Febbraio 2012  Supplemento alla rivista EL.LE - ISSN: 2280-6792
Direttore Responsabile: Paolo E. Balboni
La promozione e la didattica dell’italiano in Honduras. Il Centro para el Desarrollo de Competencias Lingüísticas. A colloquio con Teresa Christine Hobbs di Giovanna Sciuti Russi

ABSTRACT

Insegnare oggi in Honduras appare una grande sfida, un impegno didattico fortemente condizionato dalle difficili problematiche di carattere politico, economico e sociale in cui verte il paese. L’intervista a T. C. Hobbs, docente di Lingua inglese e Lingua italiana presso la Universidad José Cecilio del Valle (UJCV), permette di delineare un quadro globale sulla diffusione dello studio della lingua italiana nelle due città honduregne più attive e vivaci del paese, Tegucigalpa e San Pedro Sula. La descrizione dei maggiori istituti presenti sul territorio consente di ricostruire le caratteristiche principali che contraddistiguono l’ambito di insegnamento/apprendimento dell’italiano LS di uno dei paesi più poveri delle Americhe e di individuare i tentativi di promozione e crescita culturale malgrado le condizioni di criticità in seguito al colpo di stato del 2009.

 

Gentile Dott.ssa Hobbs, la Universidad José Cecilio del Valle (UJCV) di Tegucigalpa attualmente offre diversi corsi di laurea e da poco ha aperto il Centro para el Desarollo de Competencias Linguisticas. Ci vuole parlare del vostro nuovo progetto?

Il Centro si trova nella colonia Humuya e nasce in seguito alla ridefinizione della UJCV e alla volontà del comitato direttivo di promuovere la diffusione delle lingue straniere. In passato lo studio dell’inglese - prima lingua studiata, seguita dal francese -, era affidato ad una scuola privata esterna, l’Instituto Hondureño de Cultura Interamericana (IHCI), ufficialmente riconosciuto dall’ambasciata degli Stati Uniti. Poi nel 2010, considerato che la UJCV non disponeva ancora di un suo centro linguistico, si è deciso di formulare un’offerta formativa diversificata e autonoma, con nuovi piani di studio e corsi di lingua strutturati in maniera più articolata.
Fino a quattro anni fa, la UJCV - istituzione privata fondata nel 1978 su iniziativa della Asociación Hondureña para el Fomento de la Educación Superior – ha avuto grosse difficoltà a livello organizzativo e i servizi erogati non sempre si sono dimostrati adeguati alle effettive esigenze degli studenti. Poi, con il cambio di gestione, una diversa direzione centrale e amministrativa e una nuova misión, fondata sullo sviluppo di modelli educativi imprenditoriali e sociali più competitivi e orientata verso la crescita economica e produttiva del paese, la UJCV ha cercato di potenziare il sistema formativo, erogando corsi di laurea differenziati e, dall’anno scorso, ha dedicato ampio spazio allo studio delle lingue, in primis inglese e italiano, a breve anche il francese grazie ad un accordo già avviato con la Francia e con l’Alliance Française.
Ho presentato io stessa al Rettore e al comitato direttivo una proposta operativa, insieme abbiamo promosso questo nuovo progetto, cercando di coniugare l’aspetto linguistico e culturale con gli obiettivi complessivi dell’Università. Lo scorso gennaio abbiamo aperto il Centro para el Desarrollo de Competencias Lingüísticas, così denominato per distinguerlo dagli altri centri di lingue privati esistenti sul territorio, come l’Academia Europea de Lenguas, l’Academia Americana. Per il Rettore è molto importante che il Centro sia accreditato in Europa e che venga certificato secondo i parametri del Framework europeo; l’obiettivo è rispettare gli standard qualitativi e formativi internazionali e intensificare gli scambi e gli accordi con le altre università. Attualmente, infatti, la UJCV fa parte del C-PRO Alfa 3, un programma di sviluppo e cooperazione tra istituti di istruzione superiore dell’Unione Europea e dell’America Latina.
Obiettivo globale, dunque, equiparare l’ambito educativo privato al pubblico e rafforzare il sistema formativo.

 

 

Per quanto riguarda lo studio dell’italiano, che tipo di corsi avete attivato e qual è il grado di interesse riscontrato da parte degli studenti?

I corsi di italiano sono stati avviati grazie alla forte motivazione dei membri della Direzione del Centro, coinvolti tra l’altro in prima persona nello studio della lingua, appassionati come sono dell’Italia e della sua ricchezza artistica e culturale.
I corsi prevedono otto livelli, ciascun modulo è di 75 ore di didattica svolte nell’arco di quattro mesi; due moduli corrispondono orientativamente ad un livello del Framework.
Attualmente abbiamo attivato solo un primo livello, ma dato l’incremento di iscrizioni abbiamo intenzione di attivarne altri. Gli obiettivi linguistico-comunicativi sono stati formulati tenendo presente la griglia di autovalutazione e i livelli del Quadro comune. Poiché non siamo ancora centro di certificazione, stiamo cercando, inoltre, attraverso un nostro lavoro interno di testing, di convalidare il percorso di studi tramite un esame finale, quale verifica delle competenze acquisite.
Le attività di classe sono molto dinamiche, gli studenti decisamente partecipativi, riportano spesso in aula quello che hanno visto o sentito su internet o in tv alla Rai, commentando ed esprimendo opinioni personali, seppur ad un livello linguistico iniziale o elementare. Insomma la voglia di comunicare e di imparare quanto più possibile permette loro di ‘sentire’ la lingua! Il loro profilo è molto eterogeneo, le lezioni sono frequentate al momento da nostri colleghi universitari, docenti di architettura e fisica, personale amministrativo e qualche privato esterno, ma contiamo di ricevere richieste anche da parte dei nostri universitari, in quanto stiamo pubblicizzando i corsi e soprattutto perfezionando la procedura di iscrizione online. Nell'insieme posso dire che chi si avvicina allo studio della lingua italiana ama profondamente l’Italia, sogna di partire e visitare senz’altro le mete più note, conoscerne la storia o le bellezze naturali; ma c’è anche chi è affascinato da percorsi alternativi, alla ricerca di siti più nascosti perché vuole veramente ‘entrare dentro’ la cultura e le abitudini locali. Diversamente per chi ha una motivazione strumentale, legata per lo più all’ambito professionale, in quanto lavora qui a Tegucigalpa all’ambasciata o come guida turistica.

 

In base all’utenza da Lei delineata, mi sorprende non ritrovare tra gli apprendenti di italiano LS gli studenti universitari.

No, è vero, purtroppo non ci sono ancora molti iscritti universitari. Credo sia dovuto al fatto che nei piani di studio dei diversi corsi di Laurea, l’unica lingua straniera contemplata è l’inglese, quindi gli studenti sentono di dover dare priorità a questa lingua. A partire dal prossimo anno, con l’entrata in vigore dei nuovi piani di studio, la voce Lingua Straniera “Inglese” sarà sostituita da “Lingua Straniera”. In tal modo si permetterà allo studente di effettuare una scelta più libera per quanto riguarda la disciplina linguistica da studiare.
Credo sarà una variazione formale-funzionale e senz’altro proficua, in quanto questo stesso provvedimento è già stato adottato in passato dall’università per la quale lavoravo con un incremento di iscrizioni per lo studio dell’italiano LS da tre studenti nel 2005 a 150 nel 2009.

 

A livello didattico come si svolgono esattamente le lezioni presso il Centro? Quale approccio, quali mezzi e tecniche considerate più efficaci e funzionali per i vostri studenti ispanofoni?

Con l’attuale gruppo di Italiano III (livello A1), i cui incontri si svolgono tre volte alla settimana, per un totale di quattro ore e mezzo di didattica, abbiamo adottato un libro di testo. Per gli studenti honduregni è molto importante avere un libro da consultare, che permette di lavorare in autoapprendimento anche a casa o al di là dell’orario previsto. In proposito vorrei aprire una parentesi per mettere in evidenza un altro aspetto importante: in Honduras, reperire materiale in italiano è un grande problema, nelle poche librerie a disposizione è impossibile trovare libri, riviste o qualsiasi altro materiale in italiano e in più i vostri prezzi diventano qui per noi – per via del cambio di moneta - proibitivi. Tornando alle lezioni, abbiamo un programma strutturato secondo l’approccio comunicativo, ispirato, come dicevo prima, al Quadro Comune, volto allo sviluppo di diverse competenze. La lezione spesso inizia con i saluti e i ‘convenevoli’ (più che convenevoli, ritengo sia un momento molto speciale di conversazione spontanea), poi vi è una fase di ripasso (normalmente si chiede a uno/a studente di ‘raccontare’ agli altri cosa si è imparato il giorno prima, alla fine partecipano un po’ tutti, si fanno domande, ecc.) e successivamente si presenta il tema del giorno; si propone ad esempio un brainstorming, l’ascolto del cd audio del testo con le relative domande di comprensione e infine la lettura del testo. Se il tema è nuovo seguiamo la struttura del testo. Nelle lezioni successive rivediamo in forma collettiva le attività fatte a casa, quale spunto per collegamenti culturali, grammaticali, lessicali. Se il gruppo ritiene che la parte grammaticale sia difficile, si realizzano dei poster (l’aula è abbastanza variopinta), quali schemi per fissare e ricordare l’elemento linguistico affrontato. Si mettono in scena anche attività di drammatizzazione o role-play: i miei studenti li amano molto perché sentono che usano la lingua. A volte cerco di creare per loro un ambiente particolare con i realia. L’ultima volta, ad esempio, ho preparato stuzzichini tipici da aperitivo italiano e li ho invitati a raccontarsi cosa avevano fatto il fine settimana, in piedi, spizzicando gli stuzzichini; certo, è un mondo fittizio, ma a loro è piaciuto tantissimo!

 

In Honduras non esistono Istituti Italiani di Cultura. Tuttavia ho letto su internet che la Cámara de Comercio Italo Hondureña si propone di consolidare e potenziare i rapporti con l’Italia anche attraverso iniziative turistiche e attività linguistico-culturali.

L’unico Istituto Italiano di Cultura del Centro America, infatti, si trova in Guatemala. Qui nel 2002 è stata costituita la Camera di Commercio, un’associazione ideata su iniziativa di italo-honduregni di terza generazione ed alcuni funzionari italiani che hanno deciso di rimanere qui in Honduras dopo essere andati in pensione. Sebbene sia una struttura ancora piccola, la Camera si propone di promuovere e sviluppare lo scambio commerciale, industriale, culturale e turistico tra l’Italia e l’Honduras, favorendo occasioni di crescita culturale ed economica con i vari soggetti del territorio attivi nella promozione italiana. Nel 2010 c’è stata l’ExpoItalia, il prossimo ottobre si terrà a Napoli la Convention Mondiale delle Camere di Commercio Italiane all’Estero alla quale prenderemo parte anche noi, ma ancora c’è tanto da fare.
Per quanto riguarda, invece, lo studio della lingua, diversi anni fa la Camera aveva organizzato dei corsi di italiano. Tuttavia, quando la persona allora incaricata è venuta a mancare, l’associazione, come tutti gli enti formativi qui in Honduras, ha avuto difficoltà nel reperire nuovo personale qualificato, specializzato in particolare nella didattica dell’italiano, e ha dovuto ridurre il numero degli insegnanti e la stessa offerta formativa. Uno dei limiti più grandi delle nostre università locali, infatti, è la mancanza di una facoltà di italianistica e di corsi di aggiornamento per docenti di lingue. Per poter acquisire competenze didattiche, in inglese e francese, i nostri insegnanti solitamente frequentano i corsi di laurea in Lingue dell’Universidad Nacional Autónoma de Honduras (UNAH) o dell’Univerisdad Pedagógica Nacional Francisco Morazán (UPN). Questi, però, non avendo dipartimenti di ricerca specializzati nella didattica ma soli singoli insegnamenti, non formano il corsista in modo approfondito a livello pratico e metodologico e si rivelano insufficienti o poco adeguati rispetto alle reali esigenze del mondo lavorativo.

 

Dieci anni fa è stato inaugurato a San Pedro Sula il Comitato della Dante Alighieri. Qual è stata da allora l’evoluzione del Centro e come è stata curata la diffusione e la promozione della lingua e della cultura italiana?

Sarebbe stata una grande opportunità per l’Honduras, in verità l’iniziativa non è andata a buon fine e ha avuto breve durata. Quando nel 2001 è stata aperta la Dante, è stato stilato un protocollo d’intesa tra il Comitato e l’Università Tecnologica honduregna. La convenzione ha permesso una stretta collaborazione tra le parti e una serie di iniziative quali rassegne cinematografiche, conferenze e naturalmente corsi di lingua. Poi il Centro ha chiuso perché i promotori sono tornati in Italia e il progetto è così decaduto. A San Pedro così come a Tegucigalpa ci sono tantissimi italiani, ma non si è mai consolidata una vera e propria comunità perché manca un ente preposto a tali attività culturali. A livello istituzionale non c’è più neanche il responsabile linguistico-culturale dell’Ambasciata italiana, che solitamente mantiene i rapporti e gli accordi con le università, il ministero, gli enti locali, le associazioni culturali. Circa quattro-cinque anni fa abbiamo avuto un ottimo referente che si occupava di scambi, eventi, borse di studio, sovvenzioni; poi, per mancanza di fondi, questa figura è venuta meno, lasciando un vuoto non indifferente.

 

 

A quasi due anni di distanza dal colpo di stato, qual è la situazione generale in Honduras? Quali le maggiori difficoltà?

A dispetto di quanto l’attuale governo dichiari a livello internazionale, la popolazione honduregna continua a sentire e farsi carico degli effetti e delle ripercussioni del colpo di Stato. Viviamo una situazione di ingovernabilità e conflittualità sociale che condiziona fortemente ogni tipo di iniziativa, economica, culturale o turistica. L’Honduras, il secondo Paese più povero delle due Americhe dopo Haiti, dice di vantare una democrazia, in verità è ancora un paese oligarchico, nonostante i tentativi di decentralizzazione, la ricchezza risiede nelle mani di pochi, il popolo vive nell’ignoranza e nell’incultura, la corruzione e la criminalità sempre più diffusa. A differenza di altri paesi del Centro o del Sud America che hanno scommesso e investito nel sistema educativo, in Honduras il grado di istruzione è molto basso, l’obbligo scolastico è quasi inesistente, la dispersione scolastica e l’analfabetismo aumentano costantemente. Un nostro diplomato ha lo stesso livello di educazione di un ragazzino di quarta elementare della Costa Rica. Gli studenti ispanofoni conoscono poco la loro lingua madre, non conoscono la grammatica o la semplice struttura della frase, per cui diventa veramente difficile insegnare una lingua straniera.
Sul piano sociopolitico ci sono molte contraddizioni, c’è ancora tanta tensione.
Nei mesi scorsi docenti e studenti delle scuole pubbliche hanno portato avanti scioperi e manifestazioni antigovernative contro il tentativo di privatizzazione della istruzione pubblica. Malgrado questa difficile situazione, all’inizio di maggio il Ministero degli Affari esteri honduregno ha organizzato l’evento Open To Business, una sorta di fiera turistico-commerciale, tesa a promuovere investimenti con l’estero e le imprese straniere. Anche l’essere stati riammessi nell’OEA, l’Organización de los Estados Americanos, dopo la sospensione per il colpo di stato, rappresenta il riconoscimento da parte degli altri paesi americani di voler rinforzare la democrazia e i diritti umani in Honduras. Negli ultimi anni i diversi enti che si occupano di pace e cooperazione internazionale, come la FAO, le Nazioni Unite o la stessa Unione Europea con la Caritas italiana, hanno dato il loro contributo al paese, hanno sostenuto con progetti e finanziamenti il tentativo di crescita e stabilità economica dell’Honduras. Sono state promosse diverse iniziative, dalla multiculturalità allo studio delle lingue, ai programmi di scambio internazionale come il progetto Erasmus europeo. È innegabile, comunque, che tale stato di insicurezza e precarietà tenda ad allontanare eventuali partner o enti interessati ad investire nelle risorse locali, nel turismo e soprattutto nella cultura. È innegabile il ritardo economico e culturale che vive il paese, ma è altrettanto vero che a livello educativo si sta cercando di interloquire con i rappresentanti ufficiali e di investire nell’istruzione e nella formazione.  

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