Febbraio 2009  Supplemento alla rivista EL.LE - ISSN: 2280-6792
Direttore Responsabile: Paolo E. Balboni
S. Deller, M. Rinvolucri, Using the Mother Tongue. Making the Most of the Learner's Language di Paolo Torresan

AUTORI: Sheelagh Deller, Mario Rinvolucri
TITOLO: Using the Mother Tongue. Making the Most of the Learner's Language
CITTÀ: Peaslake
EDITORE: Delta
ANNO: 2002

 

La glottodidattica, avvisa Balboni, ha patito una sindrome del pendolo: dall’uso alla forma, dalla frase al testo, dalla ripetizione all’elaborazione spontanea, ecc.
In questo andirivieni di posizioni, si è imposta recentemente una riconciliazione eraclitea dei contrari, sino a giungere alla formulazione di metodi eclettici, ovvero di quadri di riferimento che, anziché dichiarare superate vecchie pratiche, le riprendono e le adottano all’interno di una cornice significativa e personalizzata.
Molte attività verso le quali il metodo comunicativo si era espresso con un diktat tacito, sono state, così, a poco a poco riprese e riabilitate: è il caso del dettato, della correzione degli errori e dell’uso della lingua madre.
In queste operazioni di revisione capita di imbattersi nel nome di Mario Rinvolucri: uno tra gli autori più interessanti nell’ambito umanistico-affettivo, eppure altrettanto coraggioso nel riconoscere e tutelare attività che lui stesso chiama the Golden Oldies: attività imperiture, se vogliamo sintetizzare.
Rinvolucri e Davis sono, così, gli autori del best-seller Dictation: 74 variazioni attorno ad uno tra gli esercizi-principe dell’approccio grammaticale traduttivo: il dettato. Nuova veste, nuovi significati.
Recentemente, assieme a Sheelagh Deller, sua collega alla Pilgrims (ente di formazione per insegnanti di inglese), Rinvolucri si è cimentato nella creazione di attività bilingui, che implicano il ricorso controllato alla lingua madre, specie in classi monolingui.
Le motivazioni addotte per rompere uno tra i più solidi taboo del metodo comunicativo, il divieto dell’uso della lingua madre(che a sua volta deriva dal Metodo Diretto), sta nel riconoscimento che:

  • anziché fonte di transfer, la traduzione può essere un potente strumento per prevenirlo;
  • la LM può rivelarsi il codice necessario o durante l’allestimento di attività metacognitive ai livelli più bassi;
  • attività di code switching possono risultare utili durante il ripasso del lessico.
  • l’uso della LM può essere contemplato nella confezione di ascolti bilingui per classi di principianti;
  • la LM può essere prevista in una fase preparatoria di scrittura e produzione orale in LS. L’obiettivo è far sì che gli studenti guadagnino in sicurezza, poggiando su un codice noto, per poi passare a quello nuovo, concentrandosi prima sui significati e poi sulla forma.

Gli stessi autori confermano i benefici che ne trae il discente (p. 10):

  • ai livelli più bassi, gli studenti progrediscono più rapidamente;
  • livelli più alti, l’uso controllato della LM consente che gli studenti traggano piacere nel mettere alla prova la loro intelligenza linguistica;
  • la grammatica della LS può essere meglio compresa attraverso lo specchio della grammatica della LM.

Il libro rivendica, in sostanza, un’emancipazione della LM, chiarendo cosa significhi un uso ragionato della stessa. Nell’atto di stabilire come e quando il ricorso alla LM risulta efficace ai fini dell’apprendimento, gli autori segnano invero un confine, una distinzione, una presa di distanza dagli abusi della LM.  

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