Febbraio 2005  Supplemento alla rivista EL.LE - ISSN: 2280-6792
Direttore Responsabile: Paolo E. Balboni
Lettura analitica: riferimento anaforico di Virgilio Di Pasquale

ABSTRACT

Voglio presentare attraverso questo contributo un'attività che periodicamente svolgo nelle mie classi d’italiano L2. Essa riguarda un aspetto importante della coesione testuale, vale a dire il riferimento anaforico. Con questa espressione si indica in genere il rimando che un segnale linguistico di un testo scritto opera verso un’entità extralinguistica, che Tullio De Mauro nel Dizionario di linguistica edito da Zanichelli chiama referente. L’elemento, invece, a cui il segnale linguistico rimanda nell’ambito testuale viene comunemente chiamato antecedente (qualcuno lo chiama anche punto d’attacco) e si può presentare come singola parola, come intera frase o addirittura come paragrafo. Vorrei precisare che quando parlo di riferimento anaforico non intendo dare al segnale linguistico in esame il rimando ad un antecedente necessariamente più in alto nel testo; quest’ultimo può trovarsi anche più in basso rispetto al segnale linguistico, pur essendo questa eventualità meno frequente (nell’esempio 1 questo particolare verrà messo in evidenza). Va detto infine che l’esperienza che mi ha spinto a tentare in classe un lavoro d’analisi di questo tipo è stato l’incontro con la professoressa Wanda D’Addio-Colosimo della Sapienza di Roma, durante il 4° Seminario Internazionale della Dilit International House nella primavera del 1992.

 

LA TECNICA

Come per ogni lavoro di tipo analitico, il riferimento anaforico è un’attività che presento alla classe in modo autentico, cioè su un testo che è già stato letto e compreso almeno un giorno prima.

In sede di analisi gli studenti vengono invitati a riprendere in mano il testo (da cui espungo in genere il titolo, per la semplice ragione che esso contiene rimandi culturali troppo di settore, che quasi sempre non fanno parte dell’enciclopedia di un discente straniero di italiano L2 e qualche volta sfuggono anche al controllo di un discente di italiano L1), a rileggerlo e quindi a seguire le istruzioni presentate in un foglio lavoro, nel quale trovano la lista dei segnali linguistici di cui devono cercare il rimando nel testo.

Ogni studente lavora prima da solo, scambia poi le informazioni con un compagno, via via diverso, ed infine espone le sue ipotesi in un gruppo di tre o più persone. Durante tutta l’attività, l’insegnante dovrà assumere un atteggiamento reattivo: risponderà con semplici affermazioni o negazioni a domande ben formulate oppure rilancerà in qualche modo la ricerca; in ogni caso eviterà lunghe spiegazioni che rischierebbero di fargli assumere un ruolo troppo invadente e stimolerà piuttosto l’autonomia e il senso di autoefficacia dello studente.

Durante la preparazione dell’attività ricordo che in passato avevo questa tendenza: quando elaboravo qualcosa per principianti privilegiavo nei testi la scelta di pochi segnali linguistici, anche se in realtà ce n’erano molti; inoltre tendevo a lasciare spazio assoluto a quei segnali che avevano solo riferimenti semplici, che rimandavano cioè a un antecedente di una sola parola. Quando invece il livello delle classi saliva, altrettanto naturalmente le mie opzioni si dirigevano verso incapsulatori (così li chiama Wanda D’Addio-Colosimo), che avessero riferimenti più complessi, ad esempio una frase o un paragrafo. Pensandoci meglio, però, mi sono convinto che, così facendo, privavo i principianti di una ricchezza operativa impensabile, che avrebbe potuto in poco tempo renderli più coraggiosi e competenti. Ho scoperto solo più tardi che, agendo con tanta cautela, proiettavo su di loro soltanto i miei dubbi e la mia “paura” delle proposte difficili. Perciò ho cambiato. Da qualche tempo, infatti, l’eventuale testo scelto per questo tipo d’analisi viene sfruttato al massimo di quello che può offrire come occasione di ricerca per i discenti.

 

 

ESEMPIO DI RIFERIMENTO ANAFORICO 1

 

Trova l’antecedente delle parole sottolineate

 

La mostra "Hair" ospitata dal Natural History Museum
Gli scienziati: "I capelli raccontano la nostra vita"
Dammi un capello, ti dirò chi sei
A Londra la mostra delle chiome

 

LONDRA - Se gli occhi sono lo specchio dell'anima, i capelli sono lo specchio del corpo. E' quanto sostengono gli esperti del Natural History Museum di Londra, dove sta per essere inaugurata la mostra "Hair", interamente dedicata ai segreti dei capelli.
La razza, la dieta, i comportamenti di un individuo. Sono tutte informazioni che si possono ricavare da un singolo capello. Proprio come nel ghiaccio artico si sedimentano le tracce di migliaia di anni di storia, spiega Emma Freeman del Natural History Museum, così i capelli registrano la vita di chi li ospita. "I capelli sono ciò che facciamo".
Chissà come viveva il faraone Ramses II, un capello del quale è stato portato al museo e ingrandito mille volte con un microscopio elettronico. Con lo stesso strumento, ogni visitatore può trasformarsi in un "hair detective", trovando il responsabile di un delitto partendo da una sola prova. Un capello, appunto.
Gli organizzatori dell'evento si sono impegnati per spaccare letteralmente il capello in quattro. Dalla sezione di un capello è infatti possibile capire l'andamento della chioma e il tipo di ceppo. Un’ animazione mostra le differenze nella crescita tra i vari tipi di chiome. Gli africani hano i capelli più fragili e lenti nella crescita. Gli asiatici i più veloci ed elastici. Un singolo capello può sopportare fino a 100 grammi di peso, mentre l'insieme dei capelli che compongono una chioma potrebbero sostenere il peso di due elefanti. I capelli crescono in media un centimetro al mese. I bambini ne perdono 90 ogni giorno, gli adulti 120.
A proposito di capelli persi, o rovinati. I visitatori dell'evento possono entrare nel salone virtuale e sperimentare 40 tipi di acconciature diverse senza che venga loro torto neanche un capello.

(La Repubblica, 31 maggio 2004)

 

Soluzioni

1.quanto→ se gli occhi sono lo specchio dell’anima, i capelli sono lo specchio del cuore
2.dove→ Natural History Museum di Londra
3.informazioni→ la razza, la dieta, i comportamenti
4.li→ i capelli
5.quale→ Ramses II
6.strumento→ microscopio elettronico
7.si→ visitatore
8.prova→ un capello
9.evento→ la mostra “Hair”
10.si → organizzatori
11.ne→ i capelli
12.120 → i capelli
 

Nota:

a) Il primo riferimento anaforico viene dato come esempio da seguire (1.quanto→ se gli occhi sono lo specchio dell’anima, i capelli sono lo specchio del cuore)

b) 8.prova→ un capello: è l’esempio di un rimando ad un punto d’attacco più in basso rispetto al segnale linguistico.

 

 


 

ESEMPIO DI RIFERIMENTO ANAFORICO 2

 

Trova l’antecedente delle parole sottolineate

 

E' caccia aperta agli account Gmail. Prezzo medio, 50 dollari
Ma c'è anche chi offre vacanze all'estero e gadget tecnologici
"Il mio regno per un'e-mail"
Tutti pazzi per la posta di Google
di ALESSIO BALBI

ROMA - Su Internet, un medium nel quale nessuno compra ciò che dovrebbe essere a pagamento, c'è qualcuno che riesce a farsi pagare per un servizio teoricamente gratuito. Il miracolo è riuscito, neanche a dirlo, a quelli di Google. Gmail, il sistema di posta elettronica lanciato ad aprile in versione sperimentale dal popolare motore di ricerca, è l'ultima mania del Web. Gli account dimostrativi di Gmail vengono assegnati col contagocce, e c'è gente disposta letteralmente a tutto pur di ottenerne uno.
La situazione è questa: Google ha distribuito una prima tornata di account a collaudatori di fiducia. Altri indirizzi sono stati riservati alla stampa. Altri ancora a navigatori selezionati tra gli utenti di servizi affiliati, come Blogger.com. Di tanto in tanto, Google dà ad ogni utente Gmail l'opportunità di invitare un amico. Così, all'ombra del servizio di posta elettronica, è nato un fiorente mercato nero. Quelli di Google non ci guadagnano niente, a parte la conferma della loro enorme popolarità. Per i fortunati possessori di un indirizzo @gmail.com, invece, gli introiti possono essere ragguardevoli.
Basta fare un giro su eBay per scoprire le quotazioni degli account Gmail sul mercato delle aste online. In media, per ottenere un invito da un utente registrato si pagano tra i 50 e i 100 dollari, ma c'è chi riesce a guadagnare anche di più. "Ci sono molti motivi per i quali la gente desidera un account Gmail", spiega Sean Michaels, webmaster canadese. "Per la sua interfaccia, per i suoi filtri antispam, per il suo gigabyte di spazio. Soprattutto, c'è voglia di ottenere un buon indirizzo, prima che i barbari varchino in massa le frontiere".
Sean ha creato GmailSwap.com, un sito nel quale si può barattare qualunque cosa in cambio di un account di posta con Google. Ce n'è per tutti i gusti: agli utenti di Gmail vengono offerti soggiorni all'estero, rari oggetti da collezione, gadget tecnologici. Particolarmente nutrita l'offerta di doni a carattere religioso: c'è chi offre una preghiera (magari recitata da un vero monaco), chi promette una lettera inviata da Dio e chi, addirittura, mette in palio una Bibbia autografata da Gesù in persona. Qualche navigatore italiano offre un campionario completo di parolacce nella lingua di Dante con relativa traduzione. Un altro, più banalmente, promette una polpetta al sugo.

(La Repubblica, 1 giugno 2004)

 

Soluzioni

1. quale → medium
2. si→ qualcuno
3. il miracolo→ farsi pagare per un servizio teoricamente gratuito
4. popolare motore di ricercaGoogle
5. WebInternet
6. neaccount
7. unoaccount
8. questaGoogle ha distribuito una prima tornata di account a collaudatori di fiducia
9. altri ancora→ indirizzi
10. ci→ fiorente mercato nero
11.loro→ quelli di Google
12. quali→ motivi
13.sua→ un account Gmail
14. suoi→ un account Gmail
15. suo→ un account Gmail
16. quale→ sito
17. altro→ navigatore.
 

 


 

ESEMPIO DI RIFERIMENTO ANAFORICO 3

 

Trova l’antecedente delle parole sottolineate

 

La vittima, un imprenditore di Lecce, mostrava l'oggetto agli amici
Gioca con una penna-pistola
Parte un colpo, 28enne muore

 


LECCE - Doveva essere un gioco. Si è invece trasformato in tragedia: Fabio Stefanelli, un imprenditore 28enne di Lecce, è morto colpito da un proiettile partito accidentalmente da una penna-pistola che stava mostrando agli amici. Ferito in maniera grave nella notte tra sabato e domenica scorsi, è spirato oggi nel reparto di rianimazione dell'ospedale "Vito Fazzi" di Spongano, dove l'uomo era stato ricoverato.
Il proiettile, calibro 22, è partito dalla penna-pistola e lo ha colpito alla testa. Ricoverato d'urgenza, il giovane imprenditore non ce l'ha fatta. I genitori hanno dato l'autorizzazione all'espianto degli organi. Il cuore, i reni e le cornee sono stati espiantati da medici arrivati da Bari e Bologna. Stefanelli aveva trascorso insieme con alcuni amici la serata di sabato in un pub di Cursi: prima di rincasare, ha estratto da una tasca la penna-pistola. Dopo il colpo, gli amici hanno cercato di soccorrerlo in attesa che sul posto giungesse l'autoambulanza del 118.
Le indagini avviate dai carabinieri, coordinati dal sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Lecce Imerio Tramis, hanno riscontrato la veridicità delle dichiarazioni dei tre amici della vittima, i quali peraltro sono stati sottoposti alla prova dello stub, che ha dato esito negativo. L'inchiesta dovrà ora stabilire come il giovane, che ultimamente viveva a Bologna dove lavorava come autista presso un' impresa di trasporti. Fino a poco tempo fa, Stefanelli ha aiutato il padre, imprenditore.Non si capisce come possa essere venuto in possesso della penna modificata in pistola. A proposito dell'arma, una monocolpo calibro 22, gli investigatori ritengono che sia stata costruita in un paese del Nord Europa.

(La Repubblica, 1 giugno 2004)

 

Soluzioni

1. imprenditore→ Fabio Stefanelli
2. dove →ospedale "Vito Fazzi"
3. l’uomo→F, Stefanelli
4. lo→ F. Stefanelli
5. il giovane imprenditore→ F. Stefanelli
6.organi → cuore, reni e cornee
7.lo→ F. Stefanelli
8.vittima→ F. Stefanelli
9. i quali→ tre amici
10.che→ prova dello stub
11. il giovane→ F. Stefanelli
12.dove→ Bologna
13.arma→ penna modificata in pistola

 

BIBLIOGRAFIA

D’Addio-Colosimo W., 1988, Nominali anaforici incapsulatori: un aspetto della coesione lessicale, De Mauro T., 1988, (a cura di), Dalla parte del ricevente: percezione, comprensione, interpretazione, Bulzoni Editore, Roma

D’Addio-Colosimo W., 1992, Uno sguardo dal ponte www.dilit.it/formazione <cliccare su articoli degli Atti>

Halliday M. A. K., Hasan R., 1976, Cohesion in English, London

Humphris C., 1994, Introduzione a Leggere, Atti del 6° Seminario Dilit International House, Edizioni DILIT, Roma

Humphris C., 1994, Quale grammatica? Chi decide? , Atti del 6° Seminario Dilit International House, Edizioni DILIT, Roma

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