Aprile 2009  Supplemento alla rivista EL.LE - ISSN: 2280-6792
Direttore Responsabile: Paolo E. Balboni
La diffusione dell’italiano nei piccoli centri dell’Argentina: l’Associazione Dante Alighieri di Las Flores. A colloquio con Angela Toma di Carolina di Siervi

ABSTRACT

Las Flores è una piccola cittadina situata nel centro della Pampa umida nella Provincia di Buenos Aires. Ha una popolazione di circa 24 mila abitanti e un’economia incentrata sull’agricoltura e sull’allevamento. Dista, all’incirca, 200 chilometri da Buenos Aires.

La professoressa Angela Toma, direttrice della Dante Alighieri di Las Flores, ci racconta il passato e il presente di un singolare contesto di insegnamento della lingua e della cultura italiana in Argentina. L’intervista è stata realizzata nel settembre 2008.

 

L’INTERVISTA

 

Gentile Professoressa Toma, da quanti anni insegna italiano e qual è il suo rapporto con l’Associazione Dante Alighieri di Las Flores?

 

Insegno dal1972. Il mio rapporto con la Dante di Las Flores è molto speciale. L’abbiamo creata nel luglio del 1974 con un gruppo di figli d’immigranti e da allora ne sono stata alternativamente Preside e Vicepreside, ma ho anche svolto altre funzioni; sono stata principalmente insegnante.

A quell’epoca a Las Flores l’italiano non lo si parlava più. La Società Italiana di Mutuo Soccorso aveva perso l’utilità per cui era sorta;per dire: la “mutua” da essa creata era stata sostituita da altre forme di tutela per le quali i lavoratori avevano combattuto. L’edificio dove la Società aveva sede fu ceduto in comodato d’uso a diverse istituzioni, tra cui una Scuola Tecnica che vi installò, tra l’altro, officine meccaniche.

Questa trasformazione comportò effetti negativi sulle strutture: la distruzione di porte, di finestre, il soffitto in rovina! Il bellissimo salone dove in passato si organizzavano gli incontri degli italiani, di circa 270 metri quadrai, alla fine del comodato era in condizioni disastrose. Ci abbiamo messo vent’anni per rimetterlo in condizioni accettabili.

svolgevano Durante i lavori di ristrutturazione, si cominciò ad offrire i corsi di lingua e cultura italiana a diversi livelli. Man mano che gli allievi completavano il percorso di studi lavorare venivano inseriti come docenti presso l’Associazione Dante Alighieri.

Allo scopo di ricavare i fondi necessari per mantenere e ristrutturare il palazzo, si formò un gruppo di lavoro incaricato di organizzare pranzi, cene, incontri culturali, e molte altre attività. Questo gruppo era costituito dai familiari dei docenti e dagli stessi studenti della Dante.

 

Quale ruolo svolge oggi la vostra istituzione in una città come Las Flores?

 

La Dante è stata ed è ancora, un punto di riferimento e d’incontro per tutti quelli che vogliono ritrovare le proprie radici e mettersi in contatto con la propria famiglia d’oltre oceano. Non solo, grazie alla nostra gestione tante persone hanno ottenuto la pensione italiana.

La Dante si è trasformata in una specie di centro culturale sui generis; ci piace, infatti, organizzare diverse attività che coinvolgano la città.

 

Negli ultimi anni avete ampliato la vostra proposta d’insegnamento e di diffusione dell’italiano creando, nel rispetto del piano educativo argentino, la Scuola Dante Alighieri nei differenti livelli della scuola dell’obbligo. Ci può dire qualcosa di questo progetto?

 

Nel 1994 si creò la Scuola Dante Alighieri che prevedeva solo i livelli superiori della scuola dell’obbligo. Avevamo capito che a Las Flores mancava da una parte una proposta educativa con un orientamento alle scienze naturali, e dall’altra una proposta d’insegnamento intensivo delle lingue. Fu così che decidemmo di completare il programma ministeriale con materie in italiano, introducendo l’italiano come lingua veicolare. Fortunatamente il nostro progetto fu benaccolto e nel 2006 si creò la Scuola Elementare Dante Alighieri che cominciò a funzionare con la prima classe elementare.

Oggi come oggi le nostre scuole elementari e superiori offrono un’ottima qualità d’insegnamento e abbiamo una costante richiesta d’iscrizione alle nostre classi.

L’incremento della richiesta ci ha spinti ad ampliare gli spazi della scuola. Oggigiorno sono 274 gli studenti che frequentano le nostre Scuole, a cui vanno aggiunti quelli che seguono solo i corsi d’italiano nell’orario pomeridiano.

 

Quali sono le prospettive per il futuro dell’italiano a Las Flores?

 

Noi crediamo che le prospettive dell’italiano a Las Flores siano ottime. La richiesta di corsi pomeridiani non è mai calata, anzi. Oltre a ciò le iscrizioni alla scuola elementare continuano a crescere, a tal punto che i genitori pre-iscrivono i propri figli con due anni di anticipo, in modo da avere la certezza di trovare posto.

 

Che tipi di corsi offrite? Che tipo di studenti partecipa ai vostri corsi?

 

I nostri corsi seguono i contenuti della programmazione della scuola italiana. Purtroppo le nostre classi sono molto più numerose di quelle italiane, il che talvolta può pregiudicare il raggiungimento di un’educazione d’eccellenza.

In effetti, siamo costretti ad ammettere 30 studenti per classe (in certi casi anche di più), in modo da far fronte al pagamento dello stipendio dei docenti. In realtà,anche se le materie in italiano sono state dichiarate ufficialmente parte del nostro piano di studi (in altre parole, il Ministero dell’’Istruzione argentino, ha autorizzato che si tengano lezioni in italiano) queste non vengono sovvenzionate.

Come dicevo prima, la Scuola è a indirizzo scientifico in scienze naturali. In particolare, fino alla terza media si insegnano lingua italiana, scienze della terra, storia e geografia; nei tre anni successivi si insegnano letteratura, storia dell’arte.

La Scuola Elementare ha cominciato a funzionare nel 2006 con la prima, oggigiorno ha raggiunto la terza: man mano che i bambini più grandi avanzano di classe si apre la classe successiva. Anche questa scuola è stata creata nel rispetto del programma ufficiale della Scuola Argentina, ma s’insegnano, oltre alle discipline di base, lingua italiana, musica, educazione artistica e scienze sperimentali, tutte in italiano. Nemmeno alle elementari ci è stata concessa alcuna sovvenzione da parte del governo argentino a favore dei docenti che insegnano le materie in italiano.

I corsi pomeridiani, cioè quelli previsti dalla Legge 153, hanno una durata complessiva di 7 anni: nei primi 4, chiamati anni medi, s’insegna lingua e cultura italiana; negli ultimi 3 anni, chiamati anni superiori, s’insegnano letteratura, storia, storia dell’arte e civiltà. Oltre a tutto ciò, offriamo corsi di conversazione.

 

Quanti degli studenti che frequentano la Dante Alighieri sono d’origine italiana e quanti non lo sono?

 

L’Argentina ha un legame storico molto forte con l’Italia a causa della grande emigrazione che arrivò qui dalla fine dell’Ottocento e proseguì fino ai primi decenni del Novecento. Attualmente frequentano la Dante tanti discendenti di quegli italiani, ma naturalmente ci sono anche bambini e ragazzi e, nel caso dei corsi pomeridiani, anche adulti, che non hanno legami familiari con l’Italia.

 

Secondo Lei, quali sono le motivazioni che spingono molti a studiare italiano? Queste motivazioni, sono le stesse che avevano i primi studenti che hanno frequentato l’Associazione?

 

I primi studenti venivano attratti dall’idea di ritrovare le proprie radici.; Con il passare degli anni sono sorte altre motivazioni, come ottenere la doppia cittadinanza, conoscere aspetti culturali dell’Italia attuale. In ogni caso, possiamo dire che la ragione che spinge di più i genitori ad iscrivere i figli è il prestigio del quale gode la nostra istituzione nel contesto locale.

 

Quali sono gli aspetti della cultura italiana che attraggono di più: cinema, letteratura, ecc.?

 

Gli aspetti che interessano di più cambiano a seconda dell’età degli studenti. In genere quelli più giovani sono interessati al mondo della moda e del design mentre quelli più adulti preferiscono la letteratura e la storia dell’arte.

 

Ci sono delle agevolazioni che facilitano lo scambio di studenti con l’Italia?

 

Purtroppo le agevolazioni per andare in Italia sono calate con il passare degli anni e attualmente sono pressoché scomparse. L’Argentina, tuttavia, ha in genere qualche agevolazione da parte di alcune istituzioni italiane che fanno degli sconti sul prezzo dei corsi, nell’ottica di tener conto il del cambio monetario a noi sfavorevole.

La nostra moneta è, attualmente circa, ad un rapporto di 4, 5 a 1 rispetto all’euro.

 

Chi sono gli insegnanti che lavorano presso la vostra istituzione?

 

Gli insegnanti d’italiano sono stati principalmente formati nella stessa Dante di Las Flores. Tutti gli anni frequentano corsi d’aggiornamento a La Plata, a Buenos Aires (questi sono i più importanti centri di diffusione della lingua e cultura in Argentina) e alcuni dei nostri docenti hanno partecipato a corsi in Italia.

C’è da dire, tuttavia, che anche a Las Flores si sono organizzati corsi d’aggiornamento tenuti da docenti dell’ Università per Stranieri di Siena e dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. Siamo molto orgogliosi di questi corsi perché Las Flores è un piccolo paese e non è una cosa normale che si riesca ad organizzare un corso di alto livello in città che non siano capoluoghi di provincia, o che comunque non abbiano un bacino d’utenza molto vasto.

 

Viene offerta ai vostri insegnanti una formazione continua? Se sì, da chi viene finanziata?

 

La formazione docente, come abbiamo detto, è continua. La Scuola incoraggia i propri docenti a frequentare tutti i corsi che sono alla nostra portata, talvolta anche in Italia, quando è possibile ottenere agevolazioni da parte della Dante centrale. Normalmente i corsi vengono finanziati da chi li organizza, sia il Consolato italiano, sia la Dante Centrale. I corsi che abbiamo organizzato noi con i formatori venuti dall’Italia sono stati finanziati dal MAE.

 

Quali sono, sulla base della sua esperienza, le eventuali difficoltà che un insegnante d’italiano può incontrare in un contesto come quello argentino?

 

I docenti solitamente si appoggiano a libri mirati all’insegnamento dell’italiano come L2. Noi abbiamo sempre ritenuto che l’insegnamento dell’oralità debba essere privilegiato rispetto all’insegnamento della scrittura, ma non sempre ci si riesce. Una della maggiori difficoltà che trovano gli insegnanti sono i transfer dalla lingua materna degli studenti, e cioè dallo spagnolo.

 

Secondo lei, ci sono differenze tra le problematiche relative all’insegnamento dell’italiano e alla sua diffusione nei piccoli centri e nelle grandi città in Argentina?

 

Sì, ce ne sono tante. Solo per nominarne alcune: in un paese vasto come l’Argentina, si privilegia l’organizzazione dei corsi d’aggiornamento nelle grande città come La Plata e Buenos Aires, che sono distanti da Las Flores circa 200 km e, pertanto, non è sempre possibile parteciparvi. Nelle grandi città si hanno vantaggi sia dal punto di vista didattico e logistico (è più facile trovare materiale autentico da utilizzare in classe e contare sull’apporto di docenti madre lingua italiana), che per quanto riguarda gli aspetti organizzativi (poiché si è a contatto diretto con i rappresentanti del governo italiano a livello consolare o con altri enti gestori, è più agevole reperire finanziamenti).

Per ottenere gli stessi risultati, noi a Las Flores dobbiamo costruirci le opportunità con tanto lavoro e insistenza, altrimenti è impossibile organizzare in loco dei corsi che nei grandi centri si tengono, almeno, una o due volte l’anno.

 

Di solito quali lingue si studiano nelle scuole dell'obbligo?

 

Nelle scuola dell’obbligo si studia l’inglese ma ora anche il portoghese.

 

L’italiano viene insegnato nelle università?

 

Sì, normalmente come una lingua in più oltre l’inglese.

 

Esiste uno stretto legame con l’Italia?

 

Sì, nel caso della nostra istituzione siamo in contatto con la Dante Centrale di Roma.

 

E da un punto di vista culturale, con l’attualità italiana?

 

In Argentina è possibile vedere Rai International; arriva, anche se in versione ridotta, il Corriere della Sera, ci giungono le notizie del calcio…

In più, la prospettiva di ottenere lavoro in Italia è diventata una forte motivazione di ricerca d’informazioni, perché l’Europa è vista dall’America del Sud come il primo mondo. La cosa che ci avvilisce un po’ e che quando si va in Italia ci si rende conto che gli italiani non ricambiano l’interesse per la nostra cultura.

 

Si parla molto della crescita dello studio della lingua italiana nel mondo lo studio dell’italiano a Las Flores pare segua la stessa tendenza, dunque.

 

Per quanto riguarda la realtà di Las Flores devo dire che l’incremento di interesse verso l’italiano pare più dovuto a ragioni locali che non globali.

 

In relazione all’incremento dello studio dell’italiano, durante la crisi economica argentina del 2001 e con il conseguente boom della richiesta di cittadinanza italiana, ha notato cambiamenti di rilievo?

 

L’italiano da noi si è sempre studiato in maniera continua e anche la crisi non ha prodotto cambiamenti rilevanti.

 

Da quanto ci ha detto fin qui ci pare di capire che la sua storia personale e quella della Dante di Las Flores sono strettamente intrecciate. Per concludere, ci potrebbe raccontare qualche aneddoto particolare?

 

Ricordo un periodo particolarmente difficile all’epoca della dittatura militare negli anni Settanta. Sebbene la pressione politica non fosse indirizzata alla didattica, ma piuttosto ai contenuti, i militari ci costrinsero a consegnare le chiavi della nostra istituzione per i loro scopi. Il muro che circondava il cortile della Scuola fu bucato in modo da creare delle feritoie da cui si potevano osservare i movimenti della città e delle persone considerate “sospette”.

In quel periodo le lezioni d’italiano si tenevano a casa mia. Per recuperare le chiavi della scuola sono dovuta andare, insieme ad altri integranti dell’Associazione Dante Alighieri e alla direttrice di un’altra scuola di Las Flores, a casa di un ministro del governo militare. Fu un momento molto drammatico: la casa era sorvegliata da guardie armate e da cani. Tuttavia, dopo un interrogatorio serrato, le chiavi ci vennero restituite e potemmo rientrare in possesso della nostra Scuola.

 

CONCLUSIONI

Dal dialogo con la Prof.ssa Toma possiamo ricavare almeno due conclusioni. Da un lato viene confermato il dato relativo alla crescita dello studio dell’italiano nel mondo. Dall’altro, pare emergere che, l’amore per una lingua e il sentimento d’appartenenza ad una cultura, molto vicina a quella argentina, sono i motivi che hanno permesso e permettono di superare ogni difficoltà e di continuare a lavorare, nella maggior parte dei casi, anche a fronte di scarse gratificazioni economiche.  

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