Giugno 2004  Supplemento alla rivista EL.LE - ISSN: 2280-6792
Direttore Responsabile: Paolo E. Balboni
Nick Owen, Le parole portano lontano di Paola Vettorel

AUTORE: Nick Owen
TITOLO: Le parole portano lontano
CITTA': Milano
EDITORE: Ponte alle Grazie
ANNO: 2004
PAGINE: 266

"Raccontami una storia…" . Queste tre parole hanno di per sé un potere evocativo, e ci rimandano agli anni dell'infanzia, quando la creazione di un mondo parallelo fatto di parole e immagini ci portava lontano, in una dimensione diversa ma altrettanto reale e importante.
"Le storie sono un balsamo" dice Clarissa Pinkola Estés nel suo best seller Donne che corrono coi lupi; "sono disseminate di istruzioni che ci guidano nella complessità della vita. […]Le storie mettono in moto la vita interiore, […] ingrassano carrucole o pulegge, stimolano l'adrenalina, ci mostrano la via d'uscita in basso o in altro, e aprono a noi grandi finestre in muri prima ciechi, aperture che ci conducono nella terra dei sogni, all'amore e alla conoscenza ".

Le storie, inventate, lette, raccontate o ascoltate, fanno parte dei bisogni dell'uomo. Archetipi, parabole, personaggi mitici o fantastici ed eroi hanno sempre guidato l'umanità nella sua ricerca di risposte e di strade esistenziali. Oggi, i cantastorie non esistono quasi più, i filò accanto al focolare sono memorie da folklore e le storie ormai a volte si leggono, ma raramente si tramandano. "La mente razionale è un servo fedele; la mente intuitiva un dono divino. Il paradosso della vita moderna è che abbiamo iniziato a adorare il servo e a denigrare il divino", riportando un pensiero di Einstein che apre questa raccolta.
Il libro di Nick Owen, appena uscito in traduzione italiana, ci riporta nella dimensione mitica non solo delle storie, ma anche della loro possibile funzione di trasformazione personale, a livello individuale o collettivo. Questa raccolta di 77 storie "per comunicare, convincere ed emozionare", come recita il sottotitolo, è un insieme di immagini e metafore che coinvolge il lettore - o l'ascoltatore - a diversi livelli, lasciando sempre comunque un segno e un seme di riflessione.
L'autore ha raccolto queste storie nelle situazioni più diverse nel corso degli anni e ne ha sperimentato l'efficacia didattica e terapeutica nel suo lavoro di formatore nell'ambito della Programmazione Neurolinguistica e, recentemente, della Spiral Dynamics. Le ha poi qui organizzate in sezioni - Condurre e accompagnare, Valore aggiunto, Strutture e Schemi, Respons-abilità, Cambiamenti scelti, Transizione - ciascuna delle quali corrisponde ad un possibile obiettivo, nella logica della Programmazione Neurolinguistica, o PNL, disciplina che trova varie applicazioni anche in campo didattico.
Delle storie raccolte, alcune fanno parte della tradizione, soprattutto orientale, altre sono aneddoti di vita quotidiana, altre ancora sono tratte da testi di Programmazione Neurolinguistica (PNL) o di glottodidattica. Di lunghezza variabile, le storie sono volutamente non commentate: ognuno potrà trovare il proprio uso, significato e messaggio personale (uno o tanti) nelle metafore presentate, in tempi e luoghi (della mente) diversi e opportuni. Le storie riportate sono essenzialmente delle metafore, che aiutano il lettore o l'ascoltatore a cambiare prospettiva, o cappello per dirla con De Bono, con cui pensare e guardare ad un argomento, un problema o alla realtà, fornendogli quindi nuove possibili chiavi interpretative o di comprensione.
Tra altre molteplici funzioni, le storie hanno anche accesso diretto alla mente inconscia, ed entrambi gli emisferi sono coinvolti nell'ascolto e nella comprensione, innescando meccanismi intuitivi ed emotivi notevoli. Come evidenziato nell'introduzione del testo, le storie ben si prestano, anche per questo, a finalità didattiche: possono infatti essere utilizzate in classe per spiegare meglio o in modo più concreto un concetto, per cambiare l'umore o lo stato delle persone di un gruppo, per insegnare qualcosa in modo indiretto, per introdurre un argomento, per stimolare la curiosità, per attivare l'emisfero cerebrale destro - per citare solo alcune delle molte possibilità elencate da Owen.
Notevole è poi lo stratagemma utilizzato dall'autore per dare una cornice alla raccolta: le varie sezioni sono introdotte dalle conversazioni tra un Maestro/mago e il suo apprendista, che con le loro riflessioni accompagnano il lettore nelle varie stanze del libro, suggerendo in modo discreto possibili chiavi di lettura e applicazione. Nell'ultima parte, dedicata a come utilizzare le metafore e le storie contenute nella raccolta, vengono forniti vari esempi di possibili contesti e modalità d'uso di alcune tra quelle presentate, non solo in campo didattico.
Il testo ci presenta anche una sezione sull'arte di raccontare le storie. Chiunque abbia proposto una storia in classe, o a un gruppo di persone, avrà notato come immediatamente si crei un silenzio di aspettativa e curiosità, ed una tensione positiva volta alla comprensione del racconto, quasi un "non voglio perdermi neanche una parola!" Anche lo story-telling ha delle regole di comunicazione, che possono essere apprese, tra cui, ad esempio, la stimolazione multisensoriale nella scelta dei termini, l'importanza delle pause e del tono di voce, l'ancoraggio ad una particolare luogo/situazione dello spazio, la creazione di un rituale legato al racconto, che vengono ben evidenziate nella parte introduttiva del libro - peraltro, Nick Owen, con un passato anche di attore, è un contastorie formidabile e coinvolgente, che usa le sue metafore direttamente e in modo molto efficace in ogni occasione gli si presenti, sia essa conferenza o incontro di formazione.
Questo libro costituisce quindi una proposta ricca e multiforme, occasione di piacevole lettura e nello stesso tempo strumento indispensabile nella libreria di un insegnante, da tenere sempre in borsa (o sulla cattedra) per le importanti situazioni quotidiane in cui sia necessario lanciare un sasso nello stagno.
"Sotto il sole caldo, un ragazzino guarda un giovane uomo intento a scalpellare una grande roccia.
- Perché lo fai?
- Perché - gli risponde Michelangelo, - qui dentro c'è un angelo che vuole uscire".

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