e spero di poter avere ancora con Lei proficui scambi di idee.

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