Novembre 2012  Supplemento alla rivista EL.LE - ISSN: 2280-6792
Direttore Responsabile: Paolo E. Balboni
Il lettore del governo italiano nelle università straniere: alla ricerca di una seconda giovinezza di Mattia Savia Matilde Sciarrino

ABSTRACT

Lo spunto per la trattazione di questo tema mi è stato fornito dalla polemica seguita allo svolgimento, lo scorso dicembre a Roma, delle prove di selezione per aspiranti lettori di lingua italiana all’estero del concorso indetto dal Ministero degli Affari Esteri a cui anch’io ho partecipato.

A prescindere dagli aspetti organizzativi e di gestione del concorso, alquanto opinabili di cui si sono ampiamente occupati anche gli organi di informazione a livello nazionale, la vicenda ha innescato tutta una serie di discussioni sul ruolo e sulla funzione del lettore ministeriale che, a parere di molti, porterà alla definitiva e inevitabile scomparsa di questa figura professionale.

Il mio intervento è suddiviso in tre parti: nella prima presento la figura istituzionale del lettore, il suo ruolo e le sue funzioni; nella seconda parte mi occupo della sua presenza nelle istituzioni accademiche dei vari continenti e del suo reclutamento; infine, presento i risultati della ricerca condotta con l’obiettivo di raccogliere le testimonianze di chi svolge o ha svolto questa funzione in merito sia all’attività all’interno delle istituzioni ospitanti sia ai rapporti con il MAE.

Si tratta, dunque, di un tentativo di riflettere su un ruolo professionale molto ambito e parimenti invidiato, in patria, spesso sottovalutato e bistrattato, all’estero, ma, senza dubbio, in pericolo di estinzione. E così, fra un concorso e l’altro, la figura del cosiddetto ‘lettore governativo’ si fa vecchia e perde quell’entusiasmo e quel vigore che solo un serio ripensamento della sua formazione, delle modalità di selezione e della ridefinizione delle mansioni può fornire a beneficio della qualità dell’insegnamento della lingua italiana all’estero e della sua diffusione.

 

1. IL LETTORE MAE: FIGURA, PROFILO E FUNZIONI

La figura del Lettore d’ italiano all'estero è una delle più importanti e delicate per la diffusione della lingua e cultura italiana nel mondo, e senz'altro la prima per l'insegnamento a livello universitario. Per svolgere le funzioni del cosiddetto ‘Lettore governativo’ è richiesta l’appartenenza ai ruoli degli insegnanti di Lettere o di Lingue straniere nella scuola secondaria di primo e/o di secondo grado e il superamento delle prove di accertamento linguistico che permettono l’inserimento nelle quattro graduatorie di merito per la classe LET (lettori) relative alle corrispondenti lingue in cui viene svolta la prova: inglese, francese, spagnolo e tedesco. Una volta superata la prova e inserito nella/e graduatorie, il lettore in ‘posizione utile’ viene chiamato a ricoprire un incarico previo ottenimento del gradimento da parte delle autorità accademiche dell’università di assegnazione, a cui il lettore deve inviare il proprio curriculum, e il Nulla Osta dell’Ufficio Scolastico Territoriale di competenza, che di norma viene rilasciato senza problemi. Ciò significa che l’aspirante lettore viene collocato ‘fuori ruolo’ per tutta la durata del mandato, anche se la sede di titolarità nella scuola di appartenenza viene ‘congelata’ per tre anni in quanto ha il diritto a rientrare nei cosiddetti ruoli metropolitani su richiesta anche prima della conclusione del mandato. In ogni caso, a fine mandato, la richiesta del lettore di fare rientro nei ruoli metropolitani ha precedenza assoluta, cioè viene trattata prima delle altre operazioni di trasferimento e garantisce, in genere, l’assegnazione ad una sede desiderata, se non anche, nel migliore dei casi, alla stessa cattedra occupata precedentemente. Ritornando alle modalità di assegnazione alla sede estera, bisogna sottolineare che, oltre al Gradimento dell’università e al Nulla Osta dell’ufficio territoriale del Ministero dell’Istruzione, nei casi in cui la sede non è in un paese europeo, il lettore ha anche bisogno del visto di ingresso nel paese. L’espletamento di tutta questa procedura burocratica può richiedere anche dei mesi e così spesso il lettore, che in genere è nominato nel mese di luglio, si trova a dover prendere servizio a semestre iniziato, con tutte le conseguenze che ciò comporta per l’università, la scuola e lo stesso docente. A questi, una volta (finalmente!) in sede, è richiesto non solo di gestire professionalmente la didattica, le conoscenze culturali e linguistiche, ma anche di promuovere la lingua e la cultura italiana nel paese in cui si trova a operare. La sua attività, infatti, va ben oltre il semplice insegnamento e si configura come quella di un vero e proprio operatore culturale. Alcuni lettorati prevedono gli incarichi extra – accademici che determinano l’obbligo di svolgere attività presso le Rappresentanze Diplomatiche, gli Uffici Consolari e gli Istituti Italiani di Cultura. Si tratta, in generale, di organizzare eventi culturali, promuovere la realtà culturale ed artistica del nostro Paese e di potenziare i rapporti culturali bilaterali anche con riferimento alle borse di studio e agli scambi giovanili. Il Contratto Collettivo Nazionale Integrativo estero prevede lo svolgimento dello stesso monte orario settimanale dei ruoli metropolitani (18 ore settimanali), mentre per gli IEA (Incarichi extra-accademici) sono previste 13 ore settimanali aggiuntive. In alcune sedi, soprattutto dove manca l’I.I.C., il lettore con IEA finisce con lo svolgere le funzioni di un vero e proprio addetto culturale. Negli anni vincoli e clausole sono cambiati costantemente e spesso anche all’improvviso a seguito di circolari ministeriali, emanate spesso senza rispetto delle regole sindacali e i cambiamenti, va da sé, sono sempre stati in senso restrittivo. Per quanto riguarda la durata dell’incarico, per esempio, inizialmente erano previsti nove anni, ridotti poi a sette e infine a cinque. Ed anche il numero degli incarichi accumulabili è stato ridotto sensibilmente: dalla norma dei tre incarichi di cinque anni ciascuno con la possibilità di un trasferimento per ogni incarico (3+2 o 2+3) intervallati da tre anni di permanenza in Italia per un totale di 15 anni di servizio all’estero, in vigore fino al 2010, si è passati, con il cosiddetto decreto Mille-proroghe (D.L. 29.12.2011, n. 216), ad un unico incarico di nove anni continuativi con la possibilità di un solo trasferimento estero per estero. Pertanto, il lettore, allo stato attuale, in nove anni può solo avere due sedi estere, mentre prima, in quindici anni ne poteva avere ben sei. La differenza è notevole se si considera quanto sia importante non solo conoscere più istituzioni accademiche per l’arricchimento professionale e il conseguente contributo che si è in grado di offrire nelle diverse realtà in cui ci si trova ad operare, ma anche se si pensa al diritto del lettore di poter scegliere una sede diversa da quella assegnatagli, soprattutto quando si tratta di una sede disagiata o particolarmente disagiata. Anche in merito alla formazione iniziale del lettore, c’è stata una evoluzione in senso restrittivo e penalizzante. Infatti, mentre fino a dieci anni fa, i lettori in procinto di prendere servizio all’estero erano invitati a partecipare ad un corso di formazione residenziale della durata di una settimana gestito alternativamente dalle università per stranieri di Perugia, Siena e Venezia, (uno degli ultimi si è svolto proprio qui a Venezia a cura del Laboratorio Itals nel 2004) in seguito è stata proposta solo la frequenza online di un corso di orientamento e formazione gestito dall’Indire, su una piattaforma appositamente creata per il personale di prima nomina all’estero. E questo, ancora una volta, a detrimento dell’arricchimento professionale che può scaturire dall’incontro e dal confronto diretto di tutti i lettori che si accingono ad intraprendere la loro avventura umana e professionale fuori dal territorio italiano.

 

1.1. LA SETTIMANA DELLA LINGUA ITALIANA

Dal 2001 ogni anno in tutte le sedi estere si celebra la "Settimana della lingua italiana nel mondo", una iniziativa del Ministero degli Esteri e dell’Accademia della Crusca che, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, si prefigge di promuovere “assieme al nostro patrimonio linguistico, la coscienza dei valori civili, storici e culturali che la lingua nazionale esprime. I responsabili della promozione linguistica e culturale italiana all’estero (Ambasciate, Consolati, I.I.C. e lettorati) nella terza settimana di ottobre sono chiamati a trattare la tematica dell’anno attraverso tutta una serie di azioni specifiche, che si esplicitano con eventi di alta risonanza, come di solito avviene nelle più grandi rappresentanze diplomatiche, oppure anche con interventi mirati all’interno dei dipartimenti di italianistica, nelle scuole e nelle istituzioni italiane che, a vario titolo, operano all’estero. La Settimana della Lingua italiana prevede, fra le altre cose, anche una Giornata del Lettore nel corso della quale al lettore viene richiesto un contributo originale all’approfondimento della tematica. Sempre in questa occasione, il lettore ha anche il compito di gestire all’interno del proprio dipartimento un concorso linguistico rivolto agli studenti iscritti ai propri corsi e consiste nella stesura di un elaborato su un tema dato. Questi i temi scelti nelle dodici edizioni della Settimana della Lingua:

  1. L’evoluzione della lingua italiana nel tempo e le sue prospettive e L’italiano nella letteratura, nel teatro e nel cinema (2001);

  1. L’italiano e le arti della parola (2002);

  2. Il contributo della cultura e della lingua italiana al consolidamento dell’identità nazionale e, nel contempo, alla formazione della cultura europea e Il giornalismo in lingua italiana, sia come giornalismo italiano nel mondo sia come giornalismo delle comunità italiane all’estero (2003);

  1. La poesia italiana e L’italiano in musica e la lingua del teatro (2004);

  1. La lingua italiana nella narrativa dagli anni cinquanta ad oggi (2005);

  2. Il cibo e le feste nella lingua e nella cultura italiana (2006);

  3. La lingua italiana e il mare (2007);

  4. L’italiano in piazza (2008);

  5. L’italiano tra arte, scienza e tecnologia (2009);

  6. Una lingua per amica: l’italiano, nostro e degli altri(2010);

  7. Buon Compleanno Italia (2011);

  8. L’Italia dei territori e L’Italia del futuro (2012).

Si tratta di temi che offrono un’ampia gamma di spunti operativi e di settori di intervento a cui i lettori partecipano attraverso conferenze, dibattiti, giornate di studio, mostre fotografiche, cineforum e quant’altro venga proposto da loro in forma autonoma o in collaborazione con gli altri operatori culturali italiani in loco. Una ulteriore forma di sostegno all’azione di promozione linguistica e culturale.

 

2. UNA LUNGA STORIA DI SELEZIONI

Lo Stato italiano invia personale scolastico all’estero da più di cinquanta anni. All’inizio si trattava di una nomina di tipo elitario, poi è diventata un’esperienza che un numero sempre maggiore di docenti ha voluto e vuol, oggi più che mai, fare (e questo la dice lunga anche sul livello di soddisfazione del docente italiano nella scuola di oggi). La gestione di tutto il personale appartenente alla categoria dei lettori è affidata all’Ufficio III (Promozione della lingua e dell’editoria italiane) del Ministero degli Affari Esteri, Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese. Si tratta di 247 lettori in servizio in 88 Paesi con una utenza di circa 55.000 studenti e così distribuiti: 141 in Europa (101 in Paesi UE e 40 in Paesi extra-EU), 43 nelle Americhe (30 in America Meridionale e Centrale, 13 in America Settentrionale), 30 in Asia e Oceania, 27 nel Mediterraneo e in Medio Oriente, 6 nell’Africa Sub-Sahariana.

 

Fig. 1. Distribuzione geografica degli studenti di italiano nei lettorati di ruolo presso le università straniere

 

Il reclutamento avviene tramite selezione con l’indizione, in genere a scadenza triennale (spesso non rispettata per lungaggini burocratiche o schermaglie politico-sindacali), di un bando interministeriale (Ministero Affari Esteri e Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca). Nel 1972 si sono registrati 320 candidati, che nel 1985 sono diventati 1581 e nel 1993 circa 6000 (Panaccione, 1996:5). Invece, le domande pervenute per l’ultima selezione, che si è svolta nel dicembre 2011 presso l’ormai tristemente famoso hotel Ergife, sono state circa 36.000. Negli anni il rapporto fra offerta e domanda è diventato inversamente proporzionale: quando i posti in contingente erano tanti, i concorrenti erano pochi, mentre adesso che i posti sono stati ridotti, il numero degli aspiranti è diventato altissimo. Nel corso degli anni il reclutamento è cambiato sia nelle forme che nelle finalità. Già un regio decreto del 1940 (R.D. n. 740 del 1940) prevedeva l’invio del personale all’estero, ma fu il D.P.R. 23.01.1967 n. 215 che per prima ne fissò i criteri di selezione. Dal 1970 al 1984 i bandi interministeriali hanno avuto una cadenza annuale e anche le graduatorie avevano una validità annuale; allora si trattava di una ‘Destinazione all’estero’. Dal 1985 in poi il bando è stato prima biennale e poi triennale. Allo stesso modo, anche la terminologia è variata e si è cominciato a parlare di selezione di personale da destinare all’estero e le prove sono diventate più difficili. Il requisito della cosiddetta appartenenza ai ruoli metropolitani inizialmente non esisteva perché non si riusciva a coprire tutti i posti disponibili e si doveva ricorrere addirittura a ‘provvedimenti d’urgenza’ . Nel tempo, i posti si sono ridotti sempre più e al momento il MAE continua ad apportare tagli, spesso senza aver preventivamente effettuato una seria verifica sul rapporto costi/benefici. Dal 1970 al 1983 le prove di selezione erano costituite solo da colloqui, ma per esservi ammessi i candidati dovevano, oltre che possedere tutti i requisiti previsti, allegare anche un ‘rapporto informativo’ del proprio superiore gerarchico che doveva fornire perfino una valutazione sul ‘portamento generale’ del candidato. Il colloquio terminava con un giudizio di idoneità e nessuno conosceva il risultato finché non si veniva chiamati per la destinazione all’estero. Già allora si poteva essere nominati come docenti nelle scuole italiane all’estero e nelle istituzioni scolastiche legge 153/71 e come lettori presso gli Istituti Italiani di Cultura e le istituzioni accademiche estere. Ma ‘il percorso casuale ed approssimativo è continuato ancora’ (Panaccione 1996: 41). Nel 1993 è stata data la possibilità di essere nominati anche ai docenti di lingue straniere delle scuole secondarie di primo e secondo grado. Però, per accedere al concorso i docenti di lingue devono dimostrare di aver incluso nel proprio piano di studi due insegnamenti di italiano. Poiché alcune materie dei piani di studi non sono considerate, come si evince dalla seguente tabella di omogeneità, vengono sempre presentati dei ricorsi, come spesso avviene nei rapporti con il MAE.

  • Lingua italiana

  • Didattica della lingua italiana

  • Grammatica italiana

  • Linguistica italiana

  • Storia della lingua italiana

  • Letteratura italiana

  • Nessuna equiparazione

 

Il programma della selezione del 1989 prevedeva una prova scritta e un colloquio. Con la prova scritta, della durata di sei ore e da svolgere nella lingua dell’area linguistica di destinazione, al candidato era chiesto di ‘individuare l’impostazione culturale, gli itinerari metodologici ed eventualmente gli strumenti organizzativi finalizzati alla migliore conoscenza e alla più ampia diffusione di un’opera, di un autore o di un movimento della letteratura italiana in uno dei principali paesi dell’area linguistica in cui sarebbe chiamato ad operare’ (Panaccione 1996:42). Il programma del colloquio era molto corposo e spaziava dalla lingua alla letteratura italiana, dalla cultura e civiltà alla glottodidattica e comprendeva, altresì, la conoscenza degli ordinamenti universitari dei paesi dell’area linguistica di destinazione. Nel 1993 il programma del concorso cambiò in modo significativo in quanto la prova scritta, in lingua italiana, intendeva verificare conoscenze linguistiche, letterarie e didattiche più specifiche. Il colloquio, inoltre, mirava anche ad accertare le conoscenze della lingua dell’area di destinazione. È interessante analizzare le prove di esame, al fine di comprendere com’è cambiata, purtroppo in senso negativo, la valutazione delle professionalità docenti nel corso degli anni.

 

 

 

 

Come si nota, la prova di selezione del 2006 era finalizzata solo all’accertamento delle capacità di comprensione della lingua straniera del paese di destinazione o della sua area geografica di appartenenza. Era solo scritta e con risposte chiuse. Qui di seguito la prova di lingua inglese.

 

 

(http://www.flcgil.it/scuola/scuole-italiane-estero/estero-prove-di-accer...)

 

La prova del concorso del dicembre 2011, a cui, come ho già ricordato, hanno partecipato 36.000 docenti, consisteva ciascuna in 40 quesiti a risposta multipla con 3 o 4 alternative di risposta di cui una sola corretta, da svolgere in 45 minuti. I quesiti erano tutti contenuti in un volume e questo ha causato la contestazione da parte dei partecipanti, i quali hanno rilevato l’illegalità della procedura che avrebbe permesso la visione di tutti i quesiti. Le prove si sono svolte ugualmente, nonostante le contestazioni, l’intervento delle forze dell’ordine e il clamore mediatico. Risultato: quasi tutti i partecipanti hanno superato la selezione (?) di cui, comunque, il Ministero non sta tenendo conto, poiché non procede al rinnovo delle relative graduatorie di merito. Questo il traguardo di un percorso di reclutamento che ha previsto nel tempo prove sempre più semplici e poco selettive, fornendo un’immagine sempre più scadente e squalificante di chi ha voluto sostenerle, come si evince dagli esempi qui di seguito riportati.

 

  1. What are you thinking_________?

at in on

  1. Pouvez-vous _________montrer le chemin?

moi me à moi

  1. Tengo _________buenas noticias para ti.

una algunas nada

  1. Das Abendessen __________________.

ist/fertig. sind/fertig. werden/fertig.

Allo stato attuale, tutto tace sul fronte rinnovo graduatorie, ma è un silenzio imbarazzante e anche a parere dei sindacati, vige una ‘palpabile incertezza’ sul futuro dei lettori, anche sulla base del previsto contenimento delle spese e della conseguente riduzione del contingente dei lettori.

 

3. LA PAROLA AI LETTORI

Da anni esiste un gruppo Google formato da lettori o ex lettori MAE continuamente in contatto per sostegno e aiuto reciproco su questioni didattiche o amministrative. Nel mese di marzo 2012 ho consultato il gruppo e alcuni colleghi hanno accolto il mio invito a rispondere al questionario predisposto con l’obiettivo di conoscere la loro situazione lavorativa.

Fig. 5. Il questionario

 

Quanto segue è, quindi, basato sulle risposte fornite da un campione di 20 lettori. L’età media è di 51 anni; la provenienza è equamente distribuita fra Nord, Centro, Sud e isole così come la classe di concorso di titolarità nelle scuole metropolitane: materie letterarie e lingue straniere (tutti inglese e uno tedesco). Più della metà ha già avuto esperienze in precedenza, cioè, si trova al suo secondo mandato. Tutti, quindi, hanno svolto o stanno svolgendo un mandato come lettori MAE presso istituzioni accademiche straniere; le sedi menzionate sono le seguenti. (N.B.: un lettore può aver menzionato fino a tre sedi, due relative all’esperienza pregressa, una relativamente alla sede attuale; di fianco anche l’indicazione del numero dei lettori che hanno risposto e che hanno lavorato nella stessa sede):

Europa:

Trinity College , Dublino (Irlanda) -due lettori-,

Reykjavík (Islanda),

Università San Clemente di Ocrida di Sofia,

Università di Velino Tarnovo ( Bulgaria),

Università di Skopje (Macedonia) -due lettori-,

Università di Trier -due lettori-,

Università del Saarland, Saarbrücken,

Università di Kassel, (Germania);

 

Americhe:

Cenlex, Centro di studi di lingue straniere presso il Politecnico Nacional di Città del Messico (Messico),

Università di Buenos Aires (Argentina)-due lettori-,

Perù (Lima),

Porto Alegre, Università del Brasile, (Brasile) -due lettori-,

Università Rutgers, New Jersey (USA),

New York University,

University of Pennsylvania di Filadelfia Washington, (USA);

 

Australia

La Trobe University, Melbourne,

 

NordAfrica

Accademia degli Studi di Janzour, Tripoli (Libia) -due lettori-.

Università di Alessandria d’Egitto;

Università del Cairo (Egitto);

 

Medio Oriente

University of Jordan, Amman (Giordania)- due lettori-.

 

La tipologia dei corsi universitari tenuti dai lettori consultati è la seguente:

  • Corsi di base di lingua italiana (quattro abilità, grammatica, conversazione) sia per studenti dei Dipartimenti di Romanistica sia nei Centri Linguistici Universitari o di Interfacoltà;

  • Laboratori: ascolto-parlato, lettura e scrittura, esercitazioni in compresenza con il docente titolare di cattedra, cinema;

  • Letteratura: lettura e analisi di testi letterari, letteratura (solo in un caso in lingua inglese), corsi monografici sulla poesia e sul romanzo contemporaneo, sull’Umanesimo, il Romanticismo, il Teatro;

  • Cultura e civiltà: storia dell’Italia (dal Risorgimento a Mani Pulite), geografia, cinema contemporaneo, cucina, musica;

  • Linguistica: storia della lingua italiana, sociolinguistica, semantica, lessicologia, morfologia e sintassi, fonetica e fonologia;

  • Corsi specifici: scrittura accademica, metodologia della ricerca, didattica delle quattro abilità, italiano per il turismo;

  • Attività di tutoraggio e supervisione di tesi o relazioni varie degli studenti.

 

Nella quasi totalità delle università summenzionate è presente un corso di laurea (Master Degree) in Lingua Italiana. Il numero medio di studenti per corso è di 21 unità, anche se si passa da un massimo di 60 studenti nei corsi di letteratura e cultura ad un minimo di 5 nei laboratori. Avendo offerto la possibilità di valutare con una scala da 1 (molto negativo) fino a 10 (molto positivo), l’attività del dipartimento in cui si è stati assegnati dal 60% dei lettori è stata valutata con 8. L’88% ha valutato molto positivamente la qualità dell'insegnamento della lingua italiana (livelli di preparazione raggiunta dagli studenti). Anche la qualità dell'inserimento professionale nell'università straniera è valutata positivamente (il 33% addirittura dà un 9), nonostante ci sia una valutazione molto negativa (3), che poi viene giustificata dal collega con le difficoltà incontrate nel mediare fra il mondo accademico italiano e quello del paese ospitante. I rapporti con i colleghi del Dipartimento sono stati valutati in modo molto vario: si va da valutazioni molto negative (3) a valutazioni molto positive (10). I rapporti con gli studenti sono molto positivi (10 nel 45% delle risposte). Dalle risposte relative all’autonomia nella scelta dei testi da adottare, nella metodologia da seguire e nella preparazione degli esami da somministrare a fine corso si evince come il grado di libertà di ogni singolo lettore sia piuttosto elevato, se non il più ampio possibile. Interessante è il dato relativo ai risultati ottenuti dagli studenti (esami superati, certificazioni acquisite) che, nelle risposte, ha corrisposto con quello della soddisfazione professionale del Lettore, anche se non sempre ai buoni risultati ottenuti dagli studenti corrisponde un uguale livello di soddisfazione del docente. I rapporti con il MAE sono valutati in modo diverso: positivi nel 78% e molto negativi nel 20% delle risposte. Chi ha dato 10, ha sottolineato lagentilezza’ degli impiegati e la ‘chiarezza’ delle informazioni fornite; chi ha dato 3, di contro, ha lamentato la totale mancanza di supporto nell’organizzazione di eventi e nel reperimento di materiali a cui, in alcuni casi, come negli USA, sopperiscono le stesse università. Specifiche incomprensioni o diffusi problemi di comunicazione? Non è semplice fornire una valutazione generale e bisogna prendere atto delle varie e contrastanti esperienze. In merito ai rapporti con Ambasciate, Consolati e IIC viene utilizzata l’intera gamma di possibilità valutative: c’è chi da’ 1 per via di ‘minacce, ricatti ed intimidazioni’ ricevute e chi da’ 10 per l’aiuto ottenuto. In generale, comunque, la delusione serpeggia in tutti i commenti perché il lettore si aspetta di ricevere una migliore accoglienza all’arrivo nel paese straniero. Il lettore con IEA si lamenta di essere utilizzato male: da alcuni sopravvalutato, cioè incaricato di svolgere le funzioni proprie di un Addetto Culturale, da altri sottovalutato, cioè, sminuito a semplici mansioni di segreteria. Sorvoliamo sui commenti dei lettori sul comportamento dei diplomatici che spesso non sono affatto… diplomatici. I lettori, poi, non sono stati parchi di riflessioni e commenti.

A. “Il nostro lavoro oggi: alla ricerca di una definizione”

1. Il lettore di lingua italiana all’estero è ……….

  • un normale insegnante di lingua e, in America, poco più di un insegnante di scuola superiore ‘con programma di animazione’;

  • un mediatore culturale/interculturale;

  • un insegnante che trasmette la cultura italiana (ma anche europea) attraverso l’insegnamento della lingua;

  • un insegnante a tutto tondo. Chiamati ad integrarci -senza creare problemi!- in una situazione nuova, ad essere aperti a tutte le richieste con strumenti spesso da “creare”, ad adattarci alla metodologia adottata da altri e ad essere esperti a 360 gradi. E con il MAE che ci tratta come pedine da collocare, prendere o lasciare, che decide di noi come se fossimo senza anima, esigenze, e che cambia le regole del gioco a gioco iniziato;

  • in molte sedi il suo lavoro è prezioso, non è a carico del Paese ospitante, e ricopre la funzione di trait d’union concreto, fisico, con l’Italia (relazioni interuniversitarie, borse di studio, certificazioni di italiano, ecc.);

  • un ‘Arlecchino’ fra due e più padroni: lavora all’università, ma non è un docente universitario, lavora per o presso l’Ambasciata, il consolato o l’I.I.C., ma non è un diplomatico e in Italia non è più un docente. Cosi, non usufruisce di nessun beneficio.

In queste osservazioni si passa dalla considerazione di un ‘normale’ lavoro di docente alla presa d’atto di una grossa responsabilità, quella di fungere da legame fra due culture diverse, fra due lingue diverse, oltre che fra due realtà accademiche diverse. In aggiunta, viene sottolineata l’esigenza di essere flessibili e sempre pronti a rispondere alle molteplici richieste delle varie università.

2. Il lettore ha il compito di ……….

  • promuovere e facilitare lo studio della lingua e della cultura (non solo letteratura) italiane, con riferimento anche agli stereotipi e ai pregiudizi legati all’Italia.

  • operare confronti tra le diverse realtà note agli studenti, facendoli riflettere sulla nostra comune identità di europei, nonostante le differenze.

  • inserirsi in un contesto nuovo, in cui deve mediare tra le richieste del Dipartimento, che non sempre sono flessibili (gestione oraria, corsi, ecc.), e quelle (ultimamente sempre più assurde) del Ministero italiano che intende spesso imporre all’università straniera l’organizzazione della scuola italiana (orari, giorni, recupero ore, ecc.).

  • svolgere attività culturali fuori e dentro l’università, anche in assenza di incarichi extra-accademici, su richiesta del Consolato o dell’I.I.C.

  • aggiornarsi continuamente, soprattutto sull’utilizzo delle tecnologie informatiche in ambito didattico.

  • gestire il proprio lavoro in modo autonomo e spesso anche ‘artigianale’, da solo in un contesto non sempre accogliente.

  • rappresentare l’Italia all’estero: che sfida!

Queste osservazioni si riferiscono al fatto che il lettore, in un certo senso, si fa da sé. E’ innegabile che la preparazione richiesta al lettore, soprattutto negli ultimi concorsi, sia inadeguata al lavoro che è chiamato a svolgere. I docenti di lingue straniere, in molte università, soprattutto quelle statunitensi, non hanno vita facile perché viene loro richiesto di offrire dei corsi di letteratura; i colleghi di materie letterarie, di contro, spesso hanno difficoltà con la lingua straniera. Il problema centrale resta quello del reclutamento del personale: non vengono indagate le conoscenze fondamentali di lingua, letteratura, cultura e glottodidattica, ma solo quelle di lingua, che potrebbero essere molto più semplicemente attestate da certificazioni ufficiali, come, del resto, avviene per i lettori degli altri paesi europei.

B. “Il nostro profilo professionale: un’ ipotesi ideale”

Il percorso generale di formazione del lettore è…………..

  • difficile da definire: le richieste didattiche ed i contesti culturali ed organizzativi in cui svolge la sua attività sono profondamente diversi;

  • sempre inadeguato per le difficoltà oggettive di collegare l’offerta, che si basa sulla posizione utile in graduatoria, con le specifiche richieste delle università;

  • basato su una forma di reclutamento sbagliata;

  • inutilmente dispendioso: basterebbe richiedere ai docenti di discipline letterarie una certificazione in lingua straniera e ai docenti di lingue il superamento di esami di letteratura italiana;

  • sempre in fieri perché l’attività accademica offre al lettore notevoli opportunità di sviluppo e di arricchimento professionale: svolgere ricerche, conseguire un dottorato di ricerca, tenere conferenze, partecipare a seminari, ecc.

  • spesso improvvisato e basato su buona fede e senso di responsabilità ;

  • superficiale in quanto al lettore non viene offerta la possibilità di avere tutte le informazioni necessarie sulla sede prima di sceglierla ed è costretto, quindi, a partire allo sbaraglio;

  • da ipotizzare con un reclutamento selettivo che preveda, per esempio, la redazione di un saggio nella lingua straniera per la quale si chiede il lettorato, un colloquio che indaghi le effettive capacità linguistiche, le capacità personali ed organizzative del lettore chiamato ad inserirsi ex abrupto in un contesto straniero. Le competenze linguistiche possono semplicemente essere comprovate da certificazioni sulla base del Quadro Comune Europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue (QCER, livello C 1).

  • da valutare anche sulla base delle richieste specifiche delle singole università perché’ in molte università, soprattutto in Europa, vengono richieste competenze linguistiche molto elevate; in Germania, per esempio, in molti dipartimenti di Romanistica o Istituti di Traduzione il lettore deve tenere dei corsi di traduzione letteraria di un certo livello;

  • complessa e multiforme; comprende conoscenze approfondite di glottodidattica, di mediazione culturale, di organizzazione di eventi e di relazioni interculturali.

B. “Il valore di un’esperienza”

  • nel corso della mia attività di lettore ho avuto modo di fare esperienze molto significative:

  • sono diventato Project manager di un manuale di lingua italiana;

  • il mio incarico di lettore con IEA è equiparato a quello di semplice stagista;

  • mi sono occupato di assegnazione di borse di studio, istituzione delle Certificazioni di Italiano per gli studenti (Esami CILS) e per insegnanti stranieri, aggiornamento degli insegnanti, potenziamento dei dipartimenti (sedi come quelle del Medio Oriente necessitano dell’appoggio diretto dell’Italia per i dottorandi), attività extracurricolari (aggiornamento didattico, cineclub, cicli di conferenze su moda, storia, arte, circoli letterari, associazioni di studenti, laboratori di scrittura creativa, laboratori di cucina, ecc.), collegamenti per soggiorni di studio in Italia (convenzioni con università italiane);

  • anche se non ho avuto incarichi extra-accademici, mi sono sempre cimentata nell’organizzazione della Settimana della Lingua, la cui organizzazione e gestione comporta mesi di lavoro. La pianificazioni di eventi da distribuire nell’arco di 6/7 giorni, la ricerca di sponsor, il coordinamento con l’Università e altri enti, la verifica degli spazi, degli orari per le conferenze sono attività molto impegnative.

 

4. CONCLUSIONE: “QUALE FUTURO?”

 

è necessario rivalutare la figura del lettore attraverso un serio ripensamento di tutta la programmazione degli interventi di promozione linguistica e culturale all’estero, che prevedano, in prima istanza, un piano di investimenti serio, razionale e a lunga scadenza, evitando sprechi, decisioni improvvise e puntando alla professionalità. Si tratta, dunque, di ripensare la politica culturale anche attraverso strategie per la diffusione della lingua che utilizzino i lettori come strumenti indispensabili perché sono essi stessi che chiedono di farsi carico di questo compito e si sentono lusingati nello svolgerlo. Se si pensa di poter fare a meno del lettore e di sostituirlo con italiani, forse anche di seconda e terza generazione, assunti in loco, come si paventa da più parti, allora si rischia davvero di rinunciare alla prerogativa di fornire un servizio di qualità. Non si può rinunciare nei dipartimenti di italianistica alla presenza di docenti che provengono da una lunga esperienza nel mondo della scuola, si aggiornano e si formano continuamente sugli aspetti metodologici e linguistici-culturali e sono abituati a nutrirsi del quotidiano contatto con gli studenti. E’ necessario, dunque, che il lettore oggi, demotivato e frustrato, riparta da qui, dal positivo rapporto con gli studenti ai quali, nelle più disparate parti del mondo, riesce a trasmettere non solo strumenti linguistici e conoscenze culturali, ma anche e soprattutto, l’amore per una lingua, una cultura, un paese.

 

 

BIBLIOGRAFIA

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MINISTERO AFFARI ESTERI, Direzione Generale per la Promozione e la Cooperazione Culturale, Ufficio IV, 2004, Leggi e disposizioni sul servizio all’estero del personale della scuola, Roma.

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Articolo di Italica, rivista ufficiale dell’Associazione Americana di Insegnanti di Lingua italiana, che pubblica studi e ricerche di linguistica e letteratura italiana e articoli sulla didattica dell’insegnamento dell’italiano

 

http://www.italianlang.org/

Sito del Centro ITA.L.I.2 (Italianistica e Lingua Italiana), che si occupa di ricerca scientifica e di studi comparati per la promozione e diffusione della Lingua e Cultura Italiana L2-LS nel mondo.

 

http://puntoedu.indire.it/corsi/content/index.php?action=ata&id_cnt=9970

Ambiente online di orientamento, qualifica e formazione per il personale della scuola dell'Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell'Autonomia Scolastica istituita nel 2007 per subentrare all'Indire e agli IRRE regionali.

 

http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=124&ID_articolo=1473&ID_sezione=274

Articolo di cronaca del 02.12.2011 scritto da Flavia Amabile apparso sul blog dei giornalisti LaStampa.it sull'odissea degli aspiranti prof di italiano all'estero (dodici ore per una prova)

 

http://www.istruzione.it/alfresco/d/d/workspace/SpacesStore/8ca97c35-8866-49be-a1b8-ff8f65b1a213/di4377_11.pdf

Pagina del sito ufficiale del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca contenente il bando interministeriale (MAE-MIUR) di indizione delle prove di accertamento linguistico per la destinazione del personale scolastico all’estero del 07.10.2011

 

http://www.flcgil.it/tag/prove-accertamento-linguistico/

Pagina del sito della Federazione Lavoratori della Conoscenza del sindacato CGIL in cui sono raccolti numerosi articoli relativi alle prove di accertamento linguistico del dicembre 2011

 

http://www.edscuola.it/archivio/norme/varie/aiestero_01.html

Pagina del sito Educazione & Scuola in cui si può leggere il Contratto Collettivo Nazionale Integrativo Estero sottoscritto dalle parti il 24 febbraio 2000

 

http://www.flcgil.it/scuola/scuole-italiane-estero/estero-riprendono-le-relazioni-sindacali-all-insegna-di-una-palpabile-incertezza.flc

Articolo del 4 maggio 2012 che riferisce sui risultati dell’incontro del 3 maggio tra le delegazioni sindacali e la delegazione di parte pubblica (dirigenti del MAE, Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese) in merito all’utilizzo delle risorse

 

http://it.dir.groups.yahoo.com/group/dw-scuolait-mondo/message/2843

Gruppo Yahoo della lista dw-scuolait-mondo che si propone di diffondere opinioni, interventi, prese di posizione del personale MAE su temi inerenti la professione e la funzione docente, le istituzioni accademiche straniere, le politiche culturali italiane all´estero nonché le relazioni sindacali

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