Giugno 2006  Supplemento alla rivista EL.LE - ISSN: 2280-6792
Direttore Responsabile: Paolo E. Balboni
La comprensione del testo argomentativo da parte di alunni ispanofoni di Paola Riva


ABSTRACT

Il Dipartimento di Lingue Moderne della Facoltà di Filosofia e Lettere dell’Università di Buenos Aires organizza corsi di lettocomprensione in lingua straniera. La maggior parte dei testi proposti in classe dalla Cattedra d’Italiano, coordinata dalla sottoscritta, si riferisce a diverse discipline appartenenti all’area umanistica. Qui di seguito vengono presentati alcune riflessioni circa le strategie di comprensione da parte di alunni ispanofoni.

 

 

 

1. IL TESTO ARGOMENTATIVO: STRUTTURA

 

Nei diversi corsi si è notato che il testo argomentativo italiano offre particolari difficoltà di comprensione da parte degli alunni ispanofoni; difficoltà che risiedono soprattutto nei connettivi che introducono le diverse categorie argomentative.

Ricordiamo che il testo argomentativo è centrato sulle relazioni tra i concetti ed è correlato, cognitivamente parlando, alla capacità di formulare un giudizio e alla capacità di istituire legami tra concetti attraverso l’evidenziazione di similarità, contrasti, trasformazioni.

La sua superstruttura, secondo Van Dijk, (1978: 159,160) consiste fondamentalmente in una tesi che l’autore tenta di dimostrare a partire da un’ipotesi, per mezzo di argomenti (azioni) o categorie. Fra gli elementi della struttura basica (Ipotesi o premessa - Conclusione), ci sono argomenti che devono dare una garanzia o rapporto di legittimità, e che autorizzano l’emittente ed il destinatario ad arrivare alla stessa conclusione.

Secondo Lo Cascio (1995: 251) un’argomentazione è composta almeno da un’opinione (O) e da una giustificazione (GS) di tale opinione. Ogni giustificazione è composta a sua volta da un argomento (A) e da una regola generale (RG), che permette che l’argomento sia adeguato all’opinione con cui nel nodo A-RG, GS è in relazione.

 

 

2. I CONNETTIVI

 

I diversi elementi presentati sono legati da indicatori di forza che specificano il ruolo di un enunciato in un determinato discorso. Questi indicatori hanno la funzione di connettivi testuali e possono essere classificati in funzione dell’elemento che indicano: tesi, argomenti vari, regola generale, dati, riserva, fonte.

 

2.1. CLASSIFICAZIONE

 

I connettivi appartengono a una classe aperta, per cui non è possibile farne un elenco esaustivo.

Comunque, per una classificazione approssimata facciamo riferimento a Lo Cascio (1995: 251).

 

 

INDICATORI DI FORZA

INDICANO

A) Verbi performativi:

affermo che, considero che, suppongo, mi domando, mi spiego

ENUNCIATI CHE DEFINISCONO L’OPINIONE E IL GRADO DI SICUREZZA DELL’ENUNCIATARIO

B) Connettivi che introducono:

 

- un argomento dato:

poiché, perché, considerato che, infatti, difatti, dato che, siccome, tanto è vero che, anche perché, provane sia, causa ne è, ora, uso del gerundio

GIUSTIFICATORI

- La tesi o la conclusione (di primo o secondo livello):

quindi, dunque, pertanto, ecco perché, se ne conclude che, ne consegue che, per cui si può sostenere che, perciò, se…allora

CONCLUSIVI

- La regola generale:

in base a..., dato che..., secondo la regola che...dice che...

GENERALIZZANTI

-La modalità o qualificatore:

forse, probabilmente, è probabile che, necessariamente, potere + infinito, dovere+infinito, futuro (elemento morfologico con funzione di modale e non di tempo verbale

MODALI

- La fonte, l'autorità:

come dice, secondo…

RELATIVIZZANTI

- Una riserva:

se non che, a meno che, tranne che, se/se non, seppure

RAFFORZATORI

- Un rinforzo per la giustificazione fornita:

senza contare che, se si tiene conto del fatto che, e badiamo che, nonostante, nonostante che, sebbene, benché

RAFFORZATORI

- Una contro-opinione:

Tuttavia, ciò nonostante, malgrado ciò

ALTERNATIVI

 

 

2.2. DIFFICOLTÀ RELATIVE ALLA COMPRENSIONE DI CONNETTIVI ARGOMENTATIVI DA PARTE DI STUDENTI ISPANOFONI

 

Nei corsi di lettura e comprensione di testi in italiano, si è comprovato che i connettivi che assicurano la coesione di un testo argomentativo, presentano per gli alunni ispanofoni un alto grado di astrazione semantica ed inoltre si è notato che alcuni somigliano ortograficamente a quelli spagnoli, pur differendo nel significato, mentre altri sono diversi dal punto di vista grafico ma semanticamente equivalenti

Daremo qui alcuni esempi di difficile comprensione per l’allievo ispanofono:

 

a) Connettivi italiani con alto grado di astrazione:

purché

anziché

forse

mica

 

b) Connettivi italiani la cui somiglianza con connettivi in spagnolo induce a errore

 

 

 

Connettivi italiani

Corrispondenza in spagnolo

Si confonde con (falso amico spagnolo)

Che vuol dire invece

Allora

Anche

Anche se

Anzi

Anziché

Benché

Difatti

Infine

Finalmente

Ma

Mai

Nondimeno

Poi

Poiché

Tuttavia

Entonces

También

Aún cuando

Por el contrario

Antes de-en vez de

Si bien

En efecto

Finalmente

Por fin

Pero, mas,

Nunca

Además

Luego

Puesto que

Sin embargo

Ahora

Aunque

También si

Asì

Asì que

Bien que

De hecho

Por fin

finalmente

más

más

nada menos

pues

después que

todavía

Ora

sebbene

-----------

così

così ché

--------------

(poco usato)

finalmente

infine

più

più

niente di meno

poi

dopo che

ancora

 

c) Connettivi italiani completamente diversi da quelli in spagnolo

 

Connettivi italiani

Corrispondenza in spagnolo

Altrimenti

Addirittura

Comunque

Dunque

Eppure

Forse

Inoltre

Oppure

Oltre

Perfino, persino

Poi

Pure

Purché

Purtroppo

Quindi

Qualora

Seppure

Tanto

Tranne

De otro modo, por el contrario

Hasta (enfatico)

De todos modos

Por lo tanto

Y sin embargo

Quizás, tal vez

Además

O

Además de

Hasta

Luego

También

Con tal que

Desgraciadamente

Por lo tanto

Aún cuando

Aún cuando

Total

Excepto

 

2.3 ANALISI CONTRASTIVA RELATIVA ALL’USO E ALLA POSIZIONE DEI CONNETTIVI

 

È interessante analizzare le differenze esistenti fra lo spagnolo e l’italiano relativamente all’uso e alla posizione dei connettivi.

 

a) Verbi performativi (Suppongo, considero, ecc.)

 

In italiano ammettono il congiuntivo mentre in spagnolo l’indicativo

 

Supponiamo che l’argomento generi dei dubbi. Si considera che sia necessario...

Suponemos que el argumento genera dudas. Se considera que es necesario

 

b) Avverbi:

 

b1) Posizione

 

In italiano gli avverbi di tempo si trovano generalmente nell’interno della proposizione, a meno che non li si voglia enfatizzare.

In spagnolo possiamo trovarli anche all’inizio della proposizione, non necessariamente con un tono enfatico. Se li si vuole enfatizzare, l’enfasi è data dal tono di voce.

 

Spieghiamo sempre i nostri concetti . Non ci siamo mai occupati.

Siempre explicamos nuestros conceptos. Nunca nos hemos ocupado.

 

 

b2) Significato

 

- L’avverbio “finalmente” in italiano ha un significato enfatico mentre in spagnolo indica tempo o ordine in una lista

 

Finalmente sei arrivato!

...y finalmente podremos ver los resultados ( ...ed infine potremo vedere i risultati)

 

La valenza enfatica in spagnolo è data dall’espressione “por fin”

 

¡Por fin llegaste!

 

b3) Casi di polivalenza

 

Gli avverbi “peggio”, “meglio” e gli aggettivi “peggiore”, “migliore” vengono tradotti in spagnolo con i termini: “peor” e “mejor”

 

È peggio tralasciare le cause

Es peor dejar de lado las causas

 

É meglio lasciare le cose come stanno

Es mejor dejar las cosas como están

 

É stato adottato il metodo peggiore

Se ha adoptado el método peor

 

Questa è la migliore soluzione

Esta es la mejor solución

 

b4) L’avverbio spagnolo “sino”

 

Il “sino” spagnolo, corrisponde a diversi connettivi in italiano: “ma”, “altro che”, “bensì”

 

No se quiere sino legislar

Non si vuole altro che legislare

 

No buscamos la solución A sino la B

Non cerchiamo la soluzione A ma (/bensì) la B

 

No son razones de honor sino de conveniencia

Non sono ragioni d’onore ma (/ bensì) di convenienza

 

b5) Altre differenze

 

La locuzione avverbiale: “ ... ma anche”, in cui il secondo elemento acquista un tono enfatico, in spagnolo si traduce per “no solo...sino que”

 

Non solo se n’è andato, ma si è anche offeso

No solo se fue sino que se ofendió

 

Il “ma” presente nelle locuzioni: “non solo.... ma (al contrario)”, viene reso con il “sino” spagnolo

 

Non solo non voglio offenderti ma al contrario, desidero aiutarti

No solo no te quiero ofender sino que deseo ayudarte

 

Non solo c’é una crisi economica ma c’é anche quella politica

No solo hay una crisis económica sino que además hay una política

 

c) Congiunzioni

 

c.1) Posizione

 

La congiunzione “ però” che in italiano può avere una posizione iniziale o interna alla proposizione subordinata, in spagnolo la si trova sempre in posizione iniziale

 

Non lo conosco però fallo entrare

No lo conozco pero hazlo pasar

 

Ho letto il testo, non ho capito però la conclusione

Leí el texto pero no entendí la conclusión.

 

c2) Significato di alcune congiunzioni

 

c2.1) La congiunzione causale “siccome” corrisponde alla spagnola “como”. Questa congiunzione in spagnolo si usa anche nella costruzione comparativa

 

Siccome non abbiamo avuto risposta, invieremo un’email

Como no tuvimos respuesta, enviaremos un e-mail

 

Questo documento é importante come quello

Este documento es tan importante como el primero

 

c2.2) Corrispondenze

 

Le congiunzioni condizionali “se”, “qualora” trovano riscontro in spagnolo solamente con la congiunzione “si”

 

Se ciò fosse vero

Si esto fuese verdad

 

Le congiunzioni consecutive “quindi”, “dunque”, corrispondono a “luego”, “por consiguiente”

 

Il lavoro è concluso, quindi (dunque) ne vedremo i frutti

El trabajo ha terminado luego (por consiguiente) veremos sus frutos.

 

La congiunzione concessiva “sebbene” può essere tradotta come “si bien”, “aunque”, “aún cuando”.

Queste congiunzioni in spagnolo, a differenza dell’italiano, ammettono l’Indicativo

 

Sebbene egli abbia studiato non ha saputo dimostrarlo

Si bien (/aunque) estudió no supo demostrarlo.

 

 

3. IL PROCESSO DI COMPRENSIONE

 

Allo scopo di aiutare gli allievi a superare queste difficoltà è necessario ricordare la sequenza delle operazioni che, secondo Van Dijk (1997:81), si producono durante il processo di comprensione:

 

Riconoscere le parole

 

Costruire le proposizioni

 

Collegare le proposizioni

 

Costruire le macrostrutture (Applicare le macroregole)

Mettere in relazione le idee

 

Occorre inoltre tenere in considerazione il ruolo della memoria a breve e lungo termine che attiva i copioni posseduti dal lettore. Ciò è importante soprattutto se consideriamo che il problema della comprensione dei connettivi è principalmente di tipo lessicale e si rapporta, per un alunno di lingua straniera, alle prime operazioni di comprensione. Se questi primi livelli non vengono superati, la comprensione risulterà difficile.

 

 

4. IMPLICAZIONI GLOTTODIDATTICHE

 

Date queste premesse, occorrono particolari strategie glottodidattiche per guidare gli alunni nell’apprendimento dei nessi presenti in un testo argomentativo e sviluppare in loro l’abilità di individuare le categorie che essi introducono.

Quale modello di lezione applicheremo quello proposto da Balboni (2004:22) basato sulla psicologia della Gestalt:

 

GLOBALITÀ ANALISI SINTESI

 

Nel momento della globalità sarebbe opportuno che il docente applicasse l’elicitazione e la ricerca delle parole chiavi.

Nella fase di analisi sarà necessario stabilire il tipo di argomento che introduce i vari connettivi evidenziati (tesi, regola generale, conclusione, restrizione ecc.).

Le tecniche possono essere varie: domande aperte o chiuse, attività di Vero o Falso, griglie.

Durante questa fase è opportuno che gli allievi lavorino in gruppo, in maniera collaborativa; in tal modo apprenderanno gli uni dagli altri.

Nella fase di sintesi l’alunno trasferisce quanto già appreso ad altre situazioni. Le attività adeguate per questa fase potrebbero essere:

 

- Completare proposizioni con il connettivo adeguato;
- Unire due proposizioni, una delle quali contiene un connettivo, collocate in due colonne;
- Completare periodi
- In articoli proposti dagli allievi, trovare rapporti tra proposizioni diversi paragrafi;
- Domande rivolte agli alunni affinché individuino diversi tipi di argomenti indicando quale nesso li introduce.

Il momento della Verifica permette infine di stabilire se l’alunno ha compreso il testo in profondità, ossia se è capace di riprodurre di cogliere il messaggio dell’autore.

L’allievo potrà riorganizzare la superstruttura del testo, completando uno schema proposto dall’insegnante o creandolo per suo conto.

 

 

5. ESEMPIO DI TESTO ARGOMENTATIVO ED ATTIVITÀ DIDATTICHE

 

 

Alla mancanza di attenzione degli stranieri verso la nostra lingua corrisponde spesso una tendenza italiana ai “forestierismi”

Salviamo l’italiano imparandolo e usandolo

Lingua, solco di una civiltà

 

 

di Enrico Grandesso

 

Lo scorso luglio, ho viaggiato in aereo con una compagnia francese, da Venezia a Nizza. In un volo dove buona parte dei passeggeri era italiana e dove venivano offerti in lettura ai viaggiatori anche quotidiani italiani, gli annunci dell’equipaggio ai passeggeri erano invece solo in francese e in inglese. Eppure le hostess conoscevano la nostra lingua e lo hanno dimostrato rispondendo correttamente alle domande loro rivolte; come pure non ne era digiuno un membro dell’equipaggio. Ma di annunci in italiano manco a parlarne. Così pure nel ritorno quando ho volato con la stessa compagnia.

Questo non è che uno dei tanti episodi che dimostrano come la nostra lingua sia considerata “minoritaria” o di secondaria importanza da molti stranieri: non solo singoli, ma anche industrie, compagnie pubbliche e private, addirittura agenti turistici. Una situazione non sempre piacevole ma che non è detto debba rimanere tale all’infinito. Spremiamoci allora le meningi e vediamo di cavarne, oltre a qualche puntura di spillo, anche alcune idee.

Innanzitutto, quali sono le parole italiane conosciute all’estero? A che settore appartengono e come sono usate? Ahinoi, il repertorio si limita a pochi campi: alla cucina – anche se nella maggior parte dei menu s’incontrano patetici errori (o divertenti orrori) di ortografia! -, alla musica classica e lirica; in particolare, alla storia dell’arte. Qualche altra rara parola d’italiano condisce la vita di tutti i giorni degli stranieri, ma è più l’eccezione che la regola. Da noi avviene il contrario, in particolare verso la lingua politicamente dominante: l’inglese.

Moltissimi italiani hanno la mania, assolutamente provinciale, di prostrarsi ad ogni stranierismo. Tralasciamo una seriosa indagine sui perché e percome storici del fenomeno e guardiamoci – meglio: ascoltiamoci – attorno: la zietta sessantenne è andata a fare shopping. Il nonno sta facendo zapping davanti alla TV; il papà è im-piegato con il trading on line (vuoi mettere con l’equivalente “compra e vendi in-formatico” che sa di campagnolo?) Per finire, mamma fa stretching in palestra; il primogenito (magari di nome Kevin o Sylvester) sta chattando su Internet mentre la bimba (Samantha, Jennifer o Britney: oggi Maria fa perdere punti) sogna un bel piercing. Che dire? Che in tutto questo quadretto neo-grezzo familiare è assente un’ospite che avrebbe potuto riequilibrare il tutto: l’autoironia.

L’arricchito di fresco, quello che in un recente spettacolo teatrale di Marco Paolini, Bestiario Veneto, riflette dicendo: “Se non sei mai stato a Londra oggi, sei uno stupido!”, cerca di darsi un tono con parole “forestiere”, mentre perde pro-gressivamente la coscienza della sua lingua e della sua cultura di provenienza. Forse perché ha lavorato troppo, non ha ancora trovato il tempo per riflettere sull’importanza di conservare le tracce delle sue origini che formano una parte fonda-mentale della sua identità. Ciò non significa, certo, che si debbano rimpiangere i tempi della mi-seria e delle difficoltà economiche, ma dimenticare ciò che si è stati è il modo migliore per per-dere anche il proprio futuro. Memoria e identità, finalità di vita e realizzazione del sé sono elementi legati in profondità tra loro: e la lingua ne è uno dei testimoni-chiave.

Con questo non intendo dire, sia chiaro, che l’inglese va condannato: è stata la lingua di Shakespeare. Ed è quella di Woody Allen. Ciò da cui bisogna stare in guardia è quella forma non necessaria di inglese, spesso americanizzato, che tende a infiltrasi in una lingua straniera e a depauperarla. Ne notiamo la presenza in vari campi: sportivo, informatico, scientifico, politico, ma anche nella lingua di tutti i giorni: e di questo van-no ringraziati anche quei telegiornalisti che devono chissà perché usare sempre più spesso vocaboli stranieri al posto di una normale traduzione italiana.

L’importanza di tutelare una lingua è dunque anche relativa alla salvaguardia della sua qualità e al suo buon uso. Quindi all’immagine di una cultura e di un popolo che la lingua vuole comunicare: che deve essere sempre viva e in crescita, lontana dagli immancabili stereotipi (il Paese del sole, dell’amore, del carnevale, ecc.). Ci auguriamo, dunque, che l’italiano sia sempre meno, nell’inconscio dei non italofoni, solo la lingua di una tradizione culturale grande ma antica e degli stimoli del buon appetito; ma che diventi quella di una civiltà finalmente raggiunta da un buon livello di benessere socio-economico, attenta al gusto e alle sue tradizioni, ma anche ricca di contraddizioni e di problemi di crescita. Quella dei vecchi film del neorealismo ma anche delle pellicole di Nanni Moretti e di Gianni Amelio, le canzoni di Carosone e di De André e dei gruppi rap; dei romanzi di Moravia e Silone, di Pontiggia e Affinati; delle opere teatrali di Pirandello e di quei giovani autori che oggi non trovano ancora il modo, purtroppo di essere rappresentati ma che non intendono per questo rinunciare a scrivere.

(Messaggero di Sant’Antonio – Edizione italiana per l’estero 10/2001)

 

GLOBALITÀ

 
PRECOMPRENSIONE
 
Ipotesi sul contenuto (dal titolo e dall’occhiello)

Di che cosa tratterà l’articolo?

 

Parole chiavi: lingua, civiltà, lingua minoritaria o secondaria, stranierismi, identità, tutela, cultura, qualità, buon uso, memoria

 

Elicitazione (si mettono in evidenza i connettivi che possono costituire difficoltà per gli alunni ispanofoni)

 

Invece

por el contrario

Innanzitutto

en primer lugar

Eppure

y sin embargo

Per finire

para concluir

Pure

También

Anche se

aún cuando

Non solo ma anche

no solo sino también

Ancora

todavía

Ma

Pero

Se

si

Allora

Entonces

Certo

ciertamente

Dunque

por consiguiente

Quindi

por lo tanto

Purtroppo

Desgraciadamente

 

 

 

B) COMPRENSIONE GLOBALE

 

Domande sul testo:

1) Quale episodio è il punto di partenza dell’articolo?

 

2) Che cosa dimostra?

 

3) A quali settori appartengono le parole italiane conosciute all’estero?

 

4) Che cosa elenca l’autore nella quinta sequenza?

 

5) Perché il nuovo ricco usa i forestierismi? Qual è la conseguenza?

 

6) Dimenticare il passato significa:

 

rinnegare il passato

perdere il futuro

non comprendere il presente

 

7) Qual è il pericolo della presenza dell’inglese nella lingua italiana?

 

8) Ci si augura che per i non italofoni l’italiano sia la lingua:

 

non solo di     ma anche
------------------------- -------------------------
------------------------- -------------------------
------------------------- -------------------------

 

9) Qual è lo scopo dell’autore?

 

Vero o falso?

 

 

Vero

Falso

Le industrie considerano l’italiano lingua internazionale

 

 

Ricordare le origini non significa rimpiangere i periodi di miseria

 

 

I giornalisti della televisione hanno in parte la colpa dell’abuso

 

 

Non vi è nessun rapporto fra memoria e identità, finalità di vita e realizzazione di sé

 

 

 

 

ANALISI

 

Sottolineare nel testo i connettivi e stabilire che cosa indicano (opposizione sicurezza, possibilità, causa, ipotesi, aggiunta, ordine del testo, conclusione)

 

1º paragrafo: ma, eppure, pure

2º paragrafo: ma anche, allora

3º paragrafo: innanzitutto

4º paragrafo: per finire

6º paragrafo: se, forse, ancora, certo

8º paragrafo: dunque, quindi

 

Completare il seguente schema:

 

Problema

Soluzione

La nostra lingua è considerata minoritaria,

quindi

dunque

 

 

………………………………………..

………………………………………...

 

Causa del problema

Problema

Conseguenze

……………………………

quindi la lingua si depaupera, perciò

…………………………….

 

 

Completare con un connettivo adatto (innanzitutto, quindi, perché)

 

a. Sull’aereo si parlava francese....…….era una compagnia francese

 

b. Tutelare la lingua italiana e..……..spremere le meningi per trovare una soluzione

 

c. É necessario...............vedere quali parole italiane si conoscono all’estero

 

Sostituire con un connettivo equivalente a quello sottolineato

 

a. La situazione è difficile ma si può trovare una soluzione.

 

b. L’inglese americanizzato si diffonde perché viene usato spesso anche dai telegiornali

 

c. L’equipaggio conosceva l’italiano ed anche le hostess.

 

 

Collegare le proposizioni

 

Ci auguriamo quindi

 

durante il viaggio di ritorno

Ho ascoltato solo il francese pure

non per questo rinunciano a scrivere

Molti giovani autori non trovano il modo di essere rappresentati ma

della corrispondente traduzione italiana

I telegiornali usano vocaboli stranieri

che la lingua italiana riacquisti la sua importanza

 

Qualora si volessero evidenziare le categorie del testo argomentativo, supponendo che queste fossero già conosciute dall’allievo, si potrebbero realizzare le seguenti attività:

 

Collegare la proposizione con il tipo di argomento:

 

Eppure le hostess conoscevano la nostra lingua

 

Ipotesi

Atteggiamento dell’autore

Ma anche industrie, compagnie pubbliche

Giustificazione

Se non sei mai stato a Londra

Conclusione

Ci auguriamo che l’italiano sia

Rinforzo della contro opinione

Quindi all’immagine di una cultura

 

 

Sintesi - Riflessione

 

In questa fase, l’alunno potrebbe:

 

scrivere una sintesi dell’argomento trattato (con o senza traccia)

 

organizzare uno schema del contenuto del testo, da solo o con la guida del docente, secondo questo modello:

 

 

 


PREMESSA

 

Non si parla italiano sugli aerei francesi

 

PROBLEMA

 

L’italiano è considerato lingua secondaria dagli stranieri

ARGOMENTO 1

CAUSE

 

ARGOMENTO 2

CAUSE

- Manie degli italiani di usare l’inglese

- Snobbismo dei nuovi ricchi

- Uso dell’inglese da parte dei giornalisti

 

Non condannare l’inglese, ma il suo uso non necessario depaupera l’italiano

 

CONSEGUENZA

 

Perdita di memoria e di identità

SOLUZIONE

 

Tutelare la lingua italiana nella sua qualità e il suo buon uso,

mostrandola come espressione

di molteplici aspetti della civiltà italiana.


 

 

Discussione sull’uso dell’inglese nella lingua spagnola in confronto a quella italiana

 

A conclusione della lezione, si possono proporre delle attività di metacognizione. “Allo scopo di promuovere gradualmente il raggiungimento della padronanza, l’allievo viene aiutato ad osservare i propri prodotti di apprendimento, ma anche i propri processi, per assumere consapevolezza del loro funzionamento e per controllarli in modo sempre più attivo”. (Zanchín 2001:159)

Al fine di rendere il discente consapevole del proprio processo di comprensione, si può preparare una serie di schede con domande del tipo:

 

Cosa sapevo dell’argomento?

 

Ho saputo trovare informazioni nuove?

 

Quali dubbi ho avuto?

 

Se non conoscevo un termine, cosa ho fatto?

 

Cosa ho fatto di fronte a connettivi di cui non conoscevo il significato?

 

Sono riuscito a cogliere i rapporti causa/effetto, problema/soluzione?

 

Quali difficoltà ho trovato nelle attività di applicazione?

 

Ho rilevato le opposizioni fra gli stranieri e gli italiani?

 

Ho colto la conclusione dell’autore?

 

 

 
6. CONCLUSIONI

 

L’abilità di riconoscere i connettivi e le argomentazioni da essi introdotte, mettono l’alunno ispanofono in condizione di acquisire a poco a poco, un maggior grado di autonomia di lettura e di trasformarsi così in un lettore esperto di testi argomentativi in italiano.

Il docente può guidare l’allievo nell’apprendimento di questi elementi per mezzo dell’elicitazione, delle inferenze e di numerose attività di analisi e reimpiego.

La presentazione dei connettivi va fatta gradualmente secondo la difficoltà di comprensione: da quelli più trasparenti a quelli meno trasparenti dal punto di vista semantico.

 

 

 
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